Il Mezzogiorno resta agganciato alla ripresa economica dell’Italia uscendo da una lunga recessione. Nel 2016 ha consolidato la ripresa registrando una performance per il secondo anno superiore, se pur di poco, rispetto al resto del Paese.

E le previsioni per il 2017 e il 2018 confermano che il Mezzogiorno è in grado di agganciare la ripresa, facendo segnare tassi di crescita di poco inferiori a quelli del Centro-Nord. Tuttavia, la ripresa congiunturale è insufficiente ad affrontare le emergenze sociali. E’ il quadro che emerge dal Rapporto Svimez 2017 presentato alla Camera dei Deputati.

Ma l’emergenza principale resta l’occupazione: al Sud il tasso è ancora il più basso d’Europa (35% inferiore alla media Ue), nonostante nei primi 8 mesi del 2017 siano stati incentivati oltre 90 mila rapporti di lavoro nell’ambito della misura “Occupazione Sud”.

Eppure nelle regioni meridionali nel 2016 gli occupati sono aumentati dell’1,7%, pari a 101 mila unità, ma mentre le regioni centro settentrionali hanno recuperato integralmente la perdita di posti di lavoro avvenuta durante la crisi (+48 mila nel 2016 rispetto al 2008), in quelle meridionali la perdita di occupazione rispetto all’inizio della recessione è ancora pari a 381mila unità.

Buone notizie anche sul fronte della crescita del Pil: nelle regioni del Sud è stata maggiore che nel Centro-Nord nel 2016 con un aumento al Mezzogiorno dell’ 1%, laddove nel Centro-Nord è stato pari a +0,8%.

Nello specifico delle singole Regioni meridionali, il PIL 2016 più performante è quello della Campania +2,4%, seguita da Basilicata +2,1%, Molise +1,6%, Calabria +0,9%, Puglia +0,7%, Sardegna +0,6%, Sicilia +0,3% e Abruzzo -0,2%.

Gli investimenti, poi, sono cresciuti nel Mezzogiorno del 2,9%, un incremento sostanzialmente in linea con quello del Centro Nord (+3%). Ancora segnali positivi per le regioni meridionali: nell’industria il prodotto è cresciuto al Sud (+3%) più che al Centro Nord (+1%). Positivo nel Mezzogiorno anche il valore aggiunto delle costruzioni (+0,5%), rispetto al centro Nord (-0,3%). Infine, nel terziario il valore aggiunto del Mezzogiorno con +0,8% ha superano quello del Centro Nord (+0,5%).

L’AD di Invitalia, Domenico Arcuri, intervenuto alla presentazione del rapporto Svimez, ha così commentato il Rapporto: “Il Sud per il terzo anno consecutivo continua a crescere. Non succedeva da alcuni decenni, anche se a differenza degli altri due anni cresce un po’ meno. Adesso bisogna fare in modo che questa crescita non sia effimera.

Prendiamo atto che il Mezzogiorno non è un vuoto a perdere – ha aggiunto Arcuri – ma per rendere la crescita strutturale c’è bisogno di mettere mano ad alcuni nodi che il Rapporto Svimez delinea bene e che hanno a che fare con il crescente profondo gap infrastrutturale e con questo nuovo dualismo geografico con i giovani meridionali acculturati che vanno via e i meridionali che rimangono, trovano lavoro, ma a reddito basso”.

Ma la situazione, per l’AD di Invitalia è molto diversa rispetto a tre anni fa: “La questione meridionale è ritornata al centro dell’agenda del Paese in luogo della questione settentrionale. Inoltre, ha sottolineato Arcuri commentando il Rapporto, “è ripresa la crescita dell’industria, degli investimenti al Sud anche se il 40% sono di imprese straniere”.

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