di T.A.

STRANEZZE, BELLEZZE E BRUTTEZZE VENAFRANE, PRESENTI PURTROPPO TUTTE ASSIEME IN CITTA’


In una città, Venafro compreso, si può trovare di tutto -tanto di segno positivo, come di segno negativo e addirittura d’incomprensibile, indecifrabile- da indurre a considerazioni di vario tenore. Partiamo, restando a Venafro, da un aspetto che resta di difficile spiegazione. In un vicolo a lato della storica Chiesa di Sant’Antuono, cuore della Venafro Antica e dove esercitò la propria missione pastorale San P. Pio nel lontano 1911 quando il Frate era un giovane monaco di 24 anni, in tale vicolo trovasi murata all’esterno di un’abitazione una iscrizione su pietra in lingua latina risalente ai tempi dell’Urbe. Nulla o quasi nulla di strano se non fosse che l’iscrizione è stata murata … capovolta ! Ossia chi l’ha fissata all’esterno dell’abitazione non si è accorto di murarla al rovescio, costringendo chi oggi intende leggerla e decifrarla ad una sostanziale torsione di collo e testa per riuscire nell’impresa ? Mah ! Le stranezze della vita ! Per la cronaca, sulla pietra sono scolpiti nomi e citati i gladiatori. Di più è difficile decifrare, a meno che non si voglia riportare un bel … torcicollo ! Dalle stranezze alle bruttezze, se si “passa” il termine effettivamente poco in uso, ma nell’occasione usato per la … rima. Si rinvengono nella parte alta del centro storico, al rione Manganelle, ed esattamente nella traversa di via Giambattista della Valle che porta al Palazzo Reale, denominazione non perché vi abitassero in passato persone di altissimo rango ma in quanto era il cognome della famiglia che nei tempi che furono ne era la proprietaria e vi risiedeva. Siffatta traversa é letteralmente inondata ed assaltata da erba, arbusti e vegetazione naturale che l’hanno di fatto chiusa, impedendone l’accesso ! E tutto questo in un rione alquanto popolato e quindi col rischio di trovarsi qualche animale selvatico tra i piedi ! Il Comune di Venafro perché non interviene a tagliare, pulire e portar via, restituendo decenza e tranquillità tutt’intorno ? Chiudiamo, finalmente, con le bellezze cittadine. Ne sono tante, per fortuna, per cui una scelta s’impone. Eccole : le famose Formelle in alabastro oggi esposte al Museo Nazionale di Castello Pandone dopo averle fortunosamente recuperate dalle mani dei ladri negli anni trascorsi e il cosiddetto Giardino della Principessa, come si era soliti definire il verde appena fuori Castello Pandone e nel quale evidentemente amava recarsi la nobildonna del Conte Pandone. Le Formelle, che raccontano vita e passione di Cristo, sono di un pregio artistico assoluto tanto da lasciare studiosi, ospiti e forestieri estasiasti al loro cospetto. Forte attrattiva naturale ed ambientale invece per il Giardino della Principessa, oggi di proprietà privata e che conserva intatta la sua bellezza grazie alla passione con cui viene curato. Dei tre particolari aspetti cittadini, abbondantemente da preferire sono le bellezze e le attrattive di Formelle e Giardino della Principessa, quali precise testimonianze del sano ambiente venafrano e dell’arte cittadina nel corso dei tempi.

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