di Redazione

L’Università delle Generazioni di Agnone del Molise vanta il privilegio di avere avuto (stampato proprio pochi giorni fa in questo aprile 2024 dall’editore calabrese Rubbettino) copia del libro del molisano Giose Rimanelli “Peccato originale”. Prosegue, quindi, alla grande il gemellaggio culturale tra Molise e Calabria, dove a Soveria Mannelli (CZ) da qualche tempo vengono riproposti e riportati a nuova vita le Opere letterarie di questo prolifico scrittore di Casacalenda (dove è nato nel 1925) costretto ad andare “esule” negli Stati Uniti, dove è deceduto nel 2018 alla veneranda età di 93 anni. Infatti, dopo i romanzi “Tiro al piccione” (2022 dalla edizione 1953), “Una posizione sociale” (2023 ex 1959), adesso Rubbettino pubblica, appunto, “Peccato originale” (ex 1954) a completamento di un significativo e paradigmatico “trittico” letterario. Come mai tutto questo interesse per Giose Rimanelli, uno scrittore che, tutto sommato, è stato uno degli Autori italiani del ventesimo secolo tra i più vituperati, irregolari, esuli, raminghi e solitari anche se tra i più geniali e significativi?…  Nonostante nel suo Molise non sia ancora adeguatamente considerato (anzi alcuni ancora se ne vergognano per il suo passato di repubblichino e fascista) Rimanelli ha una sempre crescente rivalutazione a livello anche internazionale soprattutto per gli argomenti che ha portato avanti con energia ed onestà intellettuale e che risentono ovviamente pure della sua esperienza di vita e di studi negli Stati Uniti, dove la globalità è più evidente della stessa polifonica ed esuberante Europa. Farebbero bene, perciò, i molisani a leggere e possibilmente studiare l’ampio spettro tematico di tale scrittore, lasciando da parte i preconcetti condizionamenti ideologici che, specie se a distanza di parecchi e veloci decenni, pèrdono di validità critica e concettuale. C‘è in lui una realtà umana e sociale che non può essere sottovalutata o elusa. Oltretutto, Rimanelli scrive spesso del Molise, che resta utilmente la sua più utile ispirazione e il riferimento privilegiato nella sua vita sentimentale e sociale. Infatti, nel “Peccato originale” egli propone una storia di sangue e di terra; in particolare di lotta contro il destino ed il fatalismo in cerca di una via d’uscita alla povertà e all’ignoranza che, quasi sempre, è la fuga, l’emigrazione. Da cui ha origine la dolente realtà del forte (anzi non più sostenibile) spopolamento attuale che desertifica tutto e tutti: territorio, ruralità e paesi, impoverendo persone e società esponendo ognuno ad una precarietà e ai rischi esistenziali anche tragici. In fondo ricalca quanto quasi tutti gli scrittori meridionali hanno evidenziato (specialmente dopo la mala-unità italiana del 1861) nel corso di questi 163 anni da quella proditoria e predatoria conquista del Sud che oggi viene esacerbata ancora di più con la pretesa di un’Autonomia differenziata che di fatto divide l’Italia in tante piccole precarie “Repubbliche” riportandola la Nazione a prima del 1860, distruggendo tutto ciò che le generazioni precedenti avevano conquistato a prezzo di tanto sangue. Cosicché “Peccato originale” è una riflessione ininterrotta sulla morale e sulla difesa della dimensione umana e sociale. Senza questa lotta si giunge all’autodistruzione, come in effetti sta avvenendo nella pratica quotidiana e storica. Come si può arguire, lèggere Giose Rimanelli in questo “trittico” letterario (Tito al piccione – Una posizione sociale e Peccato originale) potrebbe essere considerato un vero e proprio dovere civico da parte di ogni italiano, specialmente dei suoi corregionali molisani. Ed è ciò che raccomanda e sollecita l’Università delle Generazioni di Agnone.

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