di Tonino Atella

Pomeriggio col sole ben alto in cielo, aria bella pulita come del resto sempre a Venafro, accogliente il giardino della Dimora Storica del Prete di Belmonte di Venafro ad ospitare l’iniziativa, auditorium in prevalenza femminile interessato all’evento, padrona di casa Dorothy Volpe del Prete di Belmonte col suo naturale sorriso sul volto a ricevere gli ospiti e lei, l’autrice Nadia Verdile, pronta ad addentrarsi con vigore nel suo lavoro editoriale, “Carne viva”, una saga italiana tra ‘800 e ‘900, con forti risvolti sociali. Così in sintesi il sabato pomeriggio nella Venafro Antica, trascorso tra il verde del giardino privato per dire e sentire di generazioni trascorse, dei loro stenti, delle mentalità dell’epoca, degli sforzi per progredire, delle incomprensioni altrui, dei viaggi oltre oceano in cerca di fortuna e futuro e finalmente delle realizzazioni, oltremodo positive perché frutto d’impegno, dedizione e sacrifici.


Un viaggio alle ricerca delle proprie radici, il libro della Verdile appena presentato in Molise, a dimostrazione dello stretto legame dell’autrice con la terra d’origine sua e dei propri avi, pietre miliari della crescita personale. A dire e leggere pagine del testo anche la figlia dell’autrice, Dafne, ed un giovane attore napoletano, a confermare la consistenza della bella e piacevole cultura popolare partenopea.

 

Articolo precedenteMeteo: previsioni del tempo per il giorno 13/06/2021
Articolo successivoI danni della ”movida” a Venafro, dalla denuncia di chi li subisce