Nella serata di sabato 20 aprile 2019 il Vescovo della Diocesi di Termoli-Larino, Gianfranco De Luca, ha presieduto la solenne Veglia pasquale nella cappella del carcere di Larino.

In questa occasione quattro detenuti di varie nazionalità – Silvester, Luftim, Naim e Adriatic – hanno ricevuto il Battesimo e gli altri due sacramenti dell’Iniziazione cristiana: la Confermazione e l’Eucarestia. Significativa la partecipazione alla Veglia, concelebrata con don Marco e don Luigi e animata dal coro della parrocchia della casa circondariale alla presenza di diversi volontari che prestano servizio all’interno del carcere diretto da Rosa La Ginestra che con sensibilità e disponibilità ha accolto le iniziative.

Prima di ricevere i Sacramenti Silvester, Luftim, Naim e Adriatic hanno seguito un cammino di preparazione e sono stati accompagnati all’altare (per il Battesimo e la Cresima) dai rispettivi padrini. La Veglia ha così concluso il Triduo pasquale presieduto da mons. De Luca e iniziato con la messa in Coena Domini del Giovedì Santo, proseguito con l’azione liturgica della Passione del Signore del Venerdì Santo e quindi il Sabato Santo con la “madre di tutte le veglie” come centro apicale dell’anno liturgico e del Triduo – che, a partire dalla luce del fuoco, ha annunciato a tutti la Risurrezione di Cristo nel suo immenso e toale dono d’amore per l’umanità.

“Gesù che vince la morte nella resurrezione porta nuova luce nella nostra vita – ha affermato mons. De Luca nel corso del suo intervento in carcere – fare Pasqua significa sperimentare realmente l’incontro Gesù risorto e celebrarlo tra noi nella consapevolezza di essere amati da Dio, dal Figlio suo, e fratelli tra noi nel saperci accogliere, perdonare e saper guardare il bello di ognuno. In questa Veglia celebrata in carcere abbiamo assistito a un evento di liberazione e di grande gioia trasfigurato nei volti di tutti i fratelli presenti e in una commozione condivisa con quelle barriere inferriate che sembravano scomparire e unirci nella piena gratitudine al Signore.

La nostra fede è, pertanto, un qualcosa di straordinario e si fonda in un vivente, in colui che ha vinto la morte e ha liberato e sciolto ogni catena e ogni paura. Ed è significativo, in questi giorni, avere assistito anche a dei riavvicinamenti da parte di qualcuno che non si era mai confessato e, mosso dal racconto della passione del Signore, lo ha fatto e questa sera ha ricevuto la comunione.

L’invito che in questa occasione rivolgo a tutti, carissimi fratelli e sorelle, è quello di sperimentare nella Risurrezione che Gesù è vivo e cammina con noi tutti i giorni e in ogni circostanza – lui è per noi – non solo accanto ma anche dentro di noi e, facendoci partecipi di questa vittoria sulla morte, possiamo avere la sua stessa forza, quella che lui ci comunica nella santa eucarestia, quel dono di sé che è dono dello spirito e ci rende capaci di amare come ama lui ed entrare in quelle meraviglie che solo Dio può fare. Questa è la Pasqua, è Gesù che ha dato la sua vita per noi, è il nostro compagno di viaggio: noi possiamo essere con lui e farlo essere in noi per una pienezza di vita nella quotidianità”.

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