di Tonino Atella

Trattasi dell’arteria che “corre” intorno a Castello Pandone di Venafro, di cui si aspetta sempre apertura e percorribilità.

Ci sono strade ricche di storia e di tanta suggestione ambientale. Si prenda il tratto che “corre” tutt’intorno a Castello Pandone di Venafro, nord estremo del centro storico cittadino.

Un tracciato che ha fatto in passato la storia stessa della città, girando intorno all’involucro medievale che ospitò personaggi vari tra cui Isabella Contessa di Celano e Venafro, imprigionata per mano del figlio Ruggero Accrocciamuro oltremodo desideroso di potere assoluto e morta nel castello venafrano alla fine assegnatole, e successivamente dal Conte Enrico Pandone, giovane dignitario tanto desideroso di apparire agli occhi altrui e che a soli 34 anni finì decapitato a Napoli per aver sostenuto i francesi nello storico scontro con la corona spagnola regnante su Napoli e l’intero sud della Penisola.

Ebbene tale importante tracciato urbano, dove un tempo tra le altre cose si svolgeva la suggestiva festa civile/religiosa in onore della Madonna delle Grazie che in zona si onorava e si onora il 2 luglio prossimo nel sovrastante piccolo luogo di culto pedemontano, tale tracciato urbano da decenni è sbarrato al transito sia pedonale che su gomma a seguito di lavori di sistemazione esterna di Castello Pandone di fatto ancora da completarsi, inducendo i residenti del rione Colle che ospita il Pandone a giri viziosi per spostarsi.

Adesso però una possibile novità pare palesarsi all’orizzonte : la Regione Molise avrebbe stanziato, condizionale d’obbligo  … in attesa della concretizzazione del tutto e dell’avvio delle opere a farsi, una cospicua somma per sistemare e finalmente aprire la strada. Resta però da decidere se consentirvi anche il transito su gomma, o solamente quello pedonale. Comunque una cosa è certa, sentiti gli abitanti del Colle : “E’ uno schifo -afferma contrariata una signora residente con famiglia al Colle- il pluriennale abbandono, la sporcizia, i rifiuti e l’incuria che da anni caratterizzano la parte retrostante di Castello Pandone e la strada che vi gira intorno. Sbarrata tale arteria, in attesa dell’intervento conclusivo non più avvenuto, siamo rimasti senza collegamenti verso l’est di Venafro e con tanto avvilente abbandono intorno al Castello. Chiediamo perciò che si completi il lavoro lasciato sospeso, restituendo finalmente maggiore attrattiva e la piena dignità strutturale all’involucro storico che domina dall’alto Venafro”.

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