Zuccherificio del Molise. In ‘esclusiva’ riportiamo il verbale della seduta della II Commissione Lavoro e Agricoltura convocata lo scorso 29 novembre su richiesta avanzata delle sigle sindacali Fai Cisl AbruzzoMolise, Flai Cgil Molise e dalla Uila Uil Molise, alla quale erano presenti: Il presidente di commissione Salvatore Micone, i commissari Filippo Monaco, Patrizia Manzo e Massimiliano Scarabeo. Assente Nicola Cavaliere. Erano presenti anche delle ex maestranze dello Zuccherificio.

PRESIDENTE

Buonasera a tutti. Sono le ore 16:15 e diamo inizio a questa seduta di Seconda Commissione. Do il benvenuto ai delegati delle organizzazioni sindacali CISL, CGIL e UIL, con la delegazione dei lavoratori dello Zuccherificio del Molise. E ringrazio per la presenza l’Assessore allo Sviluppo economico Carlo Veneziale per essere qui oggi presente in Commissione, e saluto i colleghi Commissari della Seconda Commissione.

Ci è pervenuta in Commissione la richiesta delle sigle sindacali CISL, CGIL e UIL aventi ad oggetto richiesta d’incontro Zuccherificio del Molise, leggo velocemente: “In considerazione a quanto in oggetto, e in riferimento la delibera d’impegno della Giunta regionale del 18 ottobre 2016, ad attivare ogni iniziativa utile alla risoluzione della vertenza Zuccherificio del Molise. Le scriventi organizzazioni sindacali sono a richiedervi un incontro al fine di valutare lo stato di avanzamento degli impegni assunti e pianificare ulteriori iniziative a sostegno dei programmi di ricollocazione e di ulteriori forme di sostegno al reddito, anche in considerazione che, da giugno 2018, alcuni ex-lavoratori dello Zuccherificio termineranno il periodo di mobilità”.

Rispetto a questa nota, come previsto dal nostro Statuto, ho dovuto fare richiesta al Presidente del Consiglio al fine di essere autorizzato ad avviare quella che è un’indagine conoscitiva sullo stato dei fatti, sulla situazione. C’è stata quest’autorizzazione da parte del Presidente, quindi oggi facciamo questa seduta con l’audizione delle organizzazioni sindacali e dell’Assessore, al quale seguirà poi una relazione di questa Commissione al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta regionale.

Quindi diamo inizio a questa seduta, facendo intervenire i delegati delle organizzazioni sindacali, pregando di comunicare, ad inizio dell’intervento, il nominativo e la sede sindacale che rappresentano. Grazie.

RAFFAELE DE SIMONE, FAI CISL ABRUZZO MOLISE

Buonasera. Raffaele De Simone, FAI CISL Abruzzo Molise.
Grazie per la disponibilità e d’averci convocato questa sera a questa riunione e quindi di aver accolto questa nostra richiesta. Dunque, sarò abbastanza breve, ma ad oggi, così come riportato sul nostro documento, non abbiamo grandi riscontri in ambito a quella nostra lettera, a quel documento d’impegno da parte della Regione Molise, che fu deliberata (inc.). Il vero problema è che i lavoratori a breve, e un primo gruppo a giugno prossimo, resteranno senza l’ammortizzatore sociale. Così com’è vero che ci sono ulteriori problemi per immaginare o ipotizzare un ulteriore periodo a copertura con un’eventuale mobilità in deroga regionale che ad oggi ancora non c’è. Sappiamo che sono stati avviati quei famosi bandi relativi alla formazione con l’obbligo, al termine del periodo di assunzione per l’impresa, ma ad oggi anche in questa direzione non abbiamo dei percorsi pianificati che possano, in qualche modo, proiettare o darci una presupposizione che ci sia un’eventuale ricollocazione degli stessi. Riteniamo che in questa fase, benché siano state messe in azione alcune iniziative, vadano le stesse rafforzate e vadano trovati e ricercati strumenti a garanzia di questi lavoratori, perché oramai, diciamo, sei mesi non ci vuole nulla che trascorrano. E poi – e poi- fra altri sei mesi sarà terminato il periodo dell’ammortizzatore per tutti gli altri lavoratori dello zuccherificio. Quindi vorremmo una vostra delucidazione in ambito a eventuali stati di avanzamento in materia che a noi oggi sfuggono. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie. Chi interviene?

FLORINDA DI GIACOMO, FLAI CGIL MOLISE

Allora, Florinda Di Giacomo, Flai CGIL Molise.
Va bene, io rafforzo quanto detto dal collega della FAI. Noi siamo di fronte comunque a una serie di politiche attive che la Regione Molise ha messo in atto, relativo ai tirocini formativi, relativo all’autoimpiego. E però di queste politiche attive non abbiamo contezza, cioè non abbiamo un riscontro. Quello che sappiamo è che alcuni lavoratori, fortunati loro, sono impegnati in alcune attività presso alcune aziende perché hanno avuto la fortuna di avere diciamo un contratto a tempo determinato in alcune aziende. Purtroppo la maggior parte dei lavoratori, lo potete vedere in questa sala come fuori, il problema del lavoro ancora non lo risolvono. Noi ci troviamo a vivere comunque una situazione che è uno stato di fatto, nel senso che gli ammortizzatori sociali hanno avuto una brusca riduzione per via delle leggi che si sono succedute a livello governativo, e nei fatti questi lavoratori, a fronte di una potenziale mobilità di quattro anni, hanno invece la possibilità di fruire i più fortunati di soli due anni e i meno fortunati di 12 mesi o 18 mesi, quindi come diceva lei a giugno del 2018 alcuni lavoratori perderanno completamente ogni sostegno al reddito. Per cui ovviamente l’auspicio è che l’area di crisi complessa di cui ancora, insomma, non abbiamo… di cui ci occorre anche un dato anche rispetto all’evoluzione dell’area di crisi semplice che insiste nella zona di Termoli. Bisogna avere anche riscontro rispetto a, come dire, il tiraggio dei tirocini formativi. Sappiamo che l’autoimpiego ha avuto un po’ di tiraggio, ma forse non rispetto a questa platea di lavoratori se non casi sporadici, e abbiamo sicuramente un dato certo che è quello che ai primi lavoratori la mobilità scade giugno 2018. Sappiamo che il senatore Ruta si era adoperato affinché nella Finanziaria vi fossero dei provvedimenti ad hoc per il settore saccarifero, purtroppo ci hanno detto che non si è avuto riscontro. E comunque questa regione sta pagando uno scotto altissimo perché per i doverosi tirocini formativi che vanno fatti, perché lo vuole il Governo, dice “sostituiamo le politiche passive con le politiche attive”, ma le politiche attive vanno fatte dentro le aziende. Ma qui assistiamo al fatto che -vedo Monaco che…- 500 interinali nella FIAT rischiano di non vedere rinnovato il contratto di lavoro. Quindi questa regione è una regione che sta vedendo un depauperamento di quelle che sono le forze di lavoro. Quindi c’è un problema gravissimo di lavoro in questa regione. Posto questo, e siccome le aziende non vengono qui dall’oggi al domani e magari venissero, comunque non si tirano su delle aziende dall’oggi al domani, c’è da attenzionare assolutamente il fatto che ci abbiamo una platea di lavoratori, in primis i lavoratori dello Zuccherificio, che da qui a sei mesi perdono ogni forma di sostegno al reddito. E, quindi, chiediamo se c’è la possibilità come l’anno scorso di prolungare l’ammortizzatore sociale in deroga. L’anno scorso e due anni fa è stato fatto, no, l’anno scorso è stato fatto il provvedimento a valere su due anni rispetto alla possibilità di allungare cinque mesi nelle aree di crisi semplice, e coloro i quali venivano fuori da una mobilità ordinaria che terminava, e quindi ci chiediamo se questo provvedimento può essere anche attuato quest’anno, posto che comunque è una soluzione di brevissimo respiro. Dopodiché io vi chiedo, non so se questo è il luogo opportuno, però chiedo di interessare tutte le forze politiche affinché a livello nazionale si ponga il problema del Molise come un problema che è complicato gestire. Io mi rendo conto che è anche complicato per gli amministratori, perché quando le leggi cambiano in maniera così massiva e così incisiva, e però le condizioni di vita poi dei lavoratori si scontrano subito rispetto a queste situazioni. Ed è, come dire, una situazione che non è per niente positiva, perché perdere il reddito significa insomma stare in mezzo a una strada, posto che ci sono alcuni lavoratori che sono monoreddito, e quindi sono gli unici che in famiglia portano un reddito, con figli a carico, figli piccoli e quant’altro.
Grazie per la convocazione.

