Dopo una lunga, sofferta ma ponderata decisione, comunico di essermi dimessa dalla carica di consigliere comunale. L’occasione di metà mandato è stata propizia per me per fare un bilancio personale dell’avventura di “Venafro cambia Venafro” iniziata nel maggio del 2013 GRAZIE agli elettori che mi hanno dato fiducia con il loro voto. A loro va il mio ringraziamento, sarò sempre grata per questo. Ho provato con tutte le mie forze a portare avanti le idee per cui avevo deciso di spendermi, di sacrificare tempo e energie per il bene comune, ma spesso mi sono dovuta scontrare con logiche e tempi che penso non debbano appartenere ad una amministrazione comunale che voglia, nei fatti, cambiare lo stato di cose presente in favore della comunità.

Lascio il mio seggio in Consiglio comunale conscia di aver fatto il massimo possibile. Mai nessuno potrà dire che mi sono battuta per una poltrona, ma solo per gli interessi generali ed il bene della comunità. Di questo sono fiera ed orgogliosa. Purtroppo -o per fortuna!-, per la mia formazione personale e professionale non sono abituata a questi -e sottolineo questi- ‘rituali’ della politica. Spesso non siamo stati in grado di rispondere alle esigenze ed alle istanze minime dei cittadini, nemmeno per la ordinaria amministrazione. Non riuscire a dare risposte concrete rappresenta per me una insopportabile sconfitta e, per quanto di mia responsabilità, me ne scuso con i concittadini.

Non mi appartiene questo fatalismo. Sentirmi rispondere (troppe volte): “funziona così”, “è sempre stato così”, “è inevitabile” è per me inaccettabile. Dunque, considerato che evidentemente alla maggioranza va bene questo stato di cose, sono io che -seppur con dispiacere- lascio, anche perché i maggiori e più dispendiosi impegni di lavoro non mi permettono più di dedicare tutto il tempo che finora ho dedicato all’attività amministrativa del municipio. In particolare (ma non solo) per la mia comunità di appartenenza (e per cui sono stata delegata) troppe volte ho dovuto lottare oltre ogni immaginazione per ottenere ciò che, forse nella mia ingenuità, pensavo fosse un diritto della gente avere. Dal punto di vista politico, non ho mai sopportato la scarsa condivisione e collegialità delle scelte. Pensavo, probabilmente sbagliando, che anche un semplice consigliere avesse diritto e potesse incidere sull’andamento di un’amministrazione e, quindi, della comunità. Mi sono dovuta purtroppo ricredere: in questi anni non ha funzionato così.

Il giudizio sul mio operato e su quello dell’amministrazione lo lascio, ovviamente, agli elettori com’è giusto che sia. Però in questa occasione mi permetto di rivendicare il mio operato. Tante cose non sono riuscita a fare, ma tante sì. Per esempio la riqualificazione di due piazze a Ceppagna, la puntuale assegnazione di alloggi popolari -quando avevo la delega, prima che mi fosse ‘scippata’ (ma questo sarebbe un altro lungo discorso)!-, la risoluzione di numerose ed inimmaginabili problematiche relative allo sport, l’aver sollecitato continuamente per accelerare l’iter di bandi, appalti, lavori per fognature, depuratore, scuola ecc, Tutte azioni che a chi è ‘fuori’ dal Comune sembrano, come sembravano anche a me prima di essere eletta, semplici e scontate ma che invece rappresentano ogni giorno un ostacolo, un muro quasi insormontabile.L’attuale delusione non mi impedisce di garantire in particolare alla mia comunità di appartenenza che il mio impegno cambierà inevitabilmente forma ma non cesserà.

Jessica Iannacone

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