Un manifestino murale dalle ridotte dimensioni per rammentare a tutti le foibe dalmato/istriane nella ricorrenza del 10 febbraio, giornata istituita da anni dallo Stato Italiano per rendere omaggio a quanti vennero precipitati, uccisi e di fatto trucidati nelle cavità carsiche del nord est dell’Italia tra gli anni ‘45/’50, appunto le foibe, dalla milizia del comandante Tito nel tentativo di cancellare la presenza di una determinata realtà etnica, quella italiana, da quel territorio.

Il manifestino in questione è comparso ieri mattina a Venafro, riportando la foto di una fanciulla esule giuliana e poche parole come “Foibe, io non scordo i miei fratelli. 10 febbraio, la verità non può essere infoibata”. Al riguardo, la gente ha così commentato: “Una iniziativa certamente doverosa per ricordare il terribile sacrificio di tantissimi innocenti – è stato il pensiero raccolto in giro – ma ci saremmo aspettati ben altro e di più consistente, vista la portata storica ed umana di quei tristi avvenimenti del secondo dopoguerra nell’allora territorio nazionale.

Italiani trucidati e precipitati addirittura ancora vivi nelle Foibe dagli uomini di Tito, e lì lasciati morire tra sofferenze atroci come riferirono i testimoni dell’epoca, per tentare di cancellarne esistenza e diritti. Tanto scempio disumano meritava abbondantemente ben altro che non un semplice e ridotto manifesto.

Mentre va dato atto al partito cittadino che l’ha firmato, Fratelli d’Italia, che comunque poteva assumere ben altre iniziative al riguardo, è da sottolineare il silenzio assordante di ogni altra istituzione pubblica a livello locale, provinciale e regionale – eccezion fatta per il Comune di Campobasso col Sindaco Battista – che hanno totalmente bypassato la ricorrenza, lasciandola cadere nel più desolante e mortificante silenzio”.

Le considerazioni conclusive: “Oggi più che mai sono necessarie unità, collaborazione e cooperazione tra tutti, senza distinzioni, steccati e barriere. Ed invece c’è chi continua a scavare profondi fossati, saltando a piè pari momenti ed occasioni propizie per ricucire e camminare assieme”.
Tonino Atella

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