Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, la maggioranza numerica che ha sostenuto il primo cittadino fino a qualche settimana fa, si è praticamente sciolta come neve al sole.

Oltre ad aver preso le distanze, fisicamente, chiedendo di occupare uno spazio distante da quello del Sindaco e dei suoi fedelissimi, ben cinque consiglieri  hanno confermato il loro dissenso verso l’azione portata avanti da Nicandro Cotugno. Passano le mozioni presentate dai cittanovisti Sorbo e Potena e il quadro politico-amministrativo di Venafro, da anomalo diventa paradossale.
Continuano a venire al pettine i nodi che Nicandro Cotugno, Sindaco di Venafro, non è riuscito a sciogliere nel corso di questi quattro anni di insufficiente ed inefficace amministrazione della città. I numeri, al di la del loro peso specifico, sono sempre numeri e perciò valgono tanto se servono a far capire che, molto, tanto di più si poteva e si doveva fare. Il fossato che spacca in due la sua ex maggioranza si fa sempre più profondo e la forza dell’azione amministrativa delle opposizioni aumenta considerevolmente: colmare questo vuoto sembra difficilissimo! Si fossi foco arderei lo mondo… “strillava” Cecco Angiolieri che con la sua fantasia ha provato a volare nelle immagini della propria mente, descrivendo come si sarebbe comportato in situazioni diverse, allo stesso modo Nicandro Cotugno, che seppur gli si sono presentate davanti, non è riuscito a “cogliere”. E come il poeta contemporaneo di Dante, il Sindaco avrebbe voluto ma, non ha potuto! Così la situazione politico-amministrativa di Venafro, con tutti i problemi che la coinvolgono, non è soltanto paradossale ma surreale. E’ storia recentissima della debacle registrata nell’ultimo Consiglio comunale, passano le mozioni presentate dal gruppo di Città Nuova, e passano alla grande, se si considera che sulla nomina dell’Architetto Franco Valente a responsabile dell’ufficio lavori pubblici proprio il Sindaco si è giocato le ultime briciole della sua credibilità, nonostante i tanti problemi legati ai lavori di riqualificazione di Piazza Castello, di cui il professionista è responsabile unico del procedimento. E, come diceva Totò, è la somma che fa il totale, la maggioranza è stata battuta nuovamente. Molti la paragonano a quei piccoli quadretti che ancora si trovano appesi ai muri di qualche vecchia abitazione, riportanti frasi o detti popolari, nella fattispecie: il padrone di casa sono io ma chi comanda è mia moglie…!

Ormai anche il buonsenso è andato a farsi benedire e la sensazione che questo braccio di ferro perduri fino alla fine della legislatura non fa ben sperare a chi, invece, auspica che questa agonia finisca il prima possibile! L’occasione è ghiotta per far capire che Venafro ha bisogno di ben altro di queste storielle da teatrino: dimettersi sarebbe più onesto nei confronti di una città che soffre l’incapacità di una maggioranza che è stata finora assente ed oggi, addirittura, soccombente nei numeri.  Ma a chi la prima mossa? Secondo le regole degli scacchi, spetterebbe al bianco, in questo caso proprio al Sindaco che così eviterebbe a Venafro di aggiungere altra sopportazione alla già massiccia dose di rassegnazione a cui  è stata costretta. Ma anche le opposizioni potrebbero fare la propria parte, i numeri ci sono eccome, e allora perchè attendere lo scorrere del tempo che porterà a nuove elezioni? L’eco delle rimostranze arriva in ogni dove e perciò non è difficile immaginare quale sarà il risultato finale su questa pagina buia della vita amministrativa della città! I cittadini, a quanto pare, sono certi di non  incorrere negli errori commessi in passato e non si lasceranno fregare dalle false promesse di Cotugno e Iorio: del resto il trattamento riservato ai due “compari” alle ultime regionali, testimonia proprio il fallimento del loro pressapochismo di fronte ai gravi e numerosi problemi di Venafro. Francamente viene da pensare che  questa volta non sarà difficile scegliere! E allora: jamm ja!  

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