di T.A.

In paese a Pozzilli, in Molise, lo ricordano sempre con affetto ad oltre 40 anni dalla scomparsa per la sua naturale bontà e l’altruismo che gli era innato. In effetti il personaggio in tema, “Zio” Nicandro Franchitti, fece tanto per gli ebrei a Roma nel corso dell’ultimo periodo bellico da meritare oggi il ricordo nella giornata della memoria e l’appellativo postumo di “Salvatore di Ebrei” a Roma. “A stabilirlo -scriveva Forche Caudine, periodico dei molisani nella Capitale- è stata la commissione per la designazione dei Giusti dell’Organismo Internazionale “The Olocaust Martyrs and Heroes Remenbrance Authority Yad Vashem” di Gerusalemme”. Nel merito la comunicazione ufficiale della direttrice di tale organismo Irena Steinfeldt inviata all’epoca ai familiari dell’uomo. “Abbiamo il piacere di comunicare -scriveva sempre il periodico romano- che la commissione per la designazione dei Giusti ha deciso di conferire il titolo di Giusto tra le Nazioni al defunto Nicandro Franchitti per l’aiuto dato agli ebrei durante il periodo dell’olocausto a rischio della sua vita. Una medaglia ed un certificato d’onore saranno spediti all’Ambasciata israeliana a Roma che organizzerà una cerimonia in suo onore. In futuro il suo nome sarà aggiunto sul “Muro dell’Onore dei Giusti a Yad Vashem”. Cosa faceva nella realtà il molisano per gli ebrei a Roma ? Residente per lavoro assieme alla propria famiglia nella Capitale, appena libero da impegni si prodigava di continuo per gli ebrei nel ghetto della città eterna, anche a rischio della propria incolumità. Li aiutava come poteva, fornendo loro generi di prima necessità, abbigliamenti e quant’altro. Le testimonianze di siffatto altruismo sono arrivate dagli stessi ebrei di Roma scampati ai nazisti ed aiutati dal molisano, che a ragione è oggi annoverato tra i Giusti tra le Nazioni e perciò degno e meritevole di essere ricordato nel Giorno della Memoria.

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