PRESIDENTE

Grazie.

Chi altro deve intervenire? Prego.

RAFFAELE PRIMIANI, UILA-UIL MOLISE

Mi presento: Raffaele Primiani della UILA-UIL Molise.
Io rafforzo, dei miei predecessori, quello che hanno detto perché la situazione è grave, loro fra cinque mesi perdono la mobilità. Restano senza stipendio, senza ammortizzatori sociali. Ci sono stati dei bandi, sì, però non c’è stata una loro ricollocazione. Dobbiamo fare di tutto per farli ricollocare, perché in quest’assise proprio, dopo un documento fatto dalle nostre segreterie nazionali, si è decisa una loro ricollocazione. Noi quello vogliamo. Loro vogliono lavorare. A voglia a girare, perché pure altri cinque mesi di mobilità diventa una cosa tampone. Loro vogliono il lavoro, questo vogliono.
Ho finito, Presidente.

PRESIDENTE

Bene, grazie.

Altri interventi? I colleghi intervengono dopo, Patrizia, Massimiliano, dovete dire qualcosa?

Va bene, allora, interviene l’Assessore Carlo Veneziale, l’Assessore allo Sviluppo economico, prego.

ASSESSORE VENEZIALE

Buonasera, buonasera a tutti. E innanzitutto grazie per averci dato quest’occasione di confronto che ci consentirà di approfondire alcune questioni e alcuni temi che sebbene già altre volte affrontati, in quest’occasione potranno essere sviscerati in maniera organica. Mi scuso per due motivi: innanzitutto per il ritardo della mia presenza alla riunione di oggi; e perché, sempre a causa di impegni sopraggiunti, questa riunione che era prevista per mercoledì scorso è stata rinviata ad oggi. In apertura solo una precisazione di carattere più tecnico che di approfondimento rispetto alla richiesta di convocazione che contiene un refuso, tra l’altro di non grosso conto, ma che ritengo opportuno sottolineare, che la deliberazione dell’ottobre 2016, l’impegno, non è contenuto in una delibera di Giunta come, a causa di un refuso, riportato nella richiesta di convocazione, ma si tratta di un Ordine del giorno del Consiglio regionale che appunto fu assunto in data 18 ottobre 2016, segnatamente la deliberazione numero 321 di cui al verbale 36 del 2016. Questo per inquadrare i documenti che sono a fondamento del nostro approfondimento che andiamo ad affrontare oggi. La questione relativa alla platea dei lavoratori, già dipendenti dell’ex-Zuccherificio, è stata affrontata a partire dal periodo in cui dovemmo insieme risolvere il problema della mobilità ordinaria che siamo, per dare un orizzonte temporale, nel dicembre del 2016, quando a causa delle vicende societarie tra lo Zuccherificio del Molise Spa e il nuovo Zuccherificio del Molise Srl, dovemmo insieme affrontare una questione relativa alla appartenenza dei lavoratori all’una o all’altra società. Arrivammo, in quel momento, grazie ad un provvedimento di cassa integrazione straordinaria che fu concesso dalla Regione nel mese di agosto del 2016. Nel mese di agosto del 2016 l’azienda aveva manifestato la propria intenzione a procedere ai licenziamenti. L’azienda, segnatamente lo Zuccherificio del Molise Srl che aveva in carico in forza del fitto del ramo d’azienda con lo Zuccherificio del Molise Spa, aveva in quel momento in forza la platea dei lavoratori, e a seguito di un confronto tra parti sindacali, Regione ed azienda si decise, per espletare gli ultimi adempimenti di manutenzione e di riorganizzazione aziendale, di adottare un provvedimento di cassa integrazione straordinario, quindi a valere su risorse regionali, fino, se non ricordo male, alla fine di settembre del 2016. Successivamente i lavoratori hanno goduto naturalmente del diritto acquisito delle ferie, e poi a dicembre del 2016 ci fu la procedura di licenziamento. Procedura di licenziamento che fu avviata in quella fase, anzi anche in considerazione del fatto che, come correttamente ricordato in alcuni degli interventi che mi hanno preceduto, l’istituto della mobilità ordinaria a seguito del decreto 150, universalmente noto e giornalisticamente noto come Jobs Act, avrebbe smesso la propria efficacia decorrere dal 1º gennaio del 2017. La durata del trattamento di mobilità ordinaria è variabile per i singoli lavoratori in funzione della loro anzianità di rapporto. Sin da subito ci siamo attivati per immaginare tutti insieme, -quando dico “ci” la particella si riferisce alla Regione ai lavoratori e ai loro rappresentanti-, per attivare una serie di misure di sostegno che nel periodo in cui il trattamento di mobilità in ordinaria venisse erogato, ci consentisse di affrontare gli accadimenti alla fine di questo periodo di mobilità. Abbiamo disegnato per il Molise intero, ma anche per questa platea dei lavoratori, della quale ci troviamo ad affrontare le vicende oggi, una serie di strumenti di politica attiva che hanno tutti la stessa direzione, che hanno tutti lo sguardo rivolto nella stessa direzione, e cioè avendo preso atto che ormai gli strumenti di politica passiva non erano più strumenti vigenti nel panorama dell’attuale legislazione nazionale, bisognava con immediatezza dare corso a strumenti di politica attiva nello spirito del decreto 150 e, attraverso questa comune condivisione, sono stati adottati una serie di atti e di strumenti, universalmente noti come avvisi, che poggiano le loro fondamenta economiche sia sulla programmazione comunitaria e, quindi, sull’interfondo che il Molise ha a disposizione per quanto riguarda il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, e il Fondo Sociale Europeo; sia sull’autorizzazione che abbiamo avuto, insieme a tutte le altre regioni con decreto di aerea di crisi complessa riconosciuta, ad utilizzare i residui di tutte le assegnazioni avvenute negli anni 2014, ’15 e ’16, che nel frattempo non avessero trovato utilizzo. Poggiando su queste due gambe di risorse economiche abbiamo ideato, realizzato e pubblicato una serie di strumenti che vanno tutti in questa direzione. Questi strumenti sono: un avviso pubblico rivolto a tutti i lavoratori disoccupati molisani, cioè sia a coloro i quali avevano già avuto un rapporto di lavoro che a coloro i quali invece non avevano mai avuto un rapporto di lavoro in precedenza, ma che comunque si trovavano in stato di disoccupazione, cioè alle due platee che antedecreto 150 si definivano come inoccupati e disoccupati, volto a favorire per loro la creazione di imprese autonome. Cioè volto ad accompagnare quel processo che consentisse loro di passare dallo status di ex-occupato attualmente disoccupato o mai occupato attualmente inoccupato, allo status di piccolo imprenditore. Abbiamo destinato a questo strumento una dotazione finanziaria di 2 milioni di euro, distinta finanziariamente per due platee diverse, cioè coloro che appartengono al bacino di lavoratori coinvolti nell’area di crisi complessa di cui alla DGR del marzo del 2015; e un altro milione di euro destinato invece a coloro che a questo bacino non appartengono. A fronte di questo avviso, abbiamo ricevuto domande in prima istanza per un fabbisogno finanziario di circa 5 milioni di euro. Naturalmente essendo in corso l’istruttoria delle domande pervenute, non siamo in grado in questo momento di identificare con puntualità quanti dei lavoratori di cui oggi discutiamo, abbiano inteso utilizzare questo strumento messo a loro disposizione, ma poiché le istruttorie sono in corso, una risposta a questa domanda credo che la riusciremo a dare entro il breve volgere di qualche settimana. Questo ci consentirà inoltre, oltre che a dare contezza puntuale rispetto alla platea, di capire quanto la dotazione finanziaria sia coerente rispetto alle richieste ammesse, e a quel punto stabilire, s’è il caso, e riteniamo e lo annuncio sin d’ora che sarà il caso, di rimpinguare la dotazione finanziaria per dare soddisfazione alle domande nella più ampia misura possibile. Affianco a questo strumento di autoimpiego, abbiamo emanato un bando rivolto alla possibilità di svolgere un periodo di tirocinio formativo in azienda, per un periodo di sei mesi, interamente sostenuto, da un punto di vista finanziario, da parte della dotazione dell’interfondo del POR Molise, che ha visto una partecipazione assolutamente massiccia da parte dei disoccupati della nostra regione, all’interno del quale però credo di poter affermare, riservandomi la possibilità di fare una verifica più puntuale, alcun lavoratore appartenente a questa platea ha inteso utilizzare questo strumento che, forzando anche un po’ quello che era accaduto in precedenti edizioni di bandi simili, prevedeva la possibilità di utilizzo anche da coloro che nel frattempo fossero fruitori di un trattamento di mobilità ordinaria. E quando abbiamo previsto questa innovazione rispetto ai bandi emanati nel passato, lo abbiamo fatto proprio con lo sguardo rivolto alla cospicua platea di lavoratori molisani che erano comunque usufruitori di un trattamento di mobilità ordinaria o di mobilità in deroga, e quindi che avrebbero potuto aggiungere al trattamento anche la possibilità di svolgere questo periodo di tirocinio in azienda per migliorare le proprie competenze, per usufruire naturalmente dell’indennità di tirocinio prevista, e per avere la possibilità di farsi conoscere. Far conoscere la propria indiscussa e indubbia professionalità all’interno delle aziende presso le quali svolgevano il tirocinio, approfittando di questo periodo per mettersi a disposizione dell’azienda ospitante, candidandosi come eventuale successivo lavoratore a tempo indeterminato nei confronti di quest’ultima, grazie proprio al periodo di tirocinio svolto all’interno di questa. Un terzo strumento che abbiamo messo a disposizione, è un bando che prevede la possibilità, per le aziende che ritenessero opportuno farlo, di svolgere all’interno di queste un percorso formativo in azienda alla fine del quale l’azienda è chiamata ad assolvere un obbligo, che è quello di trasformare il percorso formativo in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato per la durata di almeno 24 mesi, per almeno la metà di coloro che hanno frequentato il corso. Questo bando è rivolto a tutte le aziende del territorio molisano, e la graduatoria dei progetti che sono stati ammessi è stata pubblicata circa una settimana fa, vado a memoria, la data precisa non me la ricordo, comunque è pubblica. E colgo quest’occasione per annunciare formalmente che, rispetto ad