L’ACEM si dichiara contraria all’ipotesi di aspettare febbraio per il pagamento dei lavori della ricostruzione post sisma 2002 in quanto le imprese non sono in condizione di attendere altri tre mesi, avendo necessità seria di riscuotere prima di Natale per fronteggiare le scadenze di fine anno e per trascorrere e far trascorrere ai propri dipendenti con dovuta serenità l’imminente periodo festivo, nonché per scongiurare che il termine prospettato, per vicissitudini di varia natura sulla base dell’esperienza passata, possa poi slittare oltre fino a ridosso dell’estate.

Se la questione sta in questi termini, l’Associazione oltre a denunziare per l’ennesima volta la situazione di insostenibilità per le aziende del settore, rivolge un accorato appello affinché nelle more delle soluzioni indicate e nell’attesa del ben auspicato sblocco delle risorse anche tramite possibili rimedi alternativi, sia adottato un provvedimento di sospensione di tutti i cantieri e che lo stesso sia notificato a tutti gli Enti esattori, a tutti i fornitori ed a tutti contraenti della filiera per arginare la debacle.

“Purtroppo oggi si rendicontano al CIPE lavori eseguiti ma non liquidati allo scopo di ottenere successive tranche e poter pagare alle imprese i lavori svolti e rendicontati quasi due anni prima; questa sfasatura significa che sono le imprese a finanziare la ricostruzione e ad accollarsi il rischio di non riscuotere gli interventi eseguiti, però non si può più andare avanti così!” dichiara il Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro.

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