di T.A.

Si fa un gran parlare nel periodo, tanto in tv che sulla carta stampata, del momento difficile che sta vivendo la sanità pubblica per i ripetuti episodi d’intolleranza in danno di personale sanitario nelle strutture sanitarie pubbliche da parte di privati cittadini, contrariati per le problematiche e le delicate condizioni di salute di parenti e familiari, condizioni di salute che gl’interessati addebitano al personale sanitario, e conseguentemente esasperati a tal punto da aggredire medici, infermieri ect. di ospedali e pronto soccorso, ritenendoli responsabili del precario stato di salute dei propri congiunti. L’ultimo increscioso episodio è quanto capitato ad un medico schiaffeggiato da un cittadino tanto da riportare la rottura del timpano di un orecchio. Si, è fenomeno purtroppo via via sempre più diffuso a livello nazionale, tanto da indurre in qualche caso le istituzioni pubbliche a richiedere addirittura l’intervento dell’Esercito a protezione dei lavoratori della sanità pubblica. Purtroppo è la conferma in taluni casi, come scritto innanzi, del momento delicato  della sanità pubblica in determinate zone della Penisola e della necessità di tutelare l’incolumità fisica dei lavoratori del settore. Ossia malati e congiunti esasperati, e medici, infermieri ect. aggrediti e picchiati ! No, tanto non va, è fuori di dubbio, né è affatto ammissibile. Già, ma è sempre ed ovunque così, cioè violenze senza freni ? “No !”, è la secca replica di tanti cittadini che hanno vissuto in prima persona tutt’altre situazioni, ben diverse da quelle “al limite” appena descritte. “Certamente ci sono casi difficili sul territorio nazionale, come confermano le aggressioni nei pronto soccorso e nelle stesse corsie ospedaliere in danno di medici e personale sanitario per presunte negligenze e leggerezze -è la puntualizzazione di molti- ma è sbagliato generalizzare, facendo passare per abbondantemente deficitario l’intero apparato della sanità pubblica, che al contrario è ben diverso. Per fortuna risultano infatti casi di tutt’altro stampo, con piena soddisfazione di pazienti e loro familiari che gradiscono apertamente quanto viene fatto a favore dei loro congiunti ricoverati. E questo si registra in tante aree della nostra nazione e in tante strutture sanitarie pubbliche, a ribadire che aldilà di episodi incresciosi e da condannare d’acchito la sanità pubblica italiana è positiva e ben accetta, leggi funziona ! Ne sono prova gli ottimi riscontri che arrivano dal sud, dal centro e dal nord d’Italia, con professionalità di tutto rispetto, gentilezza assoluta del personale preposto, strutture di piena affidabilità ed esiti quanto mai graditi ai pazienti e ai loro congiunti. Giusto per citare vanno citate le positività professionali di aree sanitarie quali quella bergamasca, l’ abruzzese, la laziale e dello stesso Molise a testimonianza che non é affatto tutto da buttare, ma esistono realtà di piena e soddisfacente positività tant’è le soddisfazioni  dell’utenza. Ergo, appare certamente esagerato e sbagliato generalizzare il discorso, facendo passare per malato e relativamente affidabile buona parte del settore italiano della sanità pubblica, che al contrario si dimostra ambito assolutamente garantista della salute del cittadino grazie appunto ai tanti riscontri positivi che ovunque e tutti i giorni in Italia si ha modo di riscontrare e fruire”. Ed allora, sanità pubblica nazionale indubbiamente da migliorare in diversi ambiti, ma da qui a dire che è tutto da cambiare e niente funziona in ambito assistenziale, medico e sanitario italiano ce ne passa e non risponde affatto alla realtà delle cose, se è vero -come é vero- che ci sono per fortuna individualità professionali sanitarie di pieno affidamento sull’intero territorio nazionale e servizi sanitari di pieno affidamento per la sicurezza, la garanzia e l’affidabilità del cittadino. Anche se tutto questo purtroppo non esclude che non si verificheranno in futuro ulteriori episodi d’intolleranza verso l’apparato sanitario da parte dell’utenza.

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