di Christian Ciarlante

La Regione aveva annunciato, con una trionfale conferenza stampa, la riapertura della tratta ferroviaria Campobasso-Termoli. Una buona notizia per i molisani? Sì e no, dipende da come la si vuole interpretare. Bene la riapertura, era vergognoso non avere un collegamento ferroviario per raggiungere la città più importante del basso Molise.

Per troppo tempo, chi voleva raggiungere la città adriatica, era costretto ad utilizzare il bus. Inutile sottolineare i disagi per chi da Isernia o Venafro, voleva recarsi in treno (sperando di prendere la coincidenza col bus) a Termoli. Tutti contenti? Neanche per sogno. Due ore di viaggio e due corse andata/ritorno. Un grande esempio di alta velocità nel 2020, perché il Molise guarda al futuro strizzando l’occhio al passato.

Ieri, domenica 9 agosto, tra ritardi ‘fantozziani’ e treni da rottamare rimessi in pista per l’occasione, le prime corse si sono rivelate un flop. Questo è il destino dei viaggiatori molisani, ostaggio di una classe politica incapace di risolvere problemi che ci trasciniamo avanti da decenni. Cambiano gli assessori, ma il risultato non cambia mai.

Allora ci consoleremo con la metropolitana leggera, al momento fuori dai radar, oggetto sempre più misterioso che ci porterà al passo coi tempi (sic!). Siamo destinati alla mediocrità, dobbiamo accontentarci di quello che ci passa il convento e mostrare anche entusiasmo.

Nel far west, la linea Campobasso-Termoli sarebbe stata salutata con giubilo, oggi, è un primo step verso una sorta di normalità. Continuando su questa strada, tra 50 anni, potremmo essere al passo con la storia.

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