di Christian Ciarlante

Vi siete mai chiesti come sarebbe il Molise se fosse governato da politici del Nord Europa? Sicuramente, qualcuno di voi, in qualche circostanza se lo sarà chiesto e la risposta sarà stata: Magari! Un Molise guidato da un governo regionale a trazione ‘norvegese’ (diamo ampio spazio alla fantasia), quasi certamente, al 90% avrebbe due marce in più.

Aspettative di vita, ambiente, lavoro, infrastrutture, scuole, ospedali e sicurezza sociale, cambierebbero radicalmente in positivo grazie a politiche economico-sociali ben diverse dalle nostre. Per una volta la famosa luce in fondo al tunnel sarebbe ben visibile. Ci sarebbe un approccio più inclusivo, equo ed equilibrato alla crescita economica che promuoverebbe lo sviluppo sostenibile, l’eradicazione della povertà, e il benessere di tutte le persone. Cose che adesso per noi sono solo una chimera. La pressione fiscale sarebbe più equa, ma rimarrebbe alta, però tutti pagherebbero le tasse (teoricamente).

Il sistema scolastico potrebbe essere all’avanguardia, le scuole sarebbero più sicure, la parità di genere sarebbe un fatto reale e le strade non sarebbero più simili a mulattiere. Il lavoro ci sarebbe per tutti (si spera), gli stipendi sarebbero elevati, esisterebbe il congedo parentale paterno per addirittura un mese e il servizio sanitario nazionale pagherebbe l’assistenza domiciliare agli anziani nelle loro abitazioni. Si punterebbe tutto sulla “Blue Economy”: un modello di business a livello globale dedicato alla creazione di un ecosistema sostenibile grazie alla trasformazione di sostanze precedentemente sprecate in merce redditizia.

Le aziende sarebbero invogliate ad investire nella nostra regione, grazie ad un deciso cambio di passo per quanto riguarda le politiche economiche. Di certo il turismo ne trarrebbe giovamento. Quasi certamente non avremmo a che fare con le orripilanti pale eoliche, i viadotti e i ponti sarebbero costruiti a regola d’arte e forse, si tornerebbe a studiare seriamente l’educazione civica.

Bisogna anche dire che nei Paesi scandinavi non è tutto rose e fiori, il loro modello di ‘welfare’, è sì tra i migliori, ma cio’ non significa che tutto sia perfetto, anche per i nordici esistono i problemi. La loro mentalità è diversa dalla nostra, c’è un modo diverso di approcciare alla vita, di lavorare, di studiare, di divertirsi, ma in tutta onestà, a noi molisani, non farebbe male cambiare se questo puo’ significare un miglioramento delle nostre vite. Il rapporto tra politica e cittadini sarebbe diverso, idem tra istituzioni e cittadini, la pubblica amministrazione sarebbe molto più efficiente.

Raccontato in questi termini, è tutto semplice e realizzabile, ma non dimentichiamo mai che viviamo in Italia. Anche nel piccolo Molise, c’è chi non paga le tasse, non rispetta le leggi, è corrotto, commette crimini, non rispetta il codice della strada, non fa la differenziata nel modo corretto, non rispetta l’ambiente, etc.. Sulla politica si è detto di tutto e di più, aggiungere altro non cambierebbe il risultato. Il primo cambiamento, però, dovrebbe riguardare proprio il modo di fare politica.

Ma si puo’ immaginare un Molise tutto perfettino, dove funziona tutto, dove la politica lavora per il bene comune, il lavoro non manca e tutti vivono serenamente? Francamente per i molisani sarebbe troppo, ne rimarrebbero traumatizzati. Diamoci un pizzicotto, svegliamoci e torniamo alla nostra triste realtà. Il molisano ha necessità di confrontarsi, di scontrarsi, ama cavarsela da solo, ama ridere delle avversità della vita (forse più del dovuto), al molisano il perfetto gli va di traverso.

Non siamo i più felici al mondo, ma con la nostra voglia di far festa, le tavole apparecchiate, le famiglie generose, i mille problemi, e le contraddizioni da superare giorno dopo giorno, siamo di sicuro i più “allegri”. Consoliamoci in questo modo, sperando che un giorno, se il Molise dovesse ancora esistere, le cose andranno meglio. Utopia? Forse sì, ahimè!

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