una graduatoria di ammessi che, in conformità alla dotazione finanziaria, prevedeva anche alcune esclusioni di progetti formativi ammessi di quattro o cinque progetti che all’epoca purtroppo per esiguità di risorse non potevano essere ulteriormente finanziati, in occasione della riunione di Giunta regionale che si è tenuta ieri sera, si è stabilito di rimpinguare la dotazione finanziaria inizialmente prevista di ulteriori 500 mila euro, che consentirà quindi non solo di soddisfare tutte le domande ammesse, e naturalmente quelle finanziabili, coprendo anche quei quattro o cinque progetti che in una prima fase non si sono potuti ammettere, ma consentirà di riaprire l’avviso per dare la possibilità di candidare ulteriori progetti anche ad aziende e a enti di formazione che nel frattempo avevano immaginato di poterlo fare, ma che, vista la chiusura dell’avviso, non avevano potuto farlo. Quindi ci sarà sia uno scorrimento di graduatoria quanto una riapertura dell’avviso per poter ammettere ulteriori progetti. Questo avviso contiene in sé un elemento particolarmente innovativo che mi piace sottolineare in questa sede. L’elemento di particolare innovatività consiste nel fatto che il percorso formativo che la Regione sostiene non è un percorso formativo volto al conseguimento soltanto di una qualifica professionale, ma è un percorso formativo che prevede l’obbligo per le aziende che hanno inteso usufruirne, come abbiamo visto sono più di quelle che all’inizio ci aspettavamo, ma va bene così, per noi motivo di soddisfazione avere indovinato una misura appetibile per le aziende, l’obbligo per queste ultime è di assumere almeno la metà di coloro che frequenteranno il percorso formativo. Quindi, fermo restando che per coloro che hanno frequentato il corso ci sarà, per una persona su due che ha frequentato il corso, l’occasione di essere assunti presso l’azienda dove lo ha frequentato, per coloro che dovessero essere non ritenuti coerenti con le esigenze aziendali, comunque, in ogni caso si avrà avuta l’occasione di conseguire una qualifica professionale da poter comunque spendere sul mercato del lavoro. Aggiungo che durante il percorso di formazione, a coloro che frequentano questo percorso di formazione è riconosciuta un’indennità di partecipazione di quattro euro/ora assolutamente sommabile e compatibile con l’eventuale indennità di mobilità percepita ove il frequentatore del corso fosse titolare del trattamento. Infine, ma non per ultimo, sono attualmente aperti due bandi molto importanti per il rafforzamento del tessuto produttivo e imprenditoriale della nostra regione. Si tratta di due bandi, a valere tanto su risorse regionali quanto su risorse nazionali, che prevedono il sostegno per gli imprenditori esistenti, o anche per nuovi imprenditori, al rafforzamento della loro posizione industriale attraverso un contributo pubblico per aumentare la competitività, l’innovazione e il livello di produttività della propria azienda. E anche qui abbiamo tenuto insieme le esigenze dello sviluppo del tessuto socio-economico, con le esigenze occupazionali, perché abbiamo previsto che la possibilità di accesso a queste misure di sostegno, fosse strettamente connessa all’impegno occupazionale che i singoli imprenditori, ripeto esistenti o nuovi, molisani o non, assumono per poter usufruire e beneficiare del sostegno economico ai propri investimenti. Abbiamo quindi individuato un meccanismo attraverso il quale l’imprenditore si impegna formalmente, ma direi io anche moralmente, con la pubblica amministrazione, quindi con la Regione o con il Ministero, nel caso di investimenti superiori al milione e mezzo di euro e quindi gestiti direttamente dal MISE, attraverso Invitalia, s’impegna attraverso l’aiuto a portare e a ridare nuova occupazione per rendere confrontabili i livelli occupazionali con quelli precedenti alla crisi. Novità delle ultimissime ore, è stato richiamato anche in un intervento delle organizzazioni sindacali, c’è stata la presentazione, da parte del senatore Ruta, di un emendamento alla legge di Bilancio, alla nuova Finanziaria, volto alla possibilità di proseguire il trattamento di mobilità ordinaria, per ulteriori mesi compatibilmente con le risorse per i lavoratori del settore saccarifero. Purtroppo questo emendamento è stato ritenuto dal Governo e dalla Commissione Bilancio inammissibile, e di conseguenza non potremo far leva su quest’eventuale novità per quanto riguarda la proroga del trattamento. Proroga del trattamento che a questo punto, e rispondo ad una puntuale sollecitazione, dovrebbe avvenire attraverso l’istituto della mobilità in deroga. E’ noto però che tutte le risorse a nostra disposizione per i trattamenti di mobilità in deroga, attraverso un percorso di condivisione con la Commissione regionale tripartita, sono già state impegnate in toto proprio per la prosecuzione di trattamenti e scadenti di mobilità ordinaria, per un prosieguo e un prolungamento dei trattamenti di mobilità ordinaria, per cinque mesi per i lavoratori non appartenenti al bacino aree complesse e per sette mesi per i lavoratori a questo bacino appartenenti. Io vengo nella mattinata da una riunione svolta con la sede INPS competente che, come sapete, è l’istituto che poi eroga i trattamenti, per verificare insieme a loro il livello di tiraggio di questo strumento. Ho avuto rassicurazioni da parte della sede INPS competente che entro qualche giorno mi forniranno il dato di utilizzo rispetto ai 12 milioni che avevamo destinato a questo trattamento. E non vi è dubbio che qualora questo dato dovesse esser stato da noi sovrastimato, cioè aver dedicato troppe risorse rispetto a quelle che poi effettivamente erano necessarie per il territorio, stima che naturalmente abbiamo fatto su dati fornitici da INPS, se qualora questo dato dovesse essere sovrastimato ci rendiamo assolutamente disponibili a tornare nuovamente in tripartita per discutere dell’utilizzo delle eventuali risorse residue per far fronte a questo o altri problemi che comunque nel frattempo sono giunti. Fin qui l’aggiornamento sulle cose fatte. Qualche indicazione sulle cose che stiamo per fare. Come sapete tra gli strumenti di politiche attive c’eravamo impegnati a farne una serie con la delibera di dicembre del 2016. Di questi due o tre ve li ho già raccontati, strumenti già assolutamente contenuti e coerenti con quel piano di politiche attive. In quel piano avevamo indicato la possibilità di utilizzo di altri tre o quattro strumenti di politiche attive che potessero essere coerenti con le nostre esigenze. Uno, segnatamente, era quello di predisporre un bando, rivolto alle pubbliche amministrazioni attraverso le quali queste ultime potessero impiegare lavoratori in lavori di pubblica utilità. Il bando noi l’abbiamo redatto e, attraverso un percorso che ci pare corretto, abbiamo convocato per lunedì 4 prossimo venturo, presso la sede del Parlamentino della Giunta regionale, tutti i sindaci della nostra regione per concordare con loro quale potesse essere la declinazione del bando più coerente con le loro esigenze, le esigenze del territorio, e naturalmente con le esigenze della platea dei lavoratori cui questo bando è rivolto. Quindi abbiamo disegnato uno schema di bando, come è nostra consuetudine lo portiamo alla condivisione per ricevere eventuali indicazioni di integrazione dai soggetti coinvolti. In questo caso i soggetti coinvolti sono i comuni, la pubblica amministrazione e i lavoratori. Lunedì avremo questo momento di confronto con gli amministratori comunali, e immediatamente dopo, come ormai è consuetudine cristallizzata, convocheremo il Tavolo di Partenariato per ricevere da quest’ultimo indicazioni rispetto ai contenuti e immaginati nel bando. Stesso percorso stiamo immaginando, naturalmente non coinvolgendo le pubbliche amministrazioni perché non coinvolte in questo argomento, per un ulteriore strumento di politica attiva che l’esperienza ci insegna essere forse quello più coerente, più utile alle nostre esigenze, che è un bando per stimolare le aziende alle assunzioni attraverso l’erogazione di un bonus assunzionale. Abbiamo, anche in questo caso, predisposto già una bozza di bando che porteremo in questo caso solo alla condivisione del Tavolo di Partenariato. Siamo in attesa per procedere della conclusione dell’iter parlamentare della Finanziaria, perché all’interno di quest’ultima sono già contenuti strumenti di sostegno alle assunzioni, e vogliamo essere in grado di tarare il nostro bando già scritto, in complementarietà con quelli che sono gli strumenti nazionali predisposti dal Governo centrale, al fine di evitare da un lato di produrre due strumenti che tra loro si potrebbero cannibalizzare, rivolgendosi alla stessa platea, e dall’altro di fornire strumenti invece che non lascino nessuno senza l’opportunità di godere di un bonus assunzionale qualora le aziende decidessero di assumerlo. Per quanto abbiamo avuto modo di studiare in Finanziaria, lo strumento che il Governo nazionale ha adottato non è assolutamente coerente con la platea dei lavoratori che ci troviamo ad incontrare oggi, e di conseguenza abbiamo già riscritto quella parte del nostro bando per far sì che le persone oggetto del trattamento da parte della misura nazionale possano godere di questa, mentre coloro che non rientrano in quel target possano godere dalla possibilità di uno strumento di carattere regionale. Sommando i due bandi quindi avremo la copertura dell’intera platea anagrafica delle persone che potrebbero goderne, anzi a mio avviso che ne godranno, perché strumenti simili in altri contesti hanno dimostrato assolutamente tutta la loro efficacia. Detto questo, dopo aver un po’ inquadrato il contesto, dopo aver raccontato tutti gli strumenti che abbiamo messo già in campo, e come quest’ultimi stanno dispiegando i propri effetti sul territorio, e aver, in ultimo, individuato i prossimi passi da intraprendere nell’arco delle settimane che ci dividono rispetto alla prima quindicina di dicembre, io concludo per il momento qui il mio intervento, restando naturalmente a disposizione per tutte le eventuali integrazioni e puntualizzazioni che dovessero essere necessarie e utili. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie all’Assessore Veneziale.

