di Redazione

Domenica 24 novembre – ore 18.00 – Lunedì 25 novembre – ore 20.30

Ispirato a Re Lear di W. Shakespeare, il Re Liar di Anà-Thema si svolge interamente in una stanza di manicomio dove coesistono in bilico il senso della follia e della ragione. La riscrittura e la contaminazione del testo Shakespeariano partono già dal titolo che diventa LIAR e non LEAR… Re bugiardo quindi! Una riscrittura drammaturgica che si lascia nutrire dal testo originale, creando atmosfere sospese che si alternano tra il dramma e il thriller psicologico dove i pazienti sono sottoposti ad una terapia sperimentale per guarire dalla loro follia, guidati da un medico e un infermiere. Il sipario si apre sulla storia di un uomo, un attore che si trova imprigionato nel suo ultimo ruolo al punto da sentirsi posseduto da esso e dal quale non riesce a separarsi neanche nella vita reale. Uno spettacolo che colpisce lo spettatore con giochi psicologici e un colpo di scena, tanto da porre un punto interrogativo sulla trama stessa, la quale si appresta a diverse interpretazioni. Lo spettatore è accompagnato ad entrare nei meandri dell’inconscio del protagonista analizzando perfettamente la sua mente folle e le cause di tale pazzia. Il protagonista usa la follia per negare a se stesso tutti i peccati fatti e i traumi subiti dalla vita, inscenando nella sua contorta mente uno spettacolo nello spettacolo che lo vede vittima di tutto e tutti, costantemente in bilico tra l’attore e il personaggio. La scenografia riporta alla stanza d’ospedale psichiatrico, con letti e tavoli di ferro, grandi pareti bianche e un pavimento bianco e nero, a ricordare quell’infinita partita a scacchi che giochiamo ogni istante per mantenere l’equilibrio. Il tempo scorre attraverso i dialoghi tra colui che chiede e colui che racconta diventando il preambolo per approfondire un mondo tanto surreale quanto estremamente vero, dove appaiono i fantasmi dei personaggi della storia. Sul filo sottile della ragione e della pazzia un paziente psichiatrico racconta, all’apice della sua terapia, il suo essere Re Lear… Esprime la sua realtà che appare agli occhi di tutti una lucida finzione ma, che col passare del tempo riesce ad instillare il dubbio della ragione. Un giovane monarca anziano o solo un uomo che crede di essere un re? Un regno distrutto o solo una famiglia persa per un amore violento? In definitiva, questo Re Liar, consente al pubblico di testare i limiti della resistenza di fronte alla follia e all’assenza di significato, ponendo il dubbio su ciò che è reale e ciò che è finzione. 

 

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