consiglio regionale
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Durante la campagna elettorale Silvio Berlusconi ha più volte dichiarato: “Contro il dramma della povertà occorrono “misure di emergenza” come ilreddito di dignità per chi è sotto la soglia di 1000 euro al mese.

Eppure alla Regione Molise sono proprio gli esponenti politici del partito di Berlusconi i peggiori pagatori degli stipendi delle proprie segreterie politiche. Cinque assessori, un presidente di Giunta e un sottosegretario. Vediamo nel dettaglio quante persone assumono e quanto le pagano.

MENA CALENDA (SENZA PARTITO)

Sei assunzioni e tutte donne nella segreteria particolare del terzo assessore al Lavoro della Regione Molise in tre anni. Due giornaliste (Cristina Niro già giornalista su “Teleregione Molise” e “Primopiano Molise” la cui firma oggi compare su “Primonumero.it” e Carla Ferrante per il quotidiano nazionale“Libero”). Poi ci sono altre quattro ragazze (Gianna Fratini, Maria Assunta Fraraccio, Valentina Beniamino) tra cui l’ex capo segreteria del predecessore Mazzuto, Dafne Del Rosso. L’assessora finita sulla cronaca nazionale per aver accettato la proposta di entrare in Giunta dopo 15 minuti dall’aver firmato la mozione di sfiducia al governatore Toma predilige le quote rosa nella sua segreteria. Con un piccolo neo: gli stipendi da fame. Il budget a disposizione degli assessori regionali per le loro segreterie politiche è pari a 5.034,33 mensili lordi cioè pari 60411.96 all’anno. Soldi che servono a pagare gli stipendi di professionisti che si occupano di portare avanti il lavoro dell’assessore di riferimento, ne curano l’immagine, i rapporti anche politici. Quanto paga l’assessora Calenda le sue dipendenti? Quattro su sei prendono 560 euro netti. Se la passano meglio le altre due che arrivano chi a 710 euro mensili netti mentre se la cava con mille e 1 euro l’ultima delle sei.

QUINTINO PALLANTE (FDI)

Più corposo di una unità è la segreteria particolare dell’assessore ai trasporti e al personale, Quintino Pallante. Per lui sette assunzioni: Fabio Nolo, Michele Buongusto, Mario Annuario (consigliere comunale di Campobasso), Silvia Scapillati, Vittoria Vassalli (il coniuge è stato nominato coordinatore cittadino del partito di Pallante a Termoli), Guglielmo Picciano e Claudia Carlozzi Mascione. Su un budget di 5.034 euro mensili, al buon Pallante restano 241 euro in cassa. Su sette assunti, anche qui gli stipendi sono da fame: una media di 500 euro a testa salvo un fortunato che arriva a prendere il doppio: mille euro. Chissà se l’imprenditore prestato alla politica, che porta a casa 12.500 euro mensili, riuscirebbe a campare con 500 euro al mese.

NICOLA CAVALIERE (FI)

Continuiamo a ballare. Se prima eravamo in sette a ballare il lalligalli adesso siamo in otto. Con l’assessore Cavaliere, berlusconiano dal 2006. Fatta eccezione per un contratto normale per il capo segreteria Luca Ambrosio, anche qui gli stipendi sono al di sotto della soglia di sopravvivenza. In fondo in tempi di covid e di crisi economica, meglio non lamentarsi. Irma De Marco, Monica Terzano, Michele Mignogna, Carmela Pinto, Cristina Pasquale, Ida Laria del Zingaro e Carmine Di Ielsi che però è già un dipendente regionale. Insomma, anche qui c’è parità di trattamento: 12 ore di lavoro a settimana per 500 euro al mese.

VINCENZO COTUGNO (ORGOGLIO MOLISE)

Da 8 saliamo a 10 componenti del signor Vincenzo Cotugno. Di questi 10 componenti della segreteria dell’assessore al turismo, ben 4 sono dipendenti regionali: Domenico Esposito (consigliere al Comune di Campobasso), Rita Ranallo, Maria Pia Sepede e Maria Angiolina Calandrella. Per i sei rimanenti (il giornalista Domenico Bertoni, Monica De Vincenzo, Giuseppe Cutillo, Virginia Cotugno, Mirella Forte) l’assessore Cotugno pare avere più rispetto: le ore di lavoro vanno dalle 12 ore a 500 euro, alle  24 e 30 ore settimanali per stipendi che si passano dalle 1.000 alle 1.300 ore. Sempre in quota Cotugno c’è poi il co.co.co. (con pagamento non pervenuto dalle delibere di giunta) di Vincenzo Acanfora da sempre braccio del cognato di Patriciello.

VINCENZO NIRO (POPOLARI PER L’ITALIA)

Si ferma a quota tre assunzioni Vincenzo Niro, assessore ai lavori pubblici.  Giuliana Iannetta, Gennaro Niro  un fedelissimo dell’assessore, e una co.co.co. Maria Lucia Gallo. Quest’ultima passata da un contratto di lavoro subordinato categoria D ad un contratto di collaborazione senza importo su delibera di Giunta. Gli stipendi? Dalle 450 euro mensili alle 750.

DONATO TOMA (FI)

Meglio di tutti si comporta il presidente di Regione. Per lui il budget è il doppio delle segreterie degli assessori. Toma può arrivare a spendere, per il suo gruppo di collaboratori, 11.013,57 euro al mese. Con tale importo il governatore ha 4 contratti a tempo pieno con stipendi che si aggirano dalle 1.500 euro alle 1.900. Anche per il governatore, la segreteria veste rosa. Tutte donne: Tiziana Pietrangelo (già capo segreteria di Frattura), Patrizia Colucci e Antonella Pasquale. L’ultimo della lista è però il più famoso di tutti: Maurizio Tiberio. Al cugino dell’ex governatore Paolo di Laura Frattura, già consigliere economico del presidente Toma e assessore a tempo per 15 giorni in occasione della cacciata di 4 consiglieri regionali, è stato riservato un contratto di lavoro autonomo (co.co.co.) da 45.600 euro all’anno più oneri e Irap. Insomma, 3.800 euro netti al mese.

ROBERTO DI BAGGIO (FI)

Ci siamo lasciati per ultimo il neo acquisto di Forza Italia nella campagna elettorale 2018: l’isernino Roberto di Baggio, assessore declassato a sottosegretario. A miseria di stipendio lui batte tutti. La segreteria del braccio destro dell’onorevole Tartaglione è la più sottopagata d’Italia. Otto assunzioni: Yuri Zullo, Rosario Cardile (già nella segreteria dell’ex presidente Iorio), Giorgia Fantozzi(nipote del consigliere comunale di Isernia in quota Vincenzo Niro), Silvana Visco, Noemi Romano, Roberta Marasca, Valentina Veneziale e Barbara Di Castro (dipendente del Comune di Isernia con co.co.co nella segreteria politica). Anche qui, una segreteria tutta in rosa e stipendi da fame: tutti assunti a 12 ore settimanali, gli stipendi passano da 450 euro al mese ad un massimo di 550.

Ripetiamo la domanda: ognuno dei politici in questione, sarebbe in grado di vivere con 500 euro al mese?

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