“Il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro anni a dieci anni e sei mesi. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l’uso momentaneo, è stata immediatamente restituita”.

Recita questo, testualmente, l’articolo 314 del codice penale che tradotto in parole povere vuol dire accusa di Peculato e che coinvolge una dipendente del Comune di Isernia.

Accanto all’ipotesi di peculato, staziona anche l’altra ipotesi, di truffa prevista dall’articolo 640 sempre del codice penale.

Reati che, secondo la Procura della Repubblica di Isernia, sarebbero continuati. Ossia sarebbero stati commessi più volte dallo stesso soggetto.

Si tratta della dipendente del Comune di Isernia, Caterina Tromba, attenzionata dagli inquirenti i quali hanno constatato che la stessa utilizzava l’auto dell’ente per recarsi periodicamente in altro Comune e non per scopi professionali.

Le ipotesi di reato saranno al vaglio del giudice per l’udienza preliminare che il prossimo 20 ottobre dovrà decidere se rinviare a meno a giudizio la dipendente del Comune di Isernia.

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