La recente intitolazione di un’area pubblica di Morrone del Sannio al Vescovo e Storico di Larino mons. Giovanni Andrea Tria (1726-1741) ed alla conseguente individuazione dello stesso Presule nel “Vescovo orante” presente sulla destra di un dipinto collocato sulla sommità dell’altare maggiore della bella parrocchiale del centro basso-molisano, ha indotto un Artista a realizzare un’opera raffigurante proprio il Grande mons. Tria.

Si tratta di Lino Marchitto, originario di Morrone del Sannio, di stanza a Roma fin dagli anni Sessanta, che si diletta a creare, ormai da tempo, bassorilievi utilizzando materiale di risulta.

L’ultimo suo lavoro, quello con l’effige di mons. Tria appena completato (50 cm di diametro), ha deciso di donarlo all’Archivio Storico Diocesano di Termoli-Larino, che ha sede presso l’episcopio dell’antico capoluogo frentano, dove sarà esposto prossimamente in forma permanente.

Lo scultore ha partecipato finora, con i suoi numerosi lavori, a molte esposizioni, prevalentemente a Roma, ricevendo apprezzamenti anche da noti critici. Nel maggio del 1967 prese parte alla XIX Fiera d’Arte di Via Margutta. Due anni dopo, grazie al suo particolare ingegno, l’Accademia Tiberina di Roma lo nominò “Accademico Associato”. Nell’estate del 1971 partecipò alla Mostra Nazionale d’Arte Sacra “Beato Angelico”, allestita dall’Accademia Tiberina e dall’Unione della Legion d’Oro in una prestigiosa sala annessa alla Basilica romana di Santa Maria sopra Minerva ed in quell’occasione fu premiato con l’opera “Ritratto di Monsignore”. Continuò a dedicarsi sempre con impegno e passione alla scultura ed al disegno attività, questa, che gli consentì di ricevere altri importanti riconoscimenti tra cui quelli che seguono: a) “Senatore Accademico”, conferitogli nel 2009 dall’Accademia Tiberina (Istituto di Cultura Universitaria e di Studi Superiori), fondata a Roma nel 1813; b) Primo Premio della Critica, assegnatogli nel 2015 dall’Accademia “Santa Sara”; c) “Socio di Merito”, nel 2018, dell’Accademia Internazionale d’Arte Moderna di Roma.

Oltre all’immagine di mons. Tria, Lino Marchitto dedicò la sua arte anche ad altri personaggi illustri in qualche modo legati all’area basso-molisana ed in particolare alla sua Morrone del Sannio. Tra questi la nobildonna romana Rectina ed il Papa molisano San Celestino V.

Proprio con un medaglione raffigurante la matrona Rectina, esposto nella terza decade dello scorso anno (2022) alla XIV Biennale Internazionale d’Arte del Museo Domiziano in Roma, Lino Marchitto contribuì a dare ancora una volta notorietà al suo centro natale.

Rectina (primo secolo d. C.), amica di Plinio il Vecchio a cui chiese aiuto per mettersi in salvo mentre era in corso la nota eruzione del Vesuvio dell’anno 79, è citata nella lettera scritta da Plinio il Giovane a Tacito. Una epigrafe posta sul sito archeologico-benedettino della splendida Abbazia di Santa Maria di Casalpiano in agro di Morrone del Sannio, riporta una dedica ai “Lari” (divinità) fatta dal liberto Eutichio per esprimere gratitudine in occasione del rientro della padrona Rectina, sana e salva, nei suoi tenimenti morronesi.

Di San Celestino V (1294), “Patrono meno principale” di Morrone del Sannio, lo stesso centro vanta la presenza di un “cilicio” sottoposto ad un’attenta verifica (per l’autentica) dai Vescovi di Larino mons. Scipione de Laurentiis nel 1758 e mons. Filippo Bandini nel 1800. L’urna contenente le spoglie mortali del Santo Pontefice, venerata presso la Basilica di Collemaggio a L’Aquila, rimase, come si ricorderà, esposta nella cattedrale di Larino per tutto il mese di marzo dell’anno 2010 ed in quella occasione fece anche una breve sosta nel ridente centro basso-molisano. Da notare, infine, che nel 1974 l’allora Arcivescovo di Chieti mons. Vincenzo Fagiolo, poi Cardinale, concesse a Morrone del Sannio una reliquia del Beato Roberto da Salle, Discepolo di San Celestino V, i cui resti mortali, l’anno precedente, in occasione del VII Centenario della nascita (1273-1973) furono ospitati, tra il 18 ed il 20 maggio 1973, prima a Larino e poi a Morrone, dove, come è noto, il Beato Roberto da Salle visse gli ultimi anni della sua vita e morì il 18 luglio del 1341.

 

Giuseppe Mammarella Responsabile dell’archivio storico diocesano di Termoli-Larino

 

 

Articolo precedenteCOPPA ITALIA, È UFFICIALE: CAMPOBASSO OSPITERÀ LA FINAL EIGHT
Articolo successivoScelti i vini del futuro a Wine in Venice 2023. Assegnata la Wine Wild Card alla cantina Herero di Campobasso che si è distinta per etica, innovazione e sostenibilità. “L’Europa sappia che il vino è cultura, non sballo” ha affermato vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio.