di Redazione

Doveva essere il 10 ottobre la riapertura della tratta fra Isernia e Roccaravindola se rileggiamo il comunicato della RFI dove si informava dell’ultimazione delle opere di ammodernamento tecnologico e del potenziamento infrastrutturale della linea. Ma la riattivazione di tutti i treni in arrivo e in partenza dalla stazione di Isernia lungo la tratta Campobasso/Roma, con conseguente eliminazione del servizio sostitutivo su gomma tra il capoluogo e Roccaravindola, non è ancora realtà. Così il Sindaco di Isernia, Piero Castrataro, puntualizza nuovamente il problema con una richiesta diretta alla Regione Molise. In effetti, Il primo cittadino di Isernia ha formalmente chiesto un incontro tematico, alla presenza delle istituzioni regionali, e dei rappresentanti di Trenitalia e di RFI, delle Organizzazioni sindacali di categoria e delle Associazioni dei consumatori, per ottenere chiarimenti circa il mancato ripristino della suddetta tratta, sulla quale, come detto, sarebbero terminati i lavori di elettrificazione. «Dalle informazioni in nostro possesso – ha dichiarato Castrataro – il percorso ferroviario compreso tra le stazioni di Isernia e Roccaravindola sarebbe fruibile. Ѐ già sufficientemente frustrante assistere ad un allungamento dei tempi per la completa elettrificazione della tratta Roma/Campobasso. Ci hanno comunicato che gli interventi non saranno ultimati prima di dicembre 2024, tra l’altro, con un esorbitante aumento dei costi. I disagi per i pendolari, soprattutto dettati dai tempi di percorrenza, sono evidenti. Altrettanto pesanti – ha continuato il Sindaco – i riflessi economici ed ambientali. Una situazione divenuta insostenibile, che merita la giusta attenzione da parte degli organi preposti. Se esistono impedimenti alla piena operatività della stazione di Isernia e alla riduzione del ricorso ai mezzi sostitutivi su gomma, i cittadini devono esserne informati. Per questo e per avere i necessari chiarimenti sulla questione – ha concluso Castrataro – ho chiesto un incontro alle istituzioni regionali preposte».

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