Una verità così semplice da sembrare banale. Una dichiarazione che sa di antico ma che è attualissima

 “Solo le aziende dove la gente sta bene potranno vivere a lungo” a parlare è Marina Salamon, imprenditrice con alle spalle una lunga storia di successi, di battaglie e scommesse. Lei, che con i suoi capi colorati ha conquistato il mondo, creando un impero, è convinta che il benessere di un’azienda si misuri anche dalla soddisfazione dei suoi collaboratori (che lei chiama sempre così e mai dipendenti).

La Salamon si oppone all’idea dei super manager che costruiscono valore per se stessi e puntano a guadagnare cifre astronomiche, ma offre il concetto di un’azienda in cui l’ambiente positivo stimoli chi ci lavora a sentirsi parte di una “famiglia” e di un progetto importante. In una società di questo tipo i guadagni non finiscono nelle tasche di chi amministra, ma vengonoreinvestiti per creare altro valore e per favorire lo sviluppo dell’azienda. “Avranno futuro solo le aziende che sapranno costruire valore nel tempo – dichiara l’imprenditrice -, e non solo risultati economici di breve periodo, a favore di coloro che le guidano”.

Secondo la Salamon, che negli anni ha tentato di portare avanti questo suo punto di vista, i manager e gli azionisti dovrebbero divenire un “esempio” per le persone con cui collaborano, rispettando un codice etico che bandisca l’arroganza e l’incapacità di comunicare con gli altri. Questi comportamenti, spiega “segnalano la fragilità umana e l’insicurezza di chi guida senza esserne degno. In qualche modo – aggiunge -, penso che ogni leader, in azienda, porti con sé una responsabilità educativa, simile a quella di un genitore o di un fratello maggiore. Per me, che sono stata a lungo scout, un capo azienda che non identifica il potere con il servizio, non ha capito molto del suo ruolo”.

Anche se oggi questo ideale d’impresa, che sia in grado di mescolare sapientemente guadagno, etica e responsabilità sociale, sembra lontano, Marina Salamon continua a credere nel suo progetto, ispirata anche dalle letture e dagli studi su Adriano Olivetti. Il suo sogno, quello di un’impresa che divenisse parte integrante della società e lavorasse per essa, non è mai stato realizzato, ma l’imprenditrice è certa che, nonostante i tempi difficili, molto si possa ancora fare. (Fonte Virgilio.it)

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