Ideale passeggiata  nella storia socio/religiosa della città

Un’affermazione storica puntualmente ricorrente in città : Venafro e le sue quaranta chiese.  E’ verità ? E’ frutto di fantasia ? Trattasi di affermazione esagerata ? Ne chiediamo a persona addentro alla cosa ed ecco quanto ci viene detto : “Esattamente non conosco il numero preciso di chiese e luoghi di culto presenti nella storia religiosa venafrana -afferma il nostro- ma di sicuro ne erano numerose nel corso dei tempi, ripensando ai tanti di luoghi di culto una volta esistenti nell’abitato venafrano, così come in collina e in pianura, nonché riflettendo su chiese e parrocchie attuali. Un bel numero, non c’è che dire !”. Ed allora “incamminiamoci” idealmente  in siffatta ricerca storico/socio/religiosa per ritrovare le radici della fede delle popolazioni venafrane nel corso dei decenni. Partiamo da basilica, cattedrale, chiese e parrocchie oggi regolarmente funzionanti. In primis la Cattedrale dell’Assunta con la sua Porta Santa e con accanto la Chiesa della Madonna del Carmine appena restaurata e che nel corso del 2023 dovrebbe finalmente essere riaperta al culto, quindi la Basilica con i resti del Patrono San Nicandro, poi la bellissima chiesa in stile barocco dell’Annunziata nel cuore del centro storico e a seguire le chiese del SS Viatico (Cristo), San Francesco (San Giovanni in Platea), Santi Simeone e Caterina (Purgatorio) al rione Mercato e San Sebastiano al quartiere Porta Nova. Dal centro storico alle nuove aree residenziali il passo é breve. Vi si trovano le Chiese dei SS Martino e Nicola e quella di San Luigi Orione. Sin qui i luoghi di culto venafrani  consacrati e nei quali si celebra regolarmente. Torniamo invece nel centro storico per ritrovare chiese, cappelle, oratori ect. o ancora operativi, o non più funzionanti, o del tutto scomparsi o adibiti diversamente. Iniziamo con la Cappella di San Pasquale all’ospedale SS Rosario, luogo di culto che custodisce i simulacri della Madonna  e del Cristo morto portati in processione il venerdì santo. Quindi la Chiesa di Sant’Agostino, restaurata ma rimasta sconsacrata. A ridosso del Museo Nazionale di S. Chiara la storico luogo di culto di S. Chiara, un tempo assai frequentato ed oggi recuperato solo a fini museali, tant’è la sua continuativa chiusura stante la carenza di personale ministeriale per consentirne le visite. Poco più a nord, anche se da anni praticamente cancellata per adibire la struttura a tutt’altro uso sociale, l’ex chiesa all’interno dell’allora seminario vescovile. Oggi l’ex seminario vescovile ospita il Carsic, il Centro per il Recupero Sociale degli Invalidi Civili, dopo che la curia vescovile d’Isernia/Venafro decenni addietro ne decretò il fitto a tale attività socio/assistenziale. Risalendo ulteriormente il centro storico venafrano si arriva al quartiere Manganelle dov’era un tempo ubicata la chiesetta omonima dal nome latino, attualmente del tutto diroccata e della quale è rimasto ben poco in piedi. Procedendo ancora verso l’estremo nord della Venafro Antica, si arriva al rione Colle dove trovasi la chiesa di San Paolo, luogo di culto restaurato, accogliente all’interno ma non più riaperto al culto. Salendo ancora, si esce dall’abitato e percorrendo un tracciato sterrato pedemontano ci si inerpica sino alla chiesetta della Madonna delle Grazie, abbarbicata lungo i pendii meridionali di m. Santa Croce e dove il 2 luglio si celebrano novena e riti religiosi in onore della Vergine, con buona partecipazione popolare tant’è processione, banda musicale e fuochi pirotecnici. Salendo ancora lungo Monte S. Croce ecco pararsi dinanzi a chi procede ciò