Le analogie storico/religiose tra i Martiri Larinesi Primiano, Firmiano e Casto e i Martiri Venafrani Nicandro, Marciano e Daria

 

La prima puntata de “La storia umana e di fede dei Santi Martiri Nicandro, Marciano e Daria ed il sentimento popolare a Venafro” pubblicata da questo organo d’informazione ed alla quale il 12 ed il 14 giugno prossimi si aggiungeranno le pubblicazioni di seconda e terza parte conclusiva, la prima puntata della “Storia …” -si scriveva- ha suscitato tantissimo interesse popolare in entrambe le province molisane. Diverse centinaia sono risultate le visualizzazioni, stante l’argomento proposto. Tra gli approfondimenti storici e le ulteriori particolarità pervenute ad “arricchire” i temi trattati -tutte preziose e tali da aggiungere ulteriori notizie a quelle appena espresse- è da segnalare l’intervento di Giuseppe Mammarella, Direttore dell’Archivio Storico Diocesano di Termoli/Larino. Lo studioso e ricercatore larinese scrive infatti di ricorrenti similitudini in campo religioso e di fede  tra le due città molisane di Venafro e Larino. Ricorda infatti il Mammarella che oltre ad accusare i terribili furti sacrileghi degli storici Simulacri dei rispettivi Patroni, San Nicandro di Venafro e San Pardo di Larino, -trafugati in epoche diverse e mai più ritrovati tant’è la realizzazione dei nuovi oggetti di culto attualmente venerati tanto a Venafro che a Larino- oltre a tutto questo le due città molisane hanno in comune anche altro sempre in ambito religioso. In effetti Venafro professa il culto per i propri Santi Martiri Nicandro, Marciano e Daria celebrandoli nel mese di giugno, mentre Larino professa fede per i Santi Martiri locali Primiano, Firmiano e Casto ricordandoli solennemente a maggio. Ed in tale contesto, ecco l’ennesima similitudine storico/religiosa che avvicina le due comunità. Anche i Martiri larinesi, così come i Martiri Venafrani, avrebbero subìto il martirio sotto l’Imperatore Diocleziano, l’ultimo grande persecutore dei Cristiani nell’antica Roma. Il loro sacrificio sarebbe avvenuto tra il 303 ed il 304 d. C. nel mese di maggio, secondo una plurisecolare memoria. Esattamente così come il martirio per decapitazione di San Nicandro del 17 giugno del 303 d.C. e quello con analogo metodo di San Marciano, il fratello, avvenuto sempre nei pressi dell’attuale Basilica venafrana del S. Patrono, anche se i resti di quest’ultimo Martire non risultano concretamente rinvenuti. Si ritiene comunque che siano sepolti nella stessa cripta sottostante la Basilica che ospita il Sarcofago del Patrono San Nicandro, come attesta l’iscrizione metallica apposta sulla parete di destra di tale cripta. Santa Daria invece, moglie di San Nicandro ed a sua volta martirizzata ai tempi di Diocleziano, sarebbe stata sacrificata con metodi diversi, in altro luogo e successivamente al marito, così come previsto per le donne. Larino e Venafro quindi geograficamente a chilometri di distanza, ma vicinissime, di fatto attigue, in quanto a storia e fede religiosa.

Articolo precedenteConcorso di foto a Isernia- premiazioni
Articolo successivoAnas conclude le procedure di gara del lotto zero della SSV Isernia – Castel Di Sangro