Li utilizziamo per pochi minuti, ma se smaltiti non correttamente inquinano l’ambiente per decine o centinaia di anni. Stiamo parlando ad esempio di bicchieri, stoviglie, posate e bottiglie che se non smaltiti correttamente, possono perdurare nell’ambiente almeno 450 anni e senza scomparire mai del tutto, frammentandosi in miliardi di microplastiche che possono facilmente raggiungere il mare e altrettanto agevolmente contaminare la catena alimentare.

È nata per questo “Usa e getta? No, grazie”, la nuova campagna di informazione e sensibilizzazione lanciata da Legambiente per la prevenzione e la messa al bando di alcuni prodotti usa e getta, per stimolare il cambiamento spontaneo di abitudini dei cittadini e un intervento più deciso dei governi arginare un problema di portata globale come il marine litter.

I volontari dell’associazione hanno promosso ieri mattina, domenica 29 luglio, un “trash mob” sulla spiaggia Rio Vivo di Termoli, in occasione della tappa molisana della Goletta Verde, la storica imbarcazione ambientalista che naviga ogni estate per combattere i “nemici del mare”.

Tra lo stupore dei bagnanti sono così comparsi in spiaggia un enorme piatto, posate, una bottiglia e una mega cannuccia. L’intera campagna punta, infatti, a far riflettere sul concetto di esagerato chiedendo ai cittadini di impegnarsi a ridurre l’uso di oggetti usa e getta e segnalare la propria adesione sul sito www.usaegettanograzie.it.

«Usiamo l’usa e getta per pochi minuti ma le sue microplastiche possono inquinare per sempre finendo nella catena alimentare perché ingerite dai pesci che poi finiscono sulle nostre tavole – spiega Manuela Cardarelli, presidente di Legambiente Molise – Nessuno utilizzerebbe oggetti “esagerati” rispetto alla funzione di cui ha bisogno: il David di Michelangelo come “nano da giardino”, un’autobotte per innaffiare i fiori o un elefante come cucciolotto da compagnia (i tre oggetti scelti per la campagna creativa dell’associazione, ndr).

Eppure è proprio quello che accade con piatti, posate, bottiglie monouso. Prodotti usati pochissimo ma che hanno un elevatissimo costo per l’ambiente, una sproporzione difficilmente percepibile nella vita di tutti i giorni. Durante le tappe di Goletta Verde abbiamo chiesto alle amministrazioni comunali di adottare strategie “plastic free” nei loro territori, vietando l’uso di materiale in plastica monouso, come sacchetti, bicchieri, piatti, posate, promuovendo alternative compostabili e biodegradabili. Molti sindaci hanno già aderito al nostro appello emanando apposite ordinanze. L’auspicio è che sempre più comuni possano seguire l’esempio e contribuire così alla lotta al marine litter».

Parliamo di oggetti pensati, creati e messi in distribuzione per essere utilizzati soltanto una volta per poi finire nella spazzatura. O, come succede sempre più spesso, sulle nostre spiagge o nei mari a causa di sistemi di depurazione non funzionanti, di cattiva gestione a monte dei rifiuti da parte dei comuni e peggio ancora per l’abbandono consapevole.

Secondo gli ultimi dati dell’indagine Beach Litter in Molise, oltre il 20 per cento dei rifiuti trovati sulle 2 spiagge monitorate nella regione è costituito da bottiglie di plastica (compresi tappi e anelli), stoviglie usa e getta (bicchieri, bicchieri, cannucce, posate e piatti di plastica) e buste in plastica.

In generale i volontari di Legambiente su un’area complessiva 20mila metri quadrati, hanno rilevato una media di 244 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia, per un totale di 487 rifiuti. E anche in Molise, come in molte altre regioni, la regina indiscussa dei rifiuti spiaggiati è stata la plastica, pari all’89% del totale dei rifiuti rinvenuti (maggiore rispetto alla media nazionale dell’80%), seguita da carta/cartone (6,6%), vetro/ceramica (2,9%), e metallo (1,0%).

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