Riceviamo e pubblichiamo

E’ noto che da tempo, in alcune zone di Termoli, non è possibile eseguire nuovi allacci alla rete idrica cittadina in quanto l’impianto di depurazione del porto, fortemente sottodimensionato, non è in grado di trattare ulteriori scarichi reflui. Ciò, oltre al disagio, comporta un grosso danno economico per cittadini, operatori commerciali, e di servizi, non potendo utilizzare nuovi immobili, già realizzati e pronti agli usi adibiti.

Disagi ambientali, non meno importanti, sono anche le rotture subite dalla condotta sottomarina per lo scarico, a largo, in mare, a largo, con fuoriuscite, nei pressi della costa, di acque reflue i cui parametri non sempre e del tutto sono risultati rispondenti a quelli di legge. Eventi questi che, da quanto è dato sapere, sono stati accertati dalle autorità di controllo preposte, e denunciati alla magistratura. A ciò si accompagna anche il ripetersi di emissioni, dall’impianto di depurazione del porto, di odori nauseabondi che avvolgono il Borgo Vecchio, e aree del centro di Termoli. Fenomeni questi che non depongono bene per Termoli, generando disgusto e disappunto dei Termolisi, turisti e ospiti presenti nella nostra amata città.

Mentre il famigerato nuovo impianto di depurazione del Sinarca, costruito per alleggerire il carico idraulico ed inquinante dell’impianto del porto, risulta ancora non attivo, e che finalmente, dopo ripetuti annunci, dovrebbe essere avviato nei prossimi giorni, un’altra brutta tegola, sembra, si stia abbattendo, nel settore, sul Comune di Termoli: il Tar Molise, su opposizione della CREA Srl alla delibera di giunta del Comune di Termoli di una ulteriore proroga di un anno, ha sentenziato non più prorogabile, dal prossimo 30 giugno, il rapporto contrattuale relativo al servizio idrico integrato, vigente da oltre 25 anni.

Da quanto si apprende dagli organi di informazione, mentre il caso ha messo, giustamente, in stato di agitazione il personale CREA operante a Termoli, vedendo per il futuro pericoli per il loro lavoro, il Sindaco Sbrocca, ha ostentato, forse fin troppo,sicurezze e certezze, nel poter risolvere facilmente e in tempi brevi il problema. Asserisce di avere già individuato la società in grado di subentrare e assolvere i compiti finora svolti dall’attuale gestore del servizio idrico integrato. L’avvocato Sbrocca esclude, come fosse poca cosa la “faccenda”, che possano esserci in futuro conseguenze nefaste per Termoli, rassicurando tutti nell’esito positivo del problema.

Avendo, in quarant’anni di attività professionale, maturato nel settore qualche esperienza, nelle certezze dell’avv. Sbrocca, nutro alcune perplessità: si potrà cadere dalla padella alla brace. Diverse, ritengo, saranno le difficoltà, che presto emergeranno, non tanto per la parte puramente tecnica delle reti e impianti (idrica, fognatura, depurazione), che qualsiasi società e/o impresa, con un po’ di esperienza nel settore, e impiegando le attuali maestranze, esperte e conoscitori delle reti e impianti di Termoli, attualmente in forza alla CREA, è in grado di poter risolvere e continuare, se pur con le solite e note criticità, il servizio.

Diverse e maggiori invece sono le difficoltà che ci saranno nella parte amministrativa e contabile, pur impiegando lo stesso personale amministrativo, esperto, professionale e capace, attualmente in forza alla CREA. Ciò soprattutto per l’eventuale indisponibilità all’utilizzo del programma gestionale e relativo server, attualmente di proprietà esclusiva del gruppo ACEA cui fa parte la CREA Srl.

In tal caso il nuovo gestore si potrà il trovare nel “buio totale”, pur in possesso del Database, che la CREA consegnerà al Comune, e sarà molto difficile procedere nelle pratiche amministrative: contratti di allaccio, voltura, emissione di fatture e bollette dei consumi, … Per non considerare poi la difficoltà a dare attuazione alle delibere dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energie Reti e Ambiente) che periodicamente vengono emesse, con inevitabili elevate sanzioni pecuniarie a danno dei cittadini.

Già l’impossibilità ad emettere le bollette, quindi riscuotere il dovuto dalle utenze, metterà in forte crisi il sistema: senza la cassa, unica fonte di sostegno, non sarà possibile mantenere il servizio idrico integrato funzionante ed efficiente: le conseguenze saranno gravissime !

In questa faccenda l’Amministrazione ha mostrato troppa superficialità. Segnali chiari e forti sulle volontà della CREA di dare fine al rapporto con il Comune di Termoli, sono stati vari e ripetuti. L’Amministrazione avrebbe dovuto da tempo intraprendere l’iniziativa di individuare, con un bando di gara, il nuovo gestore del servizio idrico integrato. Invece questa Amministrazione ha preferito continuare a “cullarsi”, convinti forse che il ricorso al TAR avrebbe avuto un esito diverso, conservando la certezza di poter continuare il rapporto con la CREA con ulteriori proroghe, pensando di giungere, indenni, alla fine del loro mandato previsto nella primavera del 2019.

L’Amministrazione Sbrocca, non è nuova nell’utilizzo spropositato delle proroghe, lo dimostra già il servizio di raccolta smaltimento dei rifiuti, ancora oggi in stato di proroga, con ben sei concessioni di proroghe alla TE.AM, per una durata di oltre nove anni, ciò nonostante il servizio da tempo mostra inefficienza, da molti e in più occasioni denunciato.

Non avendo individuato a tempo dovuto il nuovo gestore, l’Amministrazione ora si potrà trovare in posizione di “debolezza” nei confronti della CREA. Non resta che sperare in una fattiva e “leale” collaborazione, e non finire “sotto schiaffo” di eventuali “pressioni” a seguito del contenzioso, di centinaia di migliaia di euro, già in essere con la società stessa.

Auspico che l’Amministrazione Sbrocca, recuperi il tempo perduto, e mette in essere, con immediatezza, ogni azione amministrativa per individuare un nuovo gestore, esperto, con capacità tecniche, amministrative ed economiche, in grado di assicurare la soluzione, vera, al problema, abbandonando l’idea di gestire il servizio idrico integrato, importante e primario per la collettività, con soluzione provvisorie e “pasticciate”.

Nicola Felice

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