Isolare il partito di Giorgia Meloni e Michele Iorio. E’ questo il gioco al massacro che portano avanti i partiti che esprimono la loro fiducia al governo regionale guidato da Donato Toma che si è chiuso a riccio intorno alla candidatura di Gabriele Melogli a sindaco di Isernia. Che l’avvocato avesse già rapporti con i gruppi politici filo governativi era risaputo. Basti pensare che la figlia è componente del CdA di Sviluppo Italia Molise, nominata dal governo Toma nel 2019.

Che si giochi a isolare il partito di Giorgia Meloni e i protagonisti della politica regionale che si oppongono ormai da 2 anni al governo Toma (in primis Michele Iorio), e non ad includere lo dimostra anche il “no” di Melogli alla richiesta di candidatura quando questa avrebbe potuto unire tutto il centrodestra. Un “no” che si è trasformato in sì dopo una pizza tra lo stesso Melogli e il braccio destro di Toma, Maurizio Tiberio, componente della segreteria del governatore a 5mila euro al mese.   A questo si aggiunge la posizione della Tartaglione, la coordinatrice regionale di Forza Italia nonché parlamentare eletta nel collegio di Foggia, che deve dimostrare a Roma la sua forza elettorale sul territorio per garantirsi la ricandidatura al Parlamento del 2023, in un collegio sicuro che stavolta sarà più duro ad ottenere visti i posti ridotti dal taglio dei parlamentari. Isolare Iorio e isolare Fratelli d’Italia significa, per gli strateghi della politica regionale (ossia il governatore e la sua Giunta guidati dal consigliere politico Maurizio Tiberio), avere più chance per i loro progetti futuri. Lo schema? Lo stesso del 2016. Resta da vedere se Melogli in caso di sconfitta come 5 anni fa, anche stavolta si dimetterebbe dall’opposizione dimostrando il suo grande amore per la città di Isernia.

 

E poi c’è il caso Lega e i suoi scontenti. Si registrano a Isernia ma anche su tutto il territorio regionale dove non si capisce come possa, il partito di Salvini, appoggiare una coalizione per le amministrative facendo da sponda ai progetti della Giunta regionale e della Tartaglione dopo che questi hanno sbattuto fuori dall’esecutivo regionale proprio la Lega per dare l’assessorato a Mena Calenda che ritirò, grazie alla nomina ad assessore, la sua firma sulla mozione di sfiducia a Toma. Una vera e propria compravendita istituzionalizzata che finì su tutte le pagine nazionali e che oggi viene sottaciuta dal commissario Jary Colla ma non dalla base del partito che mormora, sperando in un cambio di rotta per salvare la faccia. La lista Lega a sostegno di Melogli sarebbe costruita intorno alla sola figura di Testa. Per lo meno così si mormora in giro.

Se tutta la Giunta regionale fa quadrato su Melogli, Vincenzo Niro è rimasto, per il momento pare, a guidare il gruppo dei centristi che avrebbe proposto la grande offerta al candidato Cosmo Tedeschi: siamo disposti a sostenerti se però tu rinunci all’appoggio di Fratelli d’Italia. Sembra che sia stato questo il lietmotiv dell’incontro di ieri. Il Sarcosy molisano ha tirato fuori dal cilindro la grande genialata imposta, si mormora, dal governatore Toma che avrebbe lasciato all’avanscoperta il suo assessore ai Lavori pubblici all’interno dei così detti centristi per prassi anch’essi filo governativi con la politica regionale.

Così, mentre il quadro delle strategie politiche per la candidatura a sindaco pare abbastanza chiaro, ora resta da vedere la composizione delle liste.

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