di Giovanni Minicozzi

Accompagnato dal presidente della Regione Donato Toma il sottosegretario alla salute Andrea Costa ha visitato il centro vaccinale della Cittadella dell’economia a Campobasso.
Nessuna domanda “scomoda” al politico nazionale il quale ha dichiarato tra l’altro:
“Siamo vicini alla vostra Regione che risulta essere tra quelle più virtuose nella somministrazione dei vaccini”.

Dunque Costa, che verosimilmente non conosce la realtà molisana, ha avuto l’ardire di elogiare il lavoro fatto dal governo regionale nonostante le tante criticità presenti nel sistema sanitario molisano.

Ospedali in tilt con percorsi misti, ricoveri ordinari bloccati, mancanza di un centro Covid dedicato esclusivamente alla pandemia, pazienti accampati nei locali dei pronto soccorso nella interminabile attesa di un posto letto, cronica carenza di personale sanitario, sperpero di danaro pubblico per realizzare inutili tendopoli mai utilizzate, livelli essenziali di assistenza sotto il limite della decenza, mancanza fi posti letto in terapia intensiva per patologie tempo-dipendenti, inadeguatezza ampiamente dimostrata dai vertici dell’Asrem che restano incollati alla poltrona e per finire il drammatico dato di quasi cinquecento morti per Covid molti dei quali deceduti nelle proprie abitazioni o nei locali dei pronto soccorso oppure su un’ambulanza per mancanza di posti letto.

In tale contesto ci vuole coraggio per affermare che “il Molise è una regione virtuosa”. Una vera e propria presa in giro per i molisani che pagano anche con la vita le tante emergenze sanitarie irrisolte dai vertici dell’Asrem e della Regione.
Dalle responsabilità non è esente il governo centrale che, di fatto, si è lavato le mani nonostante fosse stato informato di tutte le inadempienze in materia sanitaria perpetrate dalla classe dirigente “nostrana”.

Sulla visita del sottosegretario Costa stendiamo un velo pietoso e attendiamo un repentino e vero cambio di rotta da parte del governo Draghi nei confronti del Molise.
Siamo stanchi di assistere a spot mediatici di tipo elettoralistici mentre la Regione affonda nel baratro dall’inconsistenza.

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