Pievequinta, ‘Sirri’ contribuirà alla famosissima crema spalmabile (come altre cooperative). Alberi piantati nel 2020, mercoledì la prima raccolta: attesi 25 quintali

La cooperativa agroalimentare romagnola ‘Terremerse’ ha avviato con l’azienda Ferrero – produttore di un marchio mitico come la Nutella – un importante progetto per creare la prima filiera di qualità, tracciabile e 100% italiana di nocciòlo, non solo in Emilia-Romagna, ma anche Lazio, Lombardia, Marche, Toscana, Umbria e Veneto. L’industria dolciaria italiana è sempre più alla ricerca di un prodotto nostrano e l’italianità della nocciola è quindi un plus riconosciuto e di valore.

Mercoledì presso l’azienda agricola ‘Sirri’ di Pievequinta è stata effettuata la prima raccolta delle nocciole, con le piante messe a dimora nel dicembre 2020. “Nel complesso abbiamo 7 ettari dedicati a questa coltivazione – spiega Franco Garavini che insieme a Enrico Sirri gestisce il terreno – e dopo quattro anni siamo soddisfatti del risultato ottenuto”. Si tratta di 600 piante per ettaro per una produzione di 25/30 quintali di nocciole all’anno, con due raccolte programmate a 15 giorni di distanza l’una dall’altra. L’Italia è il secondo produttore mondiale (dopo la Turchia) e il primo consumatore: negli ultimi anni la domanda del mercato è cresciuta del 30%.

Il nocciòlo necessita di un ridotto utilizzo di agrofarmaci e nutrizionali e richiede un fabbisogno idrico limitato, adatto dunque a estati sempre più secche. Preferisce le zone di pieno sole o parzialmente ombreggiate e ha superato brillantemente l’alluvione che ha colpito la Romagna nel 2023 e i periodi di caldo intenso e siccità: nella terra di pesche e albicocche potrebbe essere una svolta. Inoltre, dicono, il nocciolo fa bene all’ambiente perché trattiene l’anidride carbonica in eccesso prodotta dalle attività dell’uomo.

redazione

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