Chiedo ai colleghi Commissari se devono intervenire.

Va bene, prego.

ANTONIO CAPPABIANCA, FLAI CGIL MOLISE

Sì, sono Cappabianca Antonio, FLAI CGIL, ex-lavoratore dello Zuccherificio. Sì, però c’è un punto di partenza che mi sembra che non è stato per niente considerato. Se noi partiamo dalla delibera che è stata fatta il 18 ottobre del 2016, dove vi impegnavate a trovare una soluzione esclusivamente per i dipendenti dello Zuccherificio, sembra che quello era il punto di partenza, però mi sembra che tutte le iniziative che ha elencato adesso l’Assessore sono rivolte a tutti i disoccupati del Molise. Quindi esclusivamente per noi dopo 12-13 mesi cos’è stato fatto? Se non erro solo l’emendamento del senatore Ruta che non è andato nemmeno a buon fine. Adesso io mi domando: fra sei mesi i primi colleghi nostri rimarranno senza reddito, se i tempi sono questi dobbiamo aspettare minimo altri 10-12 mesi per aspettare il prossimo bando e alla fine cosa facciamo? Cosa faranno loro? Cosa faremo noi dopo altri sei mesi? Poi, se mi permettete, tutte le iniziative che sono state elencate vanno sempre nella solita direzione, cioè dare soldi all’impresa. Mi domando: non è che queste risorse che adesso si trovano prima erano destinate agli ammortizzatori passivi, cioè andavano agli ammortizzatori sociali, a chi era rimasto senza lavoro? Cioè voglio dire non è che adesso abbiamo risparmiato soldi da un lato, sulla pelle dei lavoratori ora disoccupati, e quei soldi vanno sull’altro lato, per creare impresa. Che poi, in pratica, almeno nel caso nostro, ho visto che finora non ha portato nessun risultato a casa.
Va bene, ho finito.

PRESIDENTE

Bene, grazie.

Allora ritengo opportuno, per quanto riguarda le varie risposte, che all’Assessore lascio un intervento finale in maniera tale che risponde un po’. Se no apriamo un dibattito che non possiamo fare in Commissione.

I colleghi devono intervenire?

