RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Che Donato Toma non fosse amato dai molisani era facilmente evincibile. Basta fare un giro rapido sui social per rendersi conto di quanto sia poco amato. E per chi preferisce la “vita reale” a quella virtuale non è passato inosservata la totale solitudine con cui il Presidente in compagnia dei suoi più stretti collaboratori attraversava , peraltro con una mise improbabile di pantaloncino e maglietta attillata ad evitare il ventre sempre piu tondo, il centro di Campobasso in occasione dei “misteri” senza che nessuno gli si avvicinasse per un saluto seppur di mera e formale cortesia.

È per questo che la notizia del sondaggio riportato ieri dal Sole 24 ore che certifica il primato di impopolarità di Toma su scala nazionale ci sorprende relativamente. Quello che riesce (ancora) a stupire sono le parole di commento al sondaggio rilasciate dal Presidente all’ADN Kronos. Un mix di arroganza, autoreferenzialità, narcisismo che ribadiscono, qualora ce ne fosse bisogno, le “qualità” umane di Toma.

Difficile con questi ingredienti ottenere un’azione politica che possa essere fondata sull’ascolto e sul confronto elementi essenziali alla base del confronto democratico. Ma d’altronde che senso ha parlare di democrazia per un soggetto che lamenta nelle dichiarazioni di ieri di essere “vittima” di una maggioranza risicata quando quei numeri risicati sono il frutto di un’azione normativa di “purga” di inaudita gravità da lui voluta per eliminare i consiglieri surrogati? Come si può parlare di democrazia se lo stesso toma si paragona a Napoleone Bonaparte che fu un imperatore?

E poi ci scusi presidente ma da generale Napoleone condusse (fino a Waterloo) decine di battaglie militari vittoriose…lei ds governatore in carica ha fatto perdere alle amministrative da Isernia a Campobasso da Larino a Bojano chiunque ricevesse la sua “benedizione”. Io con Napoleone vedo due analogie…l’odio con cui Napoleone da indipendentista rivoluzionario corso disprezzava i francesi è simile al rancore che anima l’azione politica del Donato Bonaparte.

Cosi come la fortuna di trovarsi al posto giusto al momento giusto. A napoleone la fortuna gli arrise quando il 13 vendemmiaio (5 ottobre 1795) Barras lo nominò, all’improvviso, comandante della piazza di Parigi, con l’incarico di salvare la Convenzione nazionale dalla minaccia dei monarchici (realisti). A Toma la fortuna arrise quando una sera di marzo dopo aver consultato persino le pagine gialle il suo nome venne fuori da un tavolo di centro destra sfinito dalle trattative. Poi che sia stato merito suo la vittoria delle elezioni, mantra che ripete in ogni occasione pubblica, è tanto vero quanto è vero che l’Italia campione del mondo del 2006 vinse quel mondiale di Germania grazie al contributo imprescindibile di Simone Barone e Marco Amelia (che ai non appassionati di calcio ricordiamo collezionarono ben 0 minuti complessivi nelle 7 partite che giocammo).

Napoleone lasciò alla storia un codice divenuto precursore del diritto civile degli Stati dell’Europa continentale. Toma lascerà alla storia solo i danni prodotti e l’incapacità di assumersene le responsabilità.
I cittadini molisani attendono solo con impazienza che la Waterloo di Toma si materializzi quanto prima.

Articolo precedenteDal Web. Toma: “Dovrei essere nominato erede di Napoleone Bonaparte”
Articolo successivoComunità montane, Toma nomina 4 commissari liquidatori: in carica fino al 31 dicembre