Venafro ha commemorato le oltre cento vittime civili del tragico bombardamento del 15 marzo 1944, dovuto purtroppo a “fuoco amico” che scambiò il Comune molisano per la vicina Cassino e MonteCassino

Tanti venafrani chiedono per l’ottobre prossimo la commemorazione ufficiale da parte dell’ente locale venafrano delle altre tredici vittime civili del ’44 morte nella grotta di località Chiaione sempre a Venafro, ancora a seguito di “fuoco amico”

 

I bombardieri a stelle e strisce statunitensi scambiarono purtroppo Venafro per la vicina Cassino ed il Monastero di MonteCassimo, sganciando sull’inerme e indifesa popolazione civile venafrana il loro carico di bombe e seminando in un baleno morte, distruzione e dolore. Era il 15 marzo ’44, Venafro venne colpita al cuore e la città da allora non dimentica. Sono trascorsi 79 anni ed il ricordo di quella tristissima mattinata resta nei sentimenti di tutti i venafrani. Al  termine dell’improvviso bombardamento, purtroppo del cosiddetto “fuoco amico”, furono oltre cento i civili venafrani esanimi a terra, mentre l’abitato accusò tantissima distruzione, addirittura riscontrabile in parte ancora oggi. Una tragedia tanto immane che la Repubblica Italiana, seppure a distanza di decenni e su sollecitazione di precisi ambienti civili venafrani attivatisi al riguardo, riconobbe a Venafro la Medaglia d’Oro per il disastro umano ed abitativo di 79 anni orsono. In ossequio a tale tristissimo avvenimento Venafro ha appena commemorato le tante vittime civili ed innocenti di quel mattino di 79 anni addietro, prima con la celebrazione religiosa nella Chiesa dell’Annunziata, quindi col corteo di scolaresche, autorità e comuni cittadini per le strade di Venafro e in chiusura con la deposizione di fiori al Monumento ai Caduti di tutte le guerre in piazza Vittorio Veneto e i discorsi commemorativi. Restando in tema, i venafrani attendono analoga commemorazione nel prossimo ottobre dei 13 civili caduti nell’ottobre ’44 ancora sotto i cannoneggiamenti statunitensi in località Chiaione, ovest dell’abitato, nel tentativo di colpire il vicino accampamento tedesco al Campaglione. Tanti venafrani dell’epoca, appreso degli imminenti cannoneggianti americani, fuggirono altrove per salvare la vita. In tredici, tra piccoli ed anziani, non potendo mettersi in salvo pensarono invece di rifugiarsi in un’antica grotta di epoca romana in un giardino privato, ma vennero raggiunti dal fuoco e morirono tutti all’interno della grotta di Chiaione ! Per un discorso di civiltà e giustizia socio/umanitaria, è opportuno -a detta di tanti venafrani- commemorare ufficialmente da parte delle istituzioni pubbliche locali anche tali sfortunati civili, periti tragicamente sempre nell’ambito dell’ultimo conflitto mondiale. Anni addietro,ad onor del vero, si svolse al Liceo Classico “Giordano” al Carmine, a due passi dalla località Chiaione, una cerimonia in ricordo di tale sacrificio umano, ma oltre non si è più andati. E’ tempo, ritengono i venafrani, di una commemorazione ufficiale da parte del Comune di Venafro in ricordo delle tredici sfortunate  vittime di Chiaione dell’ottobre 1944.

 

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