CONSIGLIERE MANZO

Patrizia Manzo, membro Commissario della Seconda Commissione. Buonasera a tutti, e grazie all’Assessore per questa disponibilità che sta fornendo, soprattutto per fare chiarezza sotto alcuni aspetti. Mi è venuto un dubbio rispetto a quanto detto dall’Assessore, magari questa può essere l’occasione per fare chiarezza. Mi sono concentrata principalmente sull’ultimo bando, quello della formazione, un milione e mezzo di euro per la formazione. Nel leggere il bando però io noto che ci sono i soggetti promotori e i soggetti proponenti. Quindi il soggetto proponente dovrebbe rispondere a delle esigenze del soggetto promotore. Quindi sembrerebbe quasi che si voglia incrociare appunto la domanda, l’offerta e la formazione. Ha detto che, visto che c’è stata molta richiesta in termine di progetti, si sta pensando di integrare il fondo di…
(Intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE MANZO

Ecco, con delibera di Giunta, ieri. Quindi purtroppo le delibere di Giunta non sono pubblicate contestualmente. Quindi avete integrato il fondo di oltre 500 mila euro per la formazione. Ma a fronte di una richiesta formativa delle imprese, che quindi si impegnano ad assumere almeno il 50 per cento delle persone formate o in funzione del bando di formazione? Perché mi spiego, io ho guardato un attimino anche l’offerta formativa e, quindi, mi metto anche nei panni di ex-lavoratori che si ritrovano ad avere offerte tipo “tecniche di acconciatura”, “operatori di contact center”, “energy manager”, “tecniche di cucina”, “modellistica dell’abbigliamento”, “progettista di moda” e “tecniche per educatore familiare” e così via. Ovviamente ci sono anche offerte formative principalmente più tecniche: “tecnico di sistemi computerizzati nella progettazione e produzione tessile abbigliamento”, corsi per pizzaioli, ed altro. Quindi purtroppo l’elenco delle imprese che in qualche modo hanno dato input a quest’offerta formativa non sono disponibili online? Non so, forse per un problema di privacy? Forse perché io non sono riuscita a trovarli? Non so. Non ne conosco le motivazioni. Quindi mi chiedo questi 500 mila euro a cosa dovrebbero rispondere ulteriormente, e nel merito di questo aspetto particolare, su cui stiamo discutendo oggi, quali potrebbero essere le ricadute in termini di possibilità occupazionale e formativa per gli ex-lavoratori dello Zuccherificio. Anche perché non conosco adesso la profilazione, quindi l’elenco delle professioni che possono essere riutilizzate poi un domani, proprio perché ovviamente molti di loro fanno presente che oltre alle politiche attive, finito il tempo delle politiche attive, la voglia è quella poi di tornare nel mercato del lavoro in maniera propositiva. Grazie.

PRESIDENTE

Grazie alla collega Manzo.

Interviene il collega Massimiliano Scarabeo.

CONSIGLIERE SCARABEO

Ma io oggi ho avuto l’ennesima testimonianza che gli ordini del giorno, gli impegni che si assumono in Consiglio regionale sono carta straccia. A maggior ragione devo dire che le mie perplessità aumentano e si fortificano rispetto a un’azione di Governo anomala. Noi all’interno del nostro programma elettorale ci impegnammo di prestare maggiore e migliore attenzione al tessuto produttivo, quello sano, solito della nostra regione, rivolto soprattutto alle piccole e medie imprese, e alle microimprese. Avevamo assunto come impegno a prescindere da altri ambiti, ma soprattutto per quello che ci può riguardare il mondo del lavoro, delle misure di accompagnamento e d’incentivazione sicuramente più dinamiche, meno complesse, più a passo con i tempi, ma soprattutto rispondenti a quelle che sono le esigenze che provengono dai territori. Io non voglio entrare in merito a come sono stati pubblicati questi bandi, al loro contenuto, alla loro efficienza e efficacia, a quelli che sono i tempi, che forse qualcuno non si rende conto. Un ordine del giorno non ottemperato a distanza di un anno, per diverse decine di lavoratori nello specifico, è un atto gravissimo perché non si tratta solo ed esclusivamente di insensibilità politica, perché poi il cittadino elettore ti punisce, ma si tratta anche e soprattutto di insensibilità umana, e uso il plurale impropriamente. Perché se avessimo voluto avremmo potuto dare delle soluzioni ben diverse, ma soprattutto meno elemosinanti. Perché andare a proporre per sei mesi un tirocinio, credo all’incirca 500 euro al mese…
(Intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE SCARABEO

600, è chiaro 100 euro insomma. Rispetto a una modalità che è stata fortemente contestata, a un intreccio di dati che va appunto dal parrucchiere al carrozziere, quindi fatto così, giusto per buttare un po’ di fumo negli occhi, perché poi leggeremo tra qualche mese i dati. Ad essere impiegati saranno gli stessi, saranno quelli che già in qualche modo nelle aziende, in un modo o in un altro, stanno lavorando, vuoi a tempo determinato, vuoi con dei contratti di collaborazione. E sarà anche difficile trovare, persone che purtroppo, loro malgrado, sono state abituate ad essere gestite e ad essere indirizzate, ad essere autoimprenditori o imprenditori di se stessi. Credo che su questo la politica abbia commesso degli errori. Mi auguro sempre che siano errori involontari. Rispetto poi a quelle che sono le vicende societarie, per restare nel caso specifico dello Zuccherificio, io credo che noi stiamo parlando di società partecipate, è giusto?
(Intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE SCARABEO

E’ giusto? La partecipazione della Regione consiste in che misura?
(Intervento fuori microfono) – Al cento per cento.

CONSIGLIERE SCARABEO

Quindi abbiamo la capacità di controllo totalitaria, e mi fermo qua. Se avessimo voluto, e risottolineo, avevamo, chiaro, e risottolineo il plurale impropriamente, avremmo potuto risolvere il problema diversamente. L’emendamento del senatore Ruta è un’iniziativa personale, lodevole, di un senatore di questa Repubblica che si fa carico delle proprie responsabilità, cosa che devo dire in quest’assise, o almeno chi ha il potere decisionale, quindi l’esecutivo regionale, non ha mai dimostrato concretamente risposte di attenzione. Ma io vado anche oltre, non solamente verso i lavoratori, ma anche verso quel mondo produttivo. Mi si parla di area di crisi complessa, quella che va da Campochiaro a Venafro, sappiamo benissimo che fa riferimento alla 181 dell’89, quindi è nazionale. Abbiamo una dotazione finanziaria di 15 milioni di euro, giusto?
(Intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE SCARABEO

