A Venafro, sino agli anni ’70, si correva l’indimenticabile, bellissima ed assai coinvolgente “ Corsa r’ i Ciuccie e r’ i Cavaglie ” (Corsa degli asini e dei cavalli) durante le festività patronali di giugno

Le tradizioni, quale perdita non conservarle ! Soprattutto perché rappresentano storia, cultura e saggezza popolare, aspetti cioè assolutamente preziosi sotto il profilo sociale. Ciononostante facilmente svaniscono siffatte tradizioni, il tempo le cancella, la gente le dimentica e non sa quanto e quello che perde. A risentirne sono in primis  le nuove generazioni che crescono certamente con tanto in fatto di tecnica, cultura e sapienza moderna, ma con scarse informazioni sulle carissime ed assai preziose tradizioni del “tempo che fu”. Ed allora, sia per rinverdire tali momenti e sia per ribadirne valenza e valori socio/culturali, proviamo a prospettare qualcosa degli appuntamenti tradizionali del passato. Si prendaVenafro dove c’era una volta – all’incirca sino ai primi anni ’70, ossia qualcosa come mezzo secolo addietro ed oltre- l’esilarante da una parte ed intensissima dall’altra “ Corsa ri’ ciuccie e ri’ cavaglie “ (dialetto venafrano che sta per Corsa degli asini e dei cavalli), che si correva nel pomeriggio del 17 giugno, quale momento sportivo nell’ambito delle festività patronali dei tempi andati. Era un pomeriggio “di fuoco” (in senso buono, ovviamente) il 17 giugno del passato e per mesi ci si preparava all’evento. Nel  Venafro/paese dei decenni andati erano tanti gli animali nelle stalle private, solitamente utilizzati per i lavori nei campi e per il trasporto di merci e persone. Tanti i muli, numerosi i cavalli e cospicuo il numero degli asini. Ogni famiglia contadina ne aveva, per cui di tali quadrupedi fondaci e rimesse venafrane erano pieni. I proprietari li accudivano alla perfezione 365 giorni l’anno, utilizzandoli come detto per lavorare ed incombenze di vario tipo. Poi nel primo pomeriggio del 17 giugno, ricorrenza del Patrono San Nicandro, venivano ripuliti al meglio e tirati fuori dalle stalle per dar vita appunto alla tipica ed attesissima  “ Corsa ri’ ciuccie e ri’ cavaglie “, l’appuntamento sportivo del trittico festivo patronale. E lì cominciava la festa tipica del paese ! “ Ciuccie e cavaglie “ diventavano i protagonisti della festa e tutti i venafrani parteggiavano chi per l’uno e chi per l’altro ! Gli animali (negli ultimi anni dell’effettuazione del tutto s’è corso al Verlasce, ma in forma meno spettacolare) venivano portati, ovviamente procedendo sulle loro stesse zampe, sul piazzale della Basilica di San Nicandro, distante all’epoca un km. buono dall’abitato, e da lì dovevano partire col cavaliere in groppa a pelo (cioè senza sella)  per arrivare dopo 1.500 metri ed oltre di percorso di gara fatto di corsa, di gran carriera e tutto d’un fiato sotto la Torre Medievale di piazza Cimorelli, storico e tradizionale traguardo. Correvano prima “ i ciuccie “, gli asini, e successivamente “ i cavaglie “, cioè muli o cavalli. E il pubblico, assiepato lungo il percorso, incitava, gridava, parteggiava e spingeva ! Già, spingeva soprattutto “ i ciuccie “, che non volevano saperne di salire sino al rione Mercato e, terminato viale San Nicandro, tiravano diritto per tornare alla stalla, di solito al Verlasce ! E giù spinte, grida, incitamenti e tant’altro affinché i poveri “ ciuccie” proseguissero sino al traguardo ! Quindi la più spettacolare ed intensa “ Corsa ri’ cavaglie “. Quattro, cinque, sei ect. di tali eccezionali quadrupedi, tanto muli che cavalli, partivano di tutta carriera dal piazzale della Basilica del Santo Patrono, coi cavalieri che li montavano a pelo e che li incitavano al massimo perché fossero avanti, primi ! Ed altrettanto faceva il pubblico ai lati di viale San Nicandro, Corso Molise, piazza D’Acquisto, via Roma e piazza Vittorio Veneto, ossia lungo il tragitto, perché il proprio osannato quadrupede fosse primo al traguardo di piazza Cimorelli ai piedi della Torre Medievale. Altamente spettacolare era l’attacco di via Roma, tratto in salita di 200 metri sui sanpietrini, sui quali gli zoccoli di muli e cavalli lanciati a tutta corsa facevano partire scintille spettacolari e paurose assieme ! Finalmente l’arrivo e da lì in poi gli osanna per cavallo o mulo e cavaliere vincitori e tutt’altro per i restanti, col popolo che gioiva soddisfatto dopo tanta partecipazione ed altrettanto clamore ! Oggi, purtroppo, è tutto scomparso ! E la cosa non è da poco, si creda !

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