Nei giorni scorsi la Federazione della Coldiretti di Campobasso ha inviato una nota al sindaco di Termoli Francesco Roberti per porre l’attenzione sul “Piano straordinario di lotta alla cimice asiatica” predisposto dalla Confederazione Nazionale Coldiretti in cui si rappresenta la gravità della diffusione della cimice marmorata asiatica (Halyomorpha Halys), che sta interessando molte parti del territorio nazionale e minaccia di estendersi anche sul territorio provinciale. Infatti, la presenza del fitofago è già segnalata nelle regioni limitrofe, Puglia, Campania, Lazio e Abruzzo.

Nel piano si indicano le possibili azioni volte a contrastare gli effetti pregiudizievoli derivanti da tale fitofago non solo per le imprese agricole, con particolare riferimento a quelle dedite alle colture specializzate vegetali, ma anche per i cittadini.

L’invasione della cimice asiatica è in atto da alcuni anni e determina un elevato livello di pericolosità per l’agricoltura italiana, in particolare per le colture vegetali ed ortofrutticole, trattandosi di un insetto polifago che, pur originario dell’Estremo Oriente, si è ormai insediato stabilmente in Italia e sta arrecando gravi danni alle coltivazioni di molte regioni, specie nel nord ma diffondendosi rapidamente anche nel resto del Paese.

Nel territorio provinciale è elevata la presenza di imprese agricole dedite alla coltivazione di vegetali e di prodotti ortofrutticoli che, per effetto della incontrollata diffusione del suddetto fitofago, potrebbero vedere significatamente compromessa la redditività della propria attività nonostante le misure fitosanitarie poste in essere dalle stesse imprese per il contrasto della cimice asiatica.

La Federazione della Coldiretti ritiene quindi opportuno che venga effettuata una giusta sensibilizzazione affinchè si istituisca un tavolo di lavoro cui affidare l’individuazione delle iniziative necessarie al contrasto della diffusione della cimice asiatica, anche in relazione a quanto proposto nel piano straordinario, da realizzare sul territorio in modo coordinato da parte delle amministrazioni comunali e delle altre amministrazioni competenti.

Il rinvenimento di questi insetti e patogeni in Italia sta minando la produzione nazionale, distruggendo il potenziale produttivo del Paese con conseguenze economiche, occupazionali e sociali che configurano la situazione odierna di vera e propria calamità naturale.

La cimice in questione è capace di sviluppare su oltre 300 specie coltivate e spontanee, si pone come emergenza con più di 700 milioni di euro di danni stimata solo nell’ultima annata. La gravità della situazione e le caratteristiche del fitofago impongono misure eccezionali finalizzate alla lotta, alla ricostruzione del potenziale produttivo nazionale e al sostegno alle imprese nella fase di emergenza.

La lotta alla cimice asiatica è particolarmente complicata per la polifagia, alla mobilità e alla resistenza ai trattamenti dell’insetto. In considerazione di ciò serve un piano organico che comprenda attività di lotta obbligatoria, azioni di contenimento biologico dell’alieno e ristoro dei danni subiti dalle imprese.

La situazione odierna

La diffusione della cimice asiatica purtroppo interessa ormai tutto il territorio nazionale, sebbene i danni ad oggi siano particolarmente rilevanti nelle aree ortofrutticole orientali della Pianura padana.

In particolare si rilevano nelle sottoscritte aree attacchi sulle colture e si stimano i seguenti danni:

Liguria: 16 milioni di euro, 2049 produttori

Piemonte: 180 milioni, 13500 produttori

Lombardia. 32 milioni, 8500 produttori

Emilia Romagna: 270 milioni di euro, 9500 produttori

Veneto: 163 milioni di euro, 7685 produttori

Friuli Venezia Giulia: 40 milioni di euro, 2500 produttori

Trentino Alto Agide: 40 milioni di euro, 4500 produttori

Per un totale di 741 milioni di euro alla fine di gennaio (dato in crescita rispetto alla stima di 588 milioni di euro di dicembre, in conseguenza dei danni che emergono in magazzino, in fase di condizionamento del prodotto per la vendita, soprattutto su pere, mele e kiwi), e oltre 480000 produttori coinvolti.

Colpite pere, mele, pesche e nettarine, kiwi, ciliegio e piccoli frutti, albicocco, susino, nocciolo, olivo, soia, mais e ortaggi.

Il piano.

Multiregionale, pluriennale, e con una dotazione finanziaria adeguata.

A tal proposito risulta indispensabile:

– La creazione di un tavolo tra i Ministeri competenti (Agricoltori, Sanità, Ambiente, Rapporti con UE) e le regioni maggiormente coinvolte.

– Aprire un confronto in sede UE per il recupero delle ingenti risorse necessarie all’indenizzo delle imprese.

1. Azioni per il sostegno alle imprese:
declaratoria stato di calamità
delimitazione delle aree danneggiate
sostegno alle imprese agricole mediante:
sospensione del pagamento delle rate dei mutui tramite moratoria
sospensione del pagamento degli oneri contributivi a carico delle imprese
indennizzi a fondo perduto per i danni subiti e le perdite di reddito
sviluppo di fondi mutualistici

Prendendo atto degli sforzi fatti per integrare la dotazione del fondo di solidarietà nazionale (80 milioni di euro della legge di bilancio 2020), si stima che la dotazione finanziaria necessaria a sostenere tali azioni sia di 300 milioni all’anno per un quadriennio.

2. Azioni per il contenimento del patogeno

Lotta obbligatoria alla cimice, tramite l’istituzione di una autorità di coordinamento delle attività (monitoraggio, azioni fitosanitarie ed economici), onde evitare interventi non sincronizzati o difformi tra le diverse aree e/o Regioni; con particolare riguardo ai disciplinari applicati, alle misure attuate ed ai finanziamenti previsti.

Fondamentale anche il coordinamento tra tutti i soggetti (pubblici e privati) che svolgono attività di assistenza tecnica alle imprese.

Definizione, sotto il coordinamento della su citata Autorità, degli interventi chimici sulle forme giovanili con l’individuazione dei principi attivi efficaci. Prevedendo inoltre le possibili autorizzazioni in deroga alla normativa, ma anche ai disciplinari di lotta integrata/biologica previsti da Psr e Ocm.

Utilizzo (anche mediante appositi finanziamenti) di: metodi fisici per la limitazione della presenza del fitogeno sulle colture in atto (reti anti-insetto, serre, ecc.) e

Metodi agronomici (trappole con ferormoni per catture massali)

Autorizzazione all’introduzione dei parassitoidi della cimice (Trissolcus spp.), al loro Allevamento e al lancio nelle diverse regioni. Individuando altresì percorsi di difesa delle  Coltivazioni coordinati che evitino l’utilizzo di principi attivi, per altre avversità, che  uccidano o riducano l’efficacia dei parassitoidi stessi.

3. Azioni per la difesa del settore ortofrutticolo nazionale

Piano straordinario di verifica dei prodotti ortofrutticoli di importazione, onde evitare che
siano importati prodotti difesi attraverso l’impiego di antiparassitari vietati in Italia.

Potenziamento organici e attività del Servizio Fitosanitario nazionale.

Iniziative di sensibilizzazione della popolazione per il contrasto alla diffusione e
Svernamento della cimice.

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