15 milioni di euro. Parliamo di investimenti pari o superiori a un milione e mezzo di euro che concretamente insomma per il percorso tecnico amministrativo che dovrà essere messo in campo richiede più di qualche mese. Quindi sono cose che credo che prima del 2019 concretamente, se dovesse andare tutto bene, non toccheremo con mano. E parliamo pure di un’area di crisi semplice che stenta ancora a partire, perché sinceramente insomma ritengo al momento non abbia nulla di concreto, rispetto insomma a tutta una serie di cose che nei mesi passati sono state evidenziate. Io, per una questione di correttezza, ho appuntato alcune cose che ritengo che siano giuste e doverose lasciare agli atti. E vorrei, se è possibile, insomma darne lettura, visto che c’è anche la registrazione. L’avevo approntata perché non sapevo che insomma fossimo in registrazione, se l’avessi saputo avrei anche evitato. Ma visto che l’ho appuntato e c’erano alcune cosette credo importanti, giusto per ribadire alcuni concetti vorrei in qualche modo trasmettervela. La salvaguardia dello Zuccherificio del Molise e quindi dei livelli occupazionali, alla luce purtroppo della fine della cassa integrazione straordinaria del fitto di ramo d’azienda, e per l’anno incorso la cessazione del regime di quote zucchero, doveva essere uno dei momenti più importanti dell’azione politica del Governo regionale, per suoi gravi problemi legati alla perdita di migliaia di posti di lavoro, tra cui quelli anche dello Zuccherificio del Molise. Problemi che hanno investito non solo il settore bieticolo saccarifero, ma una vasta area della nostra regione che, per la particolarità del territorio e per le infrastrutture presenti, è particolarmente vocata al settore dell’agroalimentare. Ad aggravare la situazione va registrato il fatto che le restrizioni e i limiti temporali degli ammortizzatori sociali non giocano a favore dei lavoratori i quali, giustamente, si affidano alle promesse fatte loro relativamente ad una ricollocazione, dato che i processi di riorganizzazione o ristrutturazione delle aziende presenti in quest’area stentano a partire. La riforma della filiera prevedeva la riqualificazione industriale per gli zuccherifici che intendevano convertire la produzione verso altri settori prevalentemente agroenergia e biocombustibili. Ad oggi, in Italia, diversi zuccherifici hanno chiuso; altri stanno convertendo gli impianti seppure con notevole ritardo. Ciò comporta conseguenze anche per il settore agricolo prevalentemente collegato alla produzione dello zucchero, e quindi ulteriori disagi anche per l’indotto. La proroga degli ammortizzatori sociali auspicata dai lavoratori può non bastare, e la responsabilità della Regione deve andare verso un’azione più incisiva a salvaguardia di quest’ultimi i quali, a giusta ragione, chiedono che la Giunta regionale rispetti gli impegni assunti da oltre un anno. Le prospettive riguardanti la formazione e la riqualificazione delle maestranze, se non altro, per garantirsi un piccolo reddito o gli incentivi alla rioccupabilità che consentirebbe loro una ricollocazione non possono giungere quando le difficoltà per i lavoratori e le rispettive famiglie sono giunte allo stremo. Pur nella consapevolezza che non è agevole individuare una soluzione positiva capace di mettere tutti d’accordo, mi pare comunque doveroso impostare un intervento capace di salvaguardare i lavoratori e ricercare il miglior percorso possibile per garantirgli un’adeguata possibilità occupazionale. E’ e deve essere un obbligo preciso del Governo regionale per evitare che le tante promesse sulla ripresa economica del Molise non restino, come molte altre, semplicemente aleatorie. E su questo vorrei giustamente ritengo, anche per il ruolo responsabile che devo ricoprire, dare un piccolo suggerimento. Ritengo che le azioni che vanno messe in campo, soprattutto in questo periodo, non possono essere operazioni di mera facciata o di mera attività politica. Su questo ritenevo forse utile una presenza anche dell’Assessore all’Agricoltura, perché oltre ad avere insomma qui l’Assessore allo Sviluppo economico, non so se poi ufficialmente ricopre anche alle politiche sociali? No, quella no. E quindi la ritenevo un attimino anche un po’ più corretta, visto che pur essendo materia di attività produttiva, ma ritengo pure che una maggiore responsabilità l’abbia anche e soprattutto l’Assessore delegato all’Agricoltura. Come non possiamo sempre e solo ed esclusivamente ascoltare per delega persone che in qualche modo lavorano e, quindi, mi riferisco anche all’Assessore allo Sviluppo economico che purtroppo loro malgrado hanno anche un potere, e questo lo dico con profondo rispetto sia verso la persona fisica che verso l’esponente politico, hanno un potere decisionale pari a zero. Quindi io inviterei per una prossima seduta in tempi strettissimi la presenza esclusiva del Governatore della Regione Molise, Paolo Frattura. Grazie.

PRESIDENTE

Allora, prima di dare la parola all’Assessore per l’intervento conclusivo, c’è qualche altro intervento? No. Prego, Assessore.

ASSESSORE VENEZIALE

Allora, grazie degli spunti di riflessione pervenuti da tutti gli interventi, cercherò di dare qualche informazione in più, di dare qualche risposta rispetto alle sollecitazioni ricevute.
La prima risposta che credo sia doveroso fare è quella relativa alla osservazione, al dubbio espresso da chi ha immaginato che i soldi, che le risorse destinate agli strumenti di politiche passive fossero state invece utilizzate per sostenere le aziende. Il dubbio va fugato nella maniera più netta possibile, non è affatto così, perché anche da come si è svolto il dibattito, abbiamo, credo, convenuto tutti che gli strumenti di politica passiva ormai hanno mutato radicalmente la loro pelle. Per essere, in maniera più incisiva e diretta, chiaro, l’istituto della mobilità e l’istituto della cassa integrazione sono, a seguito del decreto 150, istituti ormai non più utilizzabili. Il decreto 150 ha stravolto con tutto ciò che ne consegue l’approccio che le istituzioni, le parti sociali e i lavoratori devono avere nei confronti delle situazioni complicate come quella che noi stiamo affrontando. Quando io ho detto, e forse qui sono stato poco chiaro, e se lo sono stato me ne scuso, quando ho detto che stiamo sostenendo le imprese, sottoscrivendo con queste ultime un patto, un vincolo di natura formale e morale affinché l’utilizzo del sostegno agli investimenti fosse strettamente connesso all’occupazione, volevo esprimere un concetto che tento di spiegare in maniera più semplice, e cioè: chiunque abbia interesse a cogliere le opportunità di sostegno economico che il Governo regionale e il Governo centrale mette a disposizione delle aziende non può pensare di farlo se non assume contemporaneamente ed inscindibilmente un obbligo occupazionale. Detto in maniera ancor più diciamo diretta, se mi è consentito, chi immagina di avere un aiuto agli investimenti se non assume si può togliere l’idea dalla testa, non li avrà. Questo era il concetto che volevo esprimere, quando ho parlato di stretta connessione tra sostegno agli investimenti e politiche occupazionali. Me ne scuso se quel concetto è passato come togliere denaro destinato alle politiche occupazionali per destinarlo agli investimenti, non è così. Se è passato questo concetto vi chiedo di rivederlo in maniera radicale rispetto a quanto affermato da qualche istante. I soldi, le risorse sono destinate agli aiuti agli investimenti, ed è stata una scelta precisa di questo Governo regionale coinvolgendo per la prima volta e se non avete modo di credere alle mie parole, potete verificarlo con tutti gli atti, coinvolgendo per la prima volta anche il Governo nazionale nello scrivere e redigere avvisi dove la graduatoria degli ammessi sarà redatta quasi esclusivamente rispetto al vincolo occupazionale che questi ultimi vorranno assumere. Se vorranno cogliere le opportunità che il Governo regionale e il Governo nazionale gli offre, dovranno assumere se no non potranno coglierle. Questo era il concetto che volevo esprimere. Non si tratta di trasferimento di risorse, si tratta di utilizzo di risorse già destinate allo sviluppo aggiungendo un ulteriore vincolo: oltre a dover dimostrarmi che con quello sviluppo c’è una crescita socioeconomica devi anche assumere. Cioè ti impegno doppiamente ad andare in quella direzione. Per tornare invece all’argomentazione del bando, quello relativo alla formazione alle aziende, e quindi per cercare di dare una risposta puntuale alle osservazioni del Consigliere Manzo, dobbiamo fare un attimo un passo indietro rispetto alla struttura del bando, cioè come il bando è immaginato. Il bando funziona così: le aziende che dovessero cogliere l’esigenza di rafforzare il proprio nucleo occupazionale possono utilizzare questo strumento attraverso gli enti accreditati per svolgere al proprio interno un percorso di formazione che quindi garantisca che il lavoratore abbia, alla fine del percorso, lo skill professionale utile alle proprie esigenze. Finito questo percorso di formazione rispetto ad una platea di frequentatori del corso, l’azienda ha l’obbligo di assumerne un certo numero. All’interno del bando è data la possibilità, visto l’obbligo assunzionale, anche alle aziende di associarsi in questo percorso. Quindi anche ad aziende che abbiano bisogno di un fabbisogno occupazionale molto ridotto di una o due unità, e che quindi non avrebbero potuto partecipare al bando, perché c’è un minimo di otto unità, è stata data l’opportunità di associarsi, di partecipare al bando, e di fare un processo formativo alla fine del quale l’obbligo occupazionale viene assolto, assumendo la metà delle persone coinvolte nel processo di formazione, ma non tutte nella stessa azienda, una in ogni azienda coinvolta. Faccio un esempio così magari ci chiariamo. Io ho una pizzeria, perché tra quelle che sono state elencate c’è la pizzeria, e ho bisogno di assumere un pizzaiolo. Se avessi bisogno di una sola unità non potrei assolvere a quell’obbligo occupazionale perché non ho accesso a quel bando. Se più operatori del settore si mettono insieme e fanno un unico corso per quella figura professionale, quindi quattro operatori del settore delle pizzerie si mettono insieme ed insieme fanno un corso, il corso si svolge per otto persone, e alla fine ognuno prende una persona. L’obbligo occupazionale è assolto, e si è data però l’occasione anche ad aziende di modeste dimensioni, che si sono messe insieme, di utilizzare lo strumento, ma soprattutto alla fine di arrivare ad assumere una unità, naturalmente sempre nei limiti e nel percorso che era previsto. E’ naturale che la lettura a campione delle aziende che hanno presentato domanda, soprattutto soffermandosi su quelle meno coerenti rispetto all’argomentazione strettamente connessa la riunione di oggi, può dare indicazioni rispetto…
(Intervento fuori microfono)