che resta della Chiesa della Madonna di Montevergine, sino alla prima metà del’900 teatro di partecipatissime funzioni religiose e riti civili con tanto di festa popolare cittadina ma oggi alle prese coi danni prodotti dalle intemperie, dall’avvicendarsi delle stagioni, dall’abbandono umano e dall’inesorabile trascorrere del tempo. Tale luogo di culto in effetti è per lo più venuto giù, con danni enormi ed ormai irreparabili. In fondo però resiste un affresco murale della Madonna di Montevergine … ! Rientriamo nell’abitato venafrano per ritrovare altri bellissimi ed assai cari luoghi di culto, anche se purtroppo non più funzionanti : il riferimento è per la storica Chiesa di Sant’Antuono, importante perché nel 1911 vi confessò l’allora 24enne Padre Pio da Pietrelcina, temporaneamente al Convento Francescano della città, e poco distante la Chiesa di S. Lucia nel quartiere omonimo, nel corso dei tempi dismessa quale luogo di culto per diventare sala cinematografica, ossia l’indimenticabile Cinema Vittoria della seconda metà del ‘900. Sempre nei pressi, in un vicolo del tipico Canale, l’allora Cappella dei Benedettini, mentre risalendo via Plebiscito ed imboccando altro vicolo sulla sinistra terminante con lo storico “ Ruar r’ Sant’ Iann’ “(Gradino di San Giovanni) ci si imbatte sulla destra ai piedi di detti nella chiesetta di San Giovanni. Questa negli anni successivi venne trasferita altrove date le sue ridotte dimensioni, prima della sua definitiva scomparsa. Da “ I Ruar’ r’ Sant’ Iann’ ” altre decine di metri a nord ed ecco ritrovare a lato della citata Chiesa dell’Annunziata la cappella di Sant’Antonio, sede di diverse confraternite cittadine successivamente scomparse. Di contro, sempre scendendo dal vicolo di “ Sant’ Iann’ “, ci si ritrova dinanzi all’ex oratorio di Sant’Agostino, prima chiesa e  quindi adibito a sede di azione cattolica per fanciulli e giovani. Anche in questo caso però hanno preso il sopravvento successive chiusure e non utilizzazioni. Lasciamo l’abitato cittadino ed incamminiamoci verso gli uliveti del Campaglione, periferia ovest di Venafro. Prendiamo a salire attraverso i secolari uliveti ed ecco dopo un paio di km. di ripida ascesa, su uno spiazzo verde sulla sinistra ciò che resta (poco e niente, purtroppo !) della storica ed assai cara ai venafrani del passato Chiesa della Madonna della Libera. Sino alla prima metà del ‘900 ed oltre vi ci celebrava, tanti i venafrani che la frequentavano e l’accudivano, ma il trascorrere del tempo alla fine purtroppo ha vinto ed oggi di tale luogo di culto non c’è praticamente più traccia ! Un gran peccato ! Chiudiamo invece con una chiesetta nel cuore della piana di Venafro, quella di Santa Cristina, tenuta perfettamente dai proprietari della struttura, anche se inspiegabilmente non vi si celebra, e sormontata da un magnifico affresco dei Santi Martiri di Venafro nella lunetta sovrastante l’ingresso. Va citata nel ricordo dei tant’altri luoghi di culto agresti un tempo presenti sulla piana di Venafro e progressivamente scomparsi. Il giro storico, religioso e di fede a Venafro è terminato ! Abbiamo ritrovato e ricordato tanto della storia religiosa dei venafrani e delle loro numerosissime chiese. Una volta queste  sono state effettivamente quaranta, come la tradizione popolare sostiene ? Francamente poco importa il numero esatto, mentre fa tantissimo piacere aver ripercorso assieme al lettore la passione di una città intera per Santi, Madonne e luoghi di culto, quale magnifica conferma della secolare e convinta vicinanza dei venafrani ai valori fondanti dell’essere umano.

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