di T.A.

DA RICORDARE ANCHE LE VITTIME INNOCENTI DELLA GROTTA DI “CHIAIONE”, CADUTE TRAGICAMENTE SOTTO IL “FUOCO AMICO”

Ricorre il 15 marzo prossimo l’ottantesimo tragico anniversario del bombardamento di Venafro, città dichiarata martire tant’è i riconoscimenti istituzionali attribuiti nei decenni trascorsi su espresso interessamento di amministratori locali e comuni cittadini dell’epoca al fine di ufficializzare il sacrificio ed il tributo di sangue di tanti inermi venafrani ambosessi e di ogni età. In effetti Venafro venne investita negli anni ‘40 dai ripetuti bombardamenti nemici e addirittura anche dal cosiddetto “fuoco amico” degli alleati a stelle e strisce i cui bombardieri, male interpretando le carte in loro possesso, scambiarono Venafro per la vicina Montecassino dov’erano diretti per stanare le truppe naziste e sganciarono sull’inerme Venafro e sulla sua popolazione civile il loro carico distruttivo e mortale. La tragedia, che ebbe più fasi, fu enorme e devastante! Al termine centinaia furono i venafrani a terra e tantissimo il patrimonio abitativo distrutto, di cui la città ha conservato traccia sino a qualche anno addietro! Una piaga enorme che Venafro non dimentica e che da 80 anni celebra, commemorando i tanti civili caduti. Lo farà anche il prossimo 15 marzo con la Santa Messa alla Chiesa dell’Annunziata, il corteo istituzionale col Gonfalone della Città per le strade cittadine e la deposizione della corona di fiori al Monumento ai Caduti di tutte le guerre in piazza Vittorio Veneto al rione Mercato. Con siffatta commemorazione s’intende ricordare, pensiamo, anche la tragedia dei civili venafrani -oltre venti ambosessi di ogni età- che trovarono la morte nello stesso periodo bellico nella grotta di Chiaione, periferia ovest dell’abitato, dove si erano rifugiati per ripararsi dal cannoneggiamento alleato che intendeva colpire l’accampamento tedesco al Campaglione e che invece centrò tanti “poveri” civili! Tragedia nella tragedia di cui tutta Venafro conserva doverosa memoria.

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