La nota di Filippo Poleggi (presidente Movimento Consumatori Molise)

Non possiamo dire di essere stati sorpresi dalla notizia fornita dal GIMBE secondo cui nel Molise ben 947 dosi di prezioso vaccino contro il Covid sono state somministrate a personale non sanitario. Non siamo sorpresi conoscendo il malcostume del “io conosco, mio cognato conosce, il piacere me lo farà” che impera nella nostra società, in particolare nel nostro Molise, per altro da noi amatissimo.

Ci sconcerta invece il silenzio di istituzioni e cittadini fatta eccezione per la consigliera regionale Aida Romagnoli. Nessuna istituzione che sarebbe tenuta, per quanto ne sappiamo, si è espressa; non ci risulta che l’ARSEM abbia aperto una inchiesta amministrativa. Pur nel disastroso scenario della pandemia che viviamo si pensa forse che sia un problema minore e trascurabile? Si continua a parlare di “soliti furbetti”, quasi che ci trovassimo dinanzi a una marachella che meriti un bonario rimprovero “non farlo più”.

Una parola non vale l’altra, esprime un concetto, una visone delle cose: “Furbetti” esprime quello che abbiamo ricordato, un rapporto sociale distorto e malato. Allora noi pensiamo si debba definire gli sconosciuti protagonisti con la parola giusta “ladri”. Non siamo dinanzi ad una furberia per scavalcare una fila. Chi si è fatto vaccinare senza averne il diritto ha rubato a un malato, a un cittadino a rischio non un vaccino ma salute, speranza di vita, vita.

Ben distanti da spinte giustizialiste siamo con il Vice Ministro Silieri perché le Procure accertino i fatti e se si configurano reati agiscano. Lo chiediamo con il cuore raggelato, ben consapevoli che tra gli eventuali coinvolti molto probabilmente ci sarà “un caro amico” e un sanitario che è stato in prima linea per noi. Noi che da anni svolgiamo attività volontaria per la tutela dei cittadini ed educativa “uniti per una società responsabile” sappiamo che è nostra responsabilità non tacere, oggi e sempre.

Il “caro amico” se non capisce è meglio perderlo che trovarlo. Al personale sanitario eventualmente coinvolto rinnoviamo la stima per quanto fatto nella lotta alla pandemia, moralmente espressa per tutti con la commovente resa d’onore dalle forze dell’ordine, materialmente impegnandoci come tante altre associazioni, comitati, cittadini per il riconoscimento del loro status e dei diritti economici ma la riconoscenza non può tradursi nell’ approvare l’esercizio di un potere che non spetta loro.

Tutti possiamo cadere in errore ma ne usciamo se, come diciamo a noi stessi nel nostro agire e nei programmi educativi per ragazzi ed adulti, ognuno si assume le sue responsabilità e ne risponde.

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