ASSESSORE VENEZIALE

Sì, sì. E insomma. C’è, per esempio, nell’elenco, vado a memoria, un corso per perforatori, figura assolutamente coerente con lo skill professionale per storia e per formazione in azienda delle persone che abbiamo davanti oggi, e quel corso non è stato menzionato come buon esempio di ipotesi di ricollocazione. Però detto questo – detto questo – è chiaro che il bando ha un ventaglio di operatività molto ampio. Il rifinanziamento, per rispondere alla puntuale domanda sul rifinanziamento, è stato ipotizzato ed immaginato proprio per soddisfare l’ultima parte dell’elenco in allegato alla determina, cioè di quelle aziende il cui livello di progettazione le ha risultate ammissibili, ma purtroppo non erano soddisfacibili per carenza delle risorse. E tra queste -tra queste- ce ne sono diverso proprio andando a campione che potrebbero essere coerenti con le necessità specifiche di cui parliamo oggi. Quindi si soddisfano tutte quelle richieste, ma inoltre si dà la possibilità ad altri cinque, sei progetti di poter essere presentati per aumentare il ventaglio delle disponibilità. Vengo a dare delle risposte di carattere diciamo così più politico e meno generico su alcuni argomenti che sono stati introdotti nella discussione dal Consigliere Scarabeo, alcuni di carattere di principi, alcuni su fatti specifici. Il primo dubbio che vorrei fugare è quello relativo all’area di crisi non complessa del territorio diciamo individuato dalla Giunta regionale come candidato a questo tipo d’intervento che, lo faccio per memoria di tutti, era sostanzialmente tutta la parte più orientale del Molise e tutto quello che amiamo definire il Basso Molise. Rispetto a quella misura, sono stati presentati cinque progetti d’intervento, e nessuno di questi è utile, è in una posizione per il momento, di graduatoria utile per essere finanziato, in quanto, come ricorderete, quello era un finanziamento a valere sulla 181, e com’è stato puntualmente ricordato, con risorse di carattere nazionale. Insieme ad altre regioni abbiamo chiesto ed ottenuto, grazie alla sensibilità e al rapporto che abbiamo con il Governo centrale, la possibilità di uno stanziamento ad hoc per ogni regione. Quindi abbiamo ottenuto la possibilità che le aziende dei singoli territori non rientrino nel calderone nazionale. Abbiamo quindi ottenuto un ulteriore finanziamento rispetto a quello già stanziato per soddisfare il progetto nazionale delle aree di crisi non complesse, un finanziamento a carattere e a ritaglio esclusivamente regionale, attraverso il quale dobbiamo verificare quante delle candidature presentate potranno essere ammesse. Quindi l’iter di quella fase si è ampiamente concluso. Non solo si è concluso, è stato riaperto con questo nuovo finanziamento che è stato destinato regione per regione in maniera puntuale. Sulla presunta non dinamicità e non coerenza con i tempi delle misure adottate, io mi permetto di dissentire rispetto all’affermazione, in quanto sull’azione che abbiamo posto in essere, -riteniamo naturalmente rispetto anche alla condivisione avuta su questi temi con il Tavolo di Partenariato-, ci sentiamo un po’ più rassicurati nel ritenere che tutti gli strumenti di politiche attive immaginati, e tra questi quelli già posti in essere e quelli che stiamo per porre in essere in un periodo, e colgo l’occasione per tornare un attimo indietro, che non è di dieci mesi, perché io ho parlato di qualche settimana. Nell’arco di qualche settimana, sia i bonus assunzionali che gli L.P.U., e quindi non è un periodo di qualche mese. Dicevo, tutti gli strumenti che abbiamo messo in campo, riteniamo essere assolutamente coerenti con quelli più dinamici e al passo con i tempi che il mercato del lavoro di oggi contempla. Per nostra esperienza tutto quello che stiamo facendo, e in qualche occasione anche un po’ avanzando i tempi di quello che accade in altre realtà, è assolutamente in linea con quanto disegnato dal decreto 150, e assolutamente al passo con quello che tutto il resto del territorio nazionale sta individuando come strumenti di politiche attive. Anzi, in alcune occasioni e per alcuni strumenti, e mi riferisco in particolare a quello per autoimpresa, il nostro bando è stato portato ad esempio in occasioni di riunioni, anche a livello nazionale, come pratica assolutamente replicabile e in altre regioni. Veniamo all’impegno assunto dal Governo regionale a seguito, naturalmente, dell’ordine del giorno approvato in Consiglio regionale. L’impegno era ad attivare ogni, ne leggo stralcio… Anzi forse è meglio che utilizzi anch’io lo scritto per lasciare agli atti in maniera più puntuale il contenuto dell’impegno all’epoca assunto. Fatte tutte le premesse, l’impegno era: al Presidente della Giunta regionale, alla Giunta regionale anche di concerto con le Commissioni consiliari competenti di attivare ogni iniziativa utile alla risoluzione delle vertenze dello Zuccherificio del Molise attraverso l’utilizzo degli strumenti di legge che disciplinano le misure di politiche attive del lavoro, l’accesso al Feg, ai PON, al POR FESR, al PSR 2014-2020, agli strumenti specifici previsti per l’area di crisi industriale non complessa, oltre ogni eventuale misura nazionale, regionale, e locale. Rispetto a questo impegno che ci vedeva con l’obbligo di assumere atti successivi e conseguenti utilizzando tutto il paniere degli strumenti a disposizione, dopo aver verificato, ahi noi, l’impercorribilità di taluni di essi, e le rappresentanze sindacali sicuramente ricorderanno riunioni che hanno preceduto questa, all’interno della quale abbiamo dovuto constatare naturalmente con rammarico l’impossibilità di utilizzare alcuni strumenti europei, per mancanza di requisiti oggettivi e soggettivi della vicenda Zuccherificio. Mi riferisco in particolare al Feg, strumento che abbiamo tentato di utilizzare in diverse occasioni, ma che per la fattispecie precisa dello Zuccherificio non trova possibilità di applicazioni. Io ritengo che l’impegno, sebbene non in toto, sia stato già ampiamente soddisfatto, ma soprattutto sia stia continuando a tentare di soddisfare, attraverso tutte quelle azioni che abbiamo fatto e che stiamo mettendo in campo, che sono appunto strumenti di legge che disciplinano le misure di politiche attive del lavoro.
Gli strumenti di legge…
(Intervento fuori microfono)

