Tra le tante, ne “resistono” in tre …

L’anno nuovo tutto porta via ! Si suol dire, ma non sempre accade così, anzi avviene esattamente il contrario. Nel senso che determinate questioni, nonostante la loro portata sociale e quindi l’importanza che ne deriva, persistono, continuando a creare problemi, disappunti e malumori. Quest’oggi mettiamo a fuoco tre di siffatte “storie”, sperando che finalmente vengano affrontate e responsabilmente avviate a soluzione. Elenchiamole per esemplificare : 1) alloggi popolari assegnati ad aventi diritto, giammai abitati da anni e come tali da tornare ad assegnare ad altri in lista di attesa ;

2) contributi imposti ai consorziati del Consorzio di Bonifica di Venafro nonostante la mancata erogazione di servizi consortili che li giustificherebbero,

3) l’imposizione statutaria di quota annuale d’iscrizione all’Ordine Nazionale dei Giornalisti anche per pubblicisti/giornalisti disoccupati o sotto pagati, che da anni ne sollecitano l’esenzione e che, non ascoltati, continuano ad optare per la cancellazione dall’Odg. Partiamo dalla PRIMA DELLE TRE STORIE  : gli alloggi popolari assegnati e da anni non abitati, cioè non utilizzati. Accade un po’ ovunque, nonostante “la fame” abitativa di tanti che ben volentieri accederebbero tra le classiche “quattro mura”, ma sono impossibilitati a farlo perché chi ha in tasca la chiave della casa popolare non abitata si guarda bene dal riconsegnarla né le istituzioni pubbliche preposte ne chiedono la restituzione. Ed avviene così l’assurdo : da una parte assegnatari di alloggi popolari che, deciso per loro scelta di vivere altrove, non fruiscono dell’abitazione assegnata e non versano da anni alcun canone di fitto (!), dall’altra nessuna istituzione pubblica chiede loro la restituzione delle chiavi della casa popolare  per assegnarla finalmente ad altri aventi diritto e da anni in attesa. Ne consegue una doppia “beffa” sociale : lo Stato non incassa il fitto dovuto ed il “povero” cittadino che aspetta l’alloggio continua a restarne privo perché c’è chi continua a tenere in tasca le chiavi dell’alloggio che non usa né abita ! Commenti ? Praticamente inutili tanta lapalissiana, ovvia, appare la conseguenza socio/umanitaria , pensiamo ! SECONDA VICENDA : il Consorzio di Bonifica della Piana di Venafro non eroga servizi e prestazioni a tutti i consorziati iscritti ope legis negli elenchi consortili, ma ciononostante chiede tributi a tutti, compresi coloro che non ricevono alcuna prestazione consortile ricadendo le loro proprietà terriere ed immobiliari da decenni in aree urbanizzate e come tali non più nelle condizioni di fruire di alcun servizio consortile. Si é proprietari -si sostiene dall’ente di via Colonia Giulia- non importa ad esempio se solo di un immobile condominiale ad un piano rialzato per cui si deve il tributo ! La cosa, chiaramente, indispone tanti che anni addietro diedero vita al goliardico movimento popolare tutto venafrano ”Noi Consorziati Nostro Malgrado”, chiedendo la cancellazione dagli elenchi consortili non avendo motivo di restarvi iscrittti, ma dal Consorzio … non si mosse foglia e la gente, suo malgrado, continua inutilmente a pagare quanto appare non dovuto in base ad un semplice ma decisivo ragionamento, cioè “Se nulla ricevo, nulla devo !”. TERZA STORIA : la quota annuale d’iscrizione all’Ordine Nazionale Giornalist,i imposta anche a giornalisti/pubblicisti disoccupati o sotto pagati. Chiarito che si parla di quote modeste (100 euro annui, ridotti a 50 per i pensionati), è soprattutto una questione di principio o, se si preferisce, di “giustezza” sociale quella che segue. Se si é disoccupati (purtroppo é  il caso della maggior parte di giornalisti/pubblicisti iscritti all’Ordine) o sotto pagati, appare giusto esentare tali soggetti da imposizioni fuori luogo. Del resto, a prova della citata ingiustizia sociale, tanti pubblicisti/giornalisti anche molisani vista la reiterata impossibilità di ricavare alcunché dalla predetta iscrizione all’Odg hanno finito per non rinnovare l’iscrizione, abbandonando definitivamente l’Ordine. Cosa occorre per arrivare finalmente all’esenzione in tema, evitando la perdita emorragica di tanti colleghi giornalisti e pubblicisti ? La necessità di modificare a livello parlamentare lo statuto costitutivo dell’Odg  nazionale, apportando le agognate innovazioni statutarie. Del caso vennero interessati anni addietro il Presidente Bartoli dell’Odg nazionale ed alti Magistrati molisani in pensione i quali convennero sull’opportunità sociale delle innovazioni, pur non riuscendo a pervenire a soluzioni soddisfacenti e conclusive. Oggi, col nuovo Parlamento Italiano appena eletto, è il caso di “tornare alla carica”, investendone tra gli altri i quattro neo parlamentari molisani, ossia gli on.li Lancellotta, Cesa e Lotito ed  il sen. Della Porta, perché responsabilmente assumano le iniziative opportune a tutela di pubblicisti e giornalisti molisani, evitando che continuino a non rinnovare la loro iscrizione all’Ordine in ragione di una imposizione monetaria statutaria nient’affatto condivisa, stante la mancanza di lavoro o gl’introiti ridotti. Seguiremo da presso le tre “storie” nella convinzione che trattasi di giustizia sociale da rispettare.

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