Sono totalmente assurde le affermazioni, prive di ogni riscontro, diffuse dal Presidente della Provincia di Isernia secondo cui “non è possibile la stabilizzazione dei cantonieri ex precari”. Nonostante le politiche antioperaie delle destre e del PD che hanno tagliato i servizi locali, nel caso specifico esistono comunque tutte le condizioni giuridiche e finanziarie per procedere.

Primo. Quanto documentato in dettaglio nella nostra mozione (diffusa anche sui media locali) dimostra esattamente il contrario: l ’art.20 D. Lgs 75/2017 consente di stabilizzare ben 33 unità part time al 50 % , di cui 16,5 in base al parametro della spesa triennale di lavoro flessibile del triennio precedente, altre 16,5 (e oltre) in base al parametro della spesa relativa al personale cessato.

Secondo. In quanto alle risorse finanziarie: le entrate correnti (cioè per la sola spesa corrente non per le opere che si aggiungono a parte), risultano allo stato pari a circa 17 milioni di euro (9 milioni di fondi erariali ed il resto tra tasse locali ed entrate regionali). Mentre il costo delle 33 unità part time sono pari solo 2,5 % delle stesse.

Non solo: le entrate della provincia sono vincolate per legge in primis a tali funzioni e dunque in caso contrario si avrebbe anche una distrazione dei fondi da vincoli di legge di cui chiederemo conto.

A ciò si aggiungano: l’avanzo di oltre 800 mila euro del piano neve non svolto (mentre gli autobus sbandavano sul ghiaccio e quant’altro al primo piccolo gelo) e i 210 mila euro ottenuti proprio allo scopo di tali assunzioni dal Comitato Operaio “Osvaldo Pallotta”, dal PCL Molise e dal sindacalista Di Schiavi all’ultimo incontro regionale con Frattura, di cui non consentiremo alcuna altra distrazione.

Terzo. La stessa norma citata, ma in primis la elementare necessità sociale, impongono che la provincia adegui la dotazione organica attualmente del tutto squilibrata ed insufficiente a garantire tale servizio fondamentale su oltre 800 Km di strade, poiché tarata su 73 dipendenti di cui solo 10-13 effettivamente adibiti alle funzioni fondamentali (strade, gestione scolastica e ambiente) il resto essendo tutti amministrativi definiti di “supporto”. E’ come se una fabbrica metalmeccanica avesse 50 impiegati per amministrare un solo operaio.

La nefasta privatizzazione del servizio comporterebbe solo sprechi, ulteriore precarietà e super sfruttamento, minore sicurezza, minore qualità professionale e quantità del servizio, a costi maggiori. Senza contare che la stabilizzazione potrebbe anche evitare alla provincia l’esborso totale di almeno 210 mila 479 euro (8 mensilità parametrati all’ultima retribuzione globale di fatto percepita) per danni riconosciuti a 31 degli ex cantonieri (più altre somme ad altri già liquidate), per l’abuso di precariato (non avendo motivato come prescritto le pur possibili proroghe dei contratti termine) e l’utilizzo di quelle stesse somme per il potenziamento di questo servizio essenziale.

Tutti ci guadagnerebbero, lavoratori e servizio pubblico. Si risolverebbe il dramma occupazionale di queste famiglie, si eviterebbe la dispersione di un patrimonio professionale utilissimo alla collettività garantendo un servizio di qualità, e si eviterebbero danni erariali all’ente provincia. Questa nostra mozione per la stabilizzazione già formalizzata da oltre un mese deve essere urgentemente portata alla discussione del Consiglio per la decisione, come l’elementare condotta democratica richiede. La popolazione non può continuare a sopportare i gravi disagi al minimo evento nevoso e per la enorme deficienza nella manutenzione stradale (sfalcio, pulizia cunette, segnaletica ecc.).

Insomma la “linea antioperaia e antisociale dura” tenuta dal Presidente della Provincia e dai suoi sodali, non è solo una manifestazione reazionaria, tipica delle destre anche nella “versione PD”, ma costituisce un esempio di rara ottusità politica, che merita una solo risposta: dimissioni.

Dimissioni che dovranno essere estese a tutti i Consiglieri provinciali che non si saranno adoperati realmente per sventare questo disastro, qualora la nostra mozione non sarà discussa in consiglio e non troverà almeno sei consiglieri su undici che l’approvi, per vincolare l’ente alla stabilizzazione ed alla organizzazione efficiente di un servizio attualmente molto deficitario, benché essenziale per la collettività locale.

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