di Redazione

Sabato 2 marzo i “trattori” della Valle del Volturno in una manifestazione a Venafro:  “difendiamo il nostro e il vostro futuro”.

Le proteste degli agricoltori che hanno bloccato con i loro trattori diverse strade e caselli autostradali, in varie parti del Paese, da Nord a Sud, arrivando fino nel cuore di Roma e di Bruxelles, hanno posizioni comuni, criticano le politiche agricole europee, considerate eccessivamente ambientaliste e poco attente alle necessità dei lavoratori, sono contrari ai cosiddetti “cibi sintetici” e chiedono al governo italiano di mantenere alcune agevolazioni fiscali a favore degli imprenditori agricoli, che sono in difficoltà a causa dell’aumento dei costi di produzione. Richieste precise anche se l’agricoltura è un tema enorme, ma la forma di protesta adottata dai manifestanti vorrà pur significare qualcosa. Le richieste hanno a che fare con la Politica agricola comune (PAC), l’insieme di norme che regolano l’erogazione dei fondi europei per l’agricoltura con  obiettivi fondamentali per garantire un reddito equo agli agricoltori, proteggere la qualità dell’alimentazione e della salute, tutelare l’ambiente e contrastare i cambiamenti climatici. E Proprio le norme relative alla salvaguardia ambientale sono tra le più contestate dagli agricoltori. “Siamo al disastro, tra tasse e accordi internazionali con Paesi che permettono di portare qui merci a prezzi stracciati. Anche i consumatori avranno un danno, non mangiando più prodotti italiani”. E’ questa non è soltanto una semplice protesta ma un vero e proprio grido di allarme. “Si rischia una gravissima crisi alimentare, a meno che non inizieremo a mangiare cavallette, vermi e carne sintetica. Qui ci vogliono portare”. Insomma come dargli torto? In Molise le manifestazioni dei cosiddetti “trattori” hanno praticamente toccato tutto il territorio, da Termoli e Campobasso per poi arrivare a Isernia, e sabato 2 marzo sarà la volta di Venafro, dove è previsto un raduno dei “trattori” con lo slogan: “la Valle del Volturno alza la voce”, per far sentire la partecipazione di questo territorio sulle problematiche del settore: “ci stanno tagliando le gambe”, riforme ambientali, green deal europeo, aumento dei costi di produzione e della tassazione, spauracchio cibo sintetico e dunque tutela del Made in Italy. Non ci si rende conto che senza agricoltura niente cibo e niente futuro”.

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