Dopo una più attenta riflessione, a 24 ore dal precedente comunicato, l’Odg Molise intende precisare alcune precedenti affermazioni nel doveroso rispetto della dignità delle persone.

E’ necessario smorzare i toni di una vicenda che si inserisce in un contesto che da un anno vede tutti impegnati su più fronti a difendersi dalla pandemia che ha modificato in maniera radicale le nostre vite.

Veniamo ai fatti

Siamo consapevoli che l’atteggiamento della troupe di Piazza Pulita — nel sacrosanto diritto di fare informazione e nelle modalità più consone allo stile giornalistico della trasmissione — possa anche essere stato aggressivo nei confronti del Presidente dell’Odg Molise. Insistenza e irruenza che forse potevano essere evitate e che avrebbero potuto ricondurre l’intera questione su più pratiche e logiche conclusioni. Sentiamo la necessità di rimarcare come il giornalismo d’inchiesta sia una legittima attività, che piaccia o meno, che rivendiamo come prerogativa della nostra professione.

Vaccinazione dei giornalisti molisani

Crediamo tuttavia che il focus non vada concentrato tanto sull’approccio alla notizia di presunti favoritismi per il vaccino in Molise, quanto sul tema della vaccinazione dei giornalisti molisani considerando la categoria nella sua interezza. Ciò, tenendo anche conto dell’intervento del Presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, che aveva posto il problema dei rischi Covid per i giornalisti per l’attività che svolgono nelle diverse espressioni della professione, da chi fa interviste o cerca notizie ai fotografi e ai videomaker, pur non chiedendo privilegi ma solo corrette valutazioni circa l’opportunità di vaccinazione dopo aver concluso la fase riguardante i medici e la tutela del sistema scolastico.

Non crediamo che aprire una guerra su più fronti tra la categoria, contrapponendo colleghi del Molise a quelli delle testate nazionali, possa avere alcun senso e alcun seguito.

A seguito di un approfondito confronto intercorso all’interno dell’Ordine nelle ultime ore, quindi, a dispetto dei toni della nota inviata in precedenza, riteniamo sia più giusto avere un atteggiamento reciprocamente costruttivo e contrassegnato da una maggiore predisposizione a collaborare, come del resto anche la deontologia professionale impone a tutti noi.

E veniamo ai vaccini. L’Odg Molise ha chiesto formalmente, in data 12-01-2021 — ben prima che balzasse agli onori della cronaca la notizia dei vaccini di cui alcuni colleghi di una Tv del Molise hanno beneficiato — al Governatore Donato Toma che tutti gli operatori dell’informazione di questa regione fossero eventualmente inseriti tra le categorie prioritarie per la vaccinazione contro il Covid-19. Una richiesta che ha fatto seguito a una medesima istanza, inviata dalla deputata renziana Giuseppina Occhionero. Da dodici mesi siamo in prima linea, abbiamo garantito in tutti i modi un servizio pubblico senza se e senza ma e vogliamo continuare a farlo.

Ieri, IO marzo 2021, il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Molise ha chiesto di nuovo, formalmente, al Presidente della Regione Toma e al sub commissario Ida Grossi di inserire nella cabina di regia, dopo le categorie a rischio tra le professioni regolamentate dallo Stato, anche il comparto dei giornalisti.

Non pretendiamo che tutti i 700 iscritti all’Odg Molise possano averne diritto, ma che i circa 200 che esercitano la professione in maniera esclusiva possano essere tenuti nella giusta considerazione. È bene precisare che l’Ordine non è stato coinvolto nella vicenda dei giornalisti vaccinati, in alcun modo. Non abbiamo chiesto di vaccinare alcun collega in particolare, cosa che non ci compete assolutamente, né per effetto della nostra richiesta deve intendersi che qualche giornalista sia stato vaccinato. Una cosa sono i dipendenti delle aziende sanitarie, un ‘altra i colleghi che lavorano presso testate giornalistiche. Se ci sono state violazioni, dunque, è compito delle autorità competenti verificare e intraprendere le azioni più opportune.

Questo è quanto l’Ordine ha ritenuto e ritiene di dover fare, senza aprire inutili conflitti ‘tra poveri’ e ribadendo la propria disponibilità a dire la sua in un confronto civile con i colleghi di Piazza Pulita e con altri a cui interessi ascoltare il suo punto di vista, senza riserve da parte di nessuno.

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