In Consiglio non può parlare come commissario ad acta perché “non sarebbe giusto” verso la struttura commissariale e perché, come commissario ad acta alla Sanità, lui Donato Toma dice di rispondere solo al governo. Però, dice sempre Toma, vediamo cosa si può fare con me che qui sono in veste di presidente della Regione.

La “schizofrenia amministrativa” del governatore/commissario descritta dal  capogruppo del Pd Micaela Fanelli si riversa anche sul Consiglio regionale.

Tacciono tutti i consiglieri regionali di quella parte del centrodestra che alle amministrative di Isernia appoggia il candidato sindaco Melogli promuove il POS firmato da Donato Toma con cui si stabilisce la chiusura di reparti negli ospedali pubblici di Termoli, Isernia e ripercussioni anche all’ospedale di Campobasso.

In un Consiglio regionale iniziato con l’arrivo “muro muro” di Donato Toma che passa dall’ingresso secondario del Palazzo D’Aimmo per evitare la manifestazione di protesta, poi proseguito con il tentativo, andato a vuoto, sempre da parte di Toma di evitare il dibattito facendo rinviare la seduta. Proseguendo con la testimonianza in aula del segretario regionale del Pd che sostiene che Toma, dopo aver firmato il Piano Operativo Sanitario, avrebbe chiesto all’Asrem di non attuare il POS 2019-2021 “perché ci sono le elezioni?”.

Insomma, chiudiamo ciò che dobbiamo chiudere (tipo l’emodinamica a Isernia?) ma dopo il voto delle comunali?

A comunicare l’esistenza di questa lettera di stop all’Asrem per l’attuazione del POS 2019-2021 è stato proprio Donato Toma che in apertura del Consiglio regionale ne parla quasi a vantarsi di questa missiva. Si giustifica: questo POS non l’ho fatto io ma Giustini. Greco replica: il Piano degli ex commissario (voluti dal governo Lega – 5stelle) non era proprio così.

Un dibattito al limite dell’assurdo dove pare emergere la mancanza di competenza del governatore Commissario Toma e dei suoi seguaci, e da cui emerge una vera e propria presa per i fondelli degli elettori e dei cittadini in generale. “Siamo fuori legge. In Molise siamo fuori legge. Come lo siamo stati con la gestione Covid” tuona urlando un Michele Iorio che aveva iniziato con la promessa che sarebbe stato breve nel suo intervento e si è invece dimostrato un fiume in piena.

Si stacca dalla maggioranza anche Gianluca Cefaratti, del gruppo Patriciello, che però prende anche le distanze dalle dichiarazioni dei 5stelle, sempre improntate sull’anti Patriciello e contro la mobilità attiva di cui il gruppo Neuromed è al primo posto. Se a Toma si rimprovera il fatto di comandare da solo senza condivisione, senza comunicazione alla sua maggioranza, ai grillini Cefaratti ricorda che il governo nazionale che vuole chiudere gli ospedali in Molise porta il colore dei 5stelle in tutte le tre forme vissute dal 2018 ad oggi. Cinquestelle-Lega, Cinquestelle-PD-Leu, Cinquestelle-Pd-Leu-Italia Viva – Forza Italia-Lega. Insomma, loro, i penta stellati onnipresenti a Roma, avrebbero potuto incidere sul governo con la delegazione parlamentare rimasta in rigoroso silenzio.

Iorio parte dall’analisi della malattia “se la sanità è commissariata dallo Stato da 12 anni e il problema del rientro dal disavanzo non è stato risolto, è chiaro che c’è un problema” ed offe la cura:  “bisogna cambiare i parametri per il Molise perchè essendo una regione piccola ha bisogno di maggiori risorse sul Fondo Sanitario Nazionale per offrire servizi sanitari ai molisani”.

Da questo Consiglio regionale, dove lo sdoppiamento della personalità di Toma è venuta fuori in tutta la sua dirompente autenticità, si apprende però che Toma acquisisce informazioni non perché “me e racconta il parente o l’amico che lavora in ospedale, ma io le informazioni le acquisisco perché vado sul posto”. Insomma, chiacchiere al vento in un Consiglio monotematico dove di certo c’è che

1. “in epoca Iorio gli ospedali in Molise erano aperti nonostante le imposizioni del tavolo tecnico romano”;
2. oggi  si discute del futuro mentre si muore nel presente.

Ad ogni buon conto, i 5stelle presentano una mozione che viene sintetizzata con l’emendamento di Iorio e l’ordine del giorno del PD.

Cefaratti esce dall’aula, Micone vota a favore. Toma si inalbera ma cade per un voto: 9 a suo favore e 10 contro di lui. Sono gli ultimi atti di una legislatura che rappresenta la pagina più buia e immorale di questa regione.

Iorio sul social network commenta: “Toma sulla sanità è senza maggioranza. L’emendamento presentato da me, insieme alla condivisione delle opposizioni, in sostanza ha bocciato l’operato del presidente che sarà costretto a rivedere tutta la procedura del POS. Gli ospedali di Isernia e Termoli e anche il Cardarelli di Campobasso possono tirare un sospiro di sollievo perché da ora in poi si dovrà rispettare la legge che nega a qualsiasi commissario di approvare piani sulla sanità senza il necessario confronto con le istituzioni locali, le forze sociali, con gli imprenditori. Parola della Corte Costituzionale”.

Articolo precedentePresidio davanti al Consiglio regionale, Toma entra di nascosto dalla porta secondaria. Le immagini
Articolo successivoMeteo: previsioni del tempo per il giorno 28/09/2021