La questione, benché non attinente all’organizzazione del lavoro giornalistico, desta apprensione perché riflette in senso generale una sottovalutazione del grave problema della situazione dei giovani che si avviano ad una professione e che – oltre al precariato drammaticamente strutturale – soffrono di uno sfruttamento sistematico dovuto alla condizione di SOTTOPAGATI.
Conosciamo i compensi scandalosi di pochi euro ad articolo riservati a migliaia di pubblicisti o professionisti non assunti a tempo indeterminato, giovani e non più giovani, e sappiamo che l’Ordine non da oggi si è mosso per contrastare queste pratiche. Ma desta allarme la posizione del Governo, che dopo avere insistito per mantenere l’abolizione dei compensi minimi degli Ordini professionali – garanzia di serietà del lavoro e niente affatto, come si dice, ostacolo ad una libera concorrenza sanamente intesa – non ha ritenuto di garantire ai giovani in ingresso nelle professioni un equo compenso. Poiché lo sfruttamento dei giovani operatori dell’informazione ha raggiunto livelli insostenibili, la Commissione Giuridica chiede al Presidente del Cnog e all’Esecutivo, che già seguono con attenzione il percorso del disegno di legge sull’equo compenso giornalistico, di valutare insieme al Consiglio nazionale se mettere in campo altre iniziative per giungere all’approvazione di un provvedimento di vitale importanza per le giovani generazioni”.