ASSESSORE VENEZIALE

Finisco poi, se il Presidente ritiene, io non ho vincoli di tempo, come dire. Sono già arrivato in ritardo, quindi sono assolutamente a disposizione. Rispetto agli strumenti che hanno una valenza di carattere regionale -di carattere regionale- e vengo qui anche a tentare di argomentare anche rispetto a quest’obiezione, la platea dei lavoratori della quale ci stiamo occupando in questa sede, in tutti, per tutti gli strumenti che abbiamo messo in campo finora, e per quelli che metteremo in campo nelle prossime settimane, è assolutamente coerente. Qualora l’accusa fosse, ma non lo è stata, quindi diciamo così vado un po’ avanti anche contro i miei interesse, di esiguità di risorse e quindi di impossibilità per i lavoratori dell’ex-Zuccerificio di accedere a questi strumenti, in quanto avendo una valenza regionale non avevano una specifica destinazione a loro, sono, sarei qualora l’accusa fosse, assolutamente disponibile ad argomentare. Ma poiché così non è stato, anzi c’è stata una non immediata appetibilità di questi strumenti da parte di questa platea, io rispetto al fatto che questi ultimi fossero a valenza regionale onestamente ritengo che la questione potrebbe interessarci, anzi ci dovrebbe interessare, qualora fosse stata questa la motivazione per tenere fuori una parte dei lavoratori. Ma non essendo stata questa rispetto a questa situazione specifica, non vedo come quest’argomentazione sia oggi calzante con quello che ci stiamo dicendo. Non vi è dubbio che la situazione dello Zuccherificio, in quanto società controllata al cento per cento, sia una situazione che meriti una particolare attenzione. Ed è per questo che i diversi strumenti che abbiamo posto in essere, sia pur a valenza regionale, in diverse riunioni e in diverse occasioni li abbiamo mostrati ed anticipati in primis proprio alla platea dei lavoratori dello Zuccherificio. Faccio ad esempio, un solo esempio, un incontro che tenemmo nella Sala consiliare del Comune di Termoli, dove anticipammo proprio queste argomentazioni che poi si sono tradotte in fatti ed in atti concreti. Purtroppo l’emendamento del senatore Ruta non ha dispiegato i propri effetti. Ma su questo ci terrei a precisare che come è accaduto in altre occasioni, per altre situazione complicate, dove attraverso emendamenti alla Finanziaria, siamo riusciti a risolvere problemi complessi, sia quelli strumenti che in questi strumenti abbiamo concordato -e naturalmente il senatore Ruta non è presente, ma potrebbe credo tranquillamente essere interpellato sull’argomento- tutti gli strumenti la cui iniziativa doveva passare necessariamente per una modifica della normativa nazionale sono stati da lui presentati, ma attraverso un percorso di assoluta condivisione per il bene del nostro territorio. Volevo…
(intervento fuori microfono)

PRESIDENTE

Però chiedo scusa, non possiamo fare il dibattito.
(intervento fuori microfono)

CONSIGLIERE SCARABEO

Ma il discorso è un altro. Ma vi siete posti il problema come un quarantenne e un cinquantenne si ricolloca sul mondo del lavoro o nel mondo del lavoro? Vi siete posti il problema attraverso questa misura di cosiddetta incentivazione e accompagnamento, se quella figura professionale riesce ad essere coincidente con il disoccupato? Ma vi siete posti il problema dei tempi che poc’anzi dicevi? Cioè tu mi hai parlato di finanziamento per quanto concerne l’area di crisi semplice, un nuovo finanziamento. Perfetto. La dotazione finanziaria quant’è?

ASSESSORE VENEZIALE

La dotazione finanziaria è di 1 milione 800 mila euro.

CONSIGLIERE SCARABEO

Con 1 milione 800 mila euro, nel Basso Molise, che cosa ci fai? A maggior ragione: tempi, modi e sostanza che una misura di accompagnamento e incentivazione nazionale.

ASSESSORE VENEZIALE

Con la dotazione finanziaria si finanziano le iniziative, nei limiti della capienza, già pervenute sull’avviso nazionale, e che per fine di risorse dell’avviso nazionale non sono state soddisfatte dal bando nazionale. Siccome sarebbero rimaste completamente fuori, abbiamo chiesto e ottenuto, non solo la Regione Molise, tutte le regioni con tra i capofila la Regione Molise, di rifinanziare la misura, ma non la graduatoria nazionale, perché avremmo ottenuto un semplice scorrimento di quella graduatoria, e probabilmente la Regione Molise sarebbe rimasta fuori, abbiamo ottenuto un rifinanziamento destinato alla Regione Molise, con cui le aziende molisane che hanno fatto richiesta di accedere a quella graduatoria, e sono rimaste fuori, oggi, una, due, tre, nei limiti del milione e otto, potranno portare a termine il loro progetto di investimento dal quale, per carenza di risorse, a livello nazionale erano rimaste escluse.

CONSIGLIERE SCARABEO

Quindi mi rivolgo ai presenti, noi abbiamo 1 milione 800 mila euro per tutta quanta l’area del Basso Molise. Allora, la mia è un’affermazione: io ritengo che quelle somme sono insufficienti nei tempi, nei modi e nella sostanza. Questo è un governo regionale che per quanto riguarda la sanità, ed è attinente, Presidente, ha ritenuto opportuno pagare prestazioni extra budget a strutture sanitarie private per diverse decine di milioni di euro. Addirittura prestazioni mai contestate -mai contestate- dalla Regione, e anche e soprattutto, questo è l’elemento grave, dall’impresa, nel caso specifico, e ci ritroviamo con degli ammanchi su capitoli di spesa inerenti quello che è lo sviluppo economico e sociale di questo territori. Allora io richiedo -richiedo- la presenza ufficiale dell’Assessore delegato all’Agricoltura, perché quelle potrebbero essere delle misure di accompagnamento e d’incentivazione utili per quanto riguarda lo Zuccherificio, e chiedo la presenza del Presidente della Giunta regionale, che è il legale rappresentante della Regione Molise ed è il dominus di tutto quanto l’esecutivo regionale.

PRESIDENTE

Se può concludere l’intervento l’Assessore?

ASSESSORE VENEZIALE

Sì, concludo precisando che la somma dell’area di crisi non complessa naturalmente è uno degli strumenti che ricade sull’area del Basso Molise, e al quale si aggiunge naturalmente il Fondo europeo di sviluppo regionale e il PSR. E’ solo uno degli strumenti.  Se si misura da solo, naturalmente potrebbe anche essere ritenuto esiguo, ma è un pezzo di tutti gli investimenti che ricadono su quel territorio a valere, in particolare, sulle risorse della programmazione comunitaria. E io non ho altro da aggiungere, se si è soddisfatti dalla risposta. E cedo la parola al Presidente per le sue eventuali conclusioni.

PRESIDENTE

Allora, grazie. Io ringrazio tutti i presenti per il dibattito attento, proficuo e il confronto che c’è stato in questa seduta.

Porremmo sicuramente l’attenzione su questa richiesta e su quanto ne è venuto fuori nella Seduta odierna al Presidente della Giunta regionale e all’Assessore all’Agricoltura, Vittorino Facciolla. E cercando di chiudere questa indagine conoscitiva della Commissione, per poter relazionare il tutto al Presidente del Consiglio, e se necessario riportare eventualmente il dibattito nell’Aula consiliare.

Grazie a tutti, e buonasera.

(La Commissione è sciolta alle ore 17:42 del 29/11/2017)

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