“La situazione dell’Ospedale SS. Rosario non è più tollerabile. Così come stanno procedendo le cose, la prospettiva è quella di una lenta ma inesorabile chiusura, che i cittadini di questo territorio non possono accettare”.

A dichiararlo è il sindaco di Venafro, Alfredo Ricci, che pretende indicazioni chiare e tempi certi. In effetti quale sia la funzione dell’Ospedale S.S. Rosario di Venafro ancora non è ben chiaro. Per ora rimane lì come Rsa ancora tutta da riqualicare. I servizi del vecchio, nel senso storico della parola quale contenitore di prestazioni ospedaliere di primo livello e urgenza, sono un traguardo e un ricordo lontano. Tutti promettono che ridiventerà tale, ma quando?

E in questa situazione di confusione, quasi tutti – politici – si esercitano a suggerire e promettere che domani o dopodomani o fra un mese sarà riconvertito, coscienti che è «un… utopia». Ad ogni modo il sindaco di Venafro Alfredo Ricci asserisce: “Una prospettiva davanti alla quale né io né l’Amministrazione che mi onoro di guidare siamo disposti a rimanere a guardare.

Esiste il diritto alla salute costituzionalmente garantito, il diritto dei cittadini di curarsi in strutture che possano garantire effettività ed efficacia di intervento, e che siano principalmente pubbliche. Sono anni – oltre 10 – che assistiamo a continui colpi alla rete pubblica di erogazione di servizi sanitari, sia ospedalieri sia territoriali, con il SS. Rosario come costante destinatario di tagli indiscriminati.

Di fronte a questi continui attacchi la nostra comunità ha spesso reagito in maniera vibrata.
Personalmente, da 12 anni ho posto in essere ogni tipo di intervento, come cittadino, come amministratore, come professionista. Si è trattato di un impegno costante, non a giorni alterni o improvvisato; un impegno che prosegue anche come Sindaco di questa città da oltre due anni.

In questo lungo periodo troppo spesso ho visto passare qualche meteora che, in cerca di visibilità, ha urlato allo scandalo dello smantellamento del SS. Rosario, per poi sparire senza lasciare traccia di una iniziativa concreta. Anche in queste settimane vedo tanti autoproclamatisi o redivivi paladini dell’Ospedale di Venafro, personaggi, più o meno qualificati, che, dietro l’apparente interessamento per il SS. Rosario, nascondono, neanche troppo velatamente, il reale intento di ritagliarsi un ruolo politico forse mai avuto.

Non credo che la strumentalizzazione politica da parte di qualcuno di questa, che è una battaglia di civiltà, sia la prospettiva che il nostro territorio merita. Probabilmente molti che oggi alzano la voce (o fanno finta di sbraitare) non lasceranno traccia del loro passaggio, avendoci abituato a fare chiacchiere, e non fatti. Credo, invece, che ci sia bisogno di un impegno corale di tutte le forze politiche in campo presenti su questo territorio.

È necessario un grande gioco di squadra che, mettendo da parte le divisioni politiche, possa riunire attorno al SS. Rosario l’impegno di tutti. Ci troviamo a dovere rivendicare il rispetto di un piano, il POS 2015/2018, che personalmente non ho mai condiviso, convinto come sono sempre stato che avrebbe assestato il colpo di grazia al SS. Rosario (come è stato).
All’epoca, ero convinto che fosse necessario reagire anche con un nuovo ricorso contro quel provvedimento; altri ritennero il contrario.

Così oggi dobbiamo addirittura difendere quello che quel Piano prevedeva, e rivendicarne con forza l’attuazione da parte di ASREM, con un ulteriore miglioramento dei servizi. Per questo da due anni, insieme al Consigliere delegato Oscar Simeone e a tutta l’Amministrazione, sempre concertando ogni azione con Gianni Vaccone e il Comitato SS. Rosario, stiamo insistendo affinché tutti i servizi – residenziali, sanitari e territoriali – previsti in quel POS siano attuati.

In questo senso, dopo avere deliberato per ben due volte in Consiglio Comunale su proposta dell’Amministrazione, a fine estate abbiamo chiesto e ottenuto una riunione con i vertici ASREM nel corso della quale abbiamo avuto garanzie circa l’attivazione dei servizi ancora mancanti; abbiamo ottenuto subito i primi provvedimenti (come la riattivazione della radiologia e della diabetologia, sia pure a orari ancora troppo limitati), ma crediamo che sia necessario porre in essere azioni più incisive per dare la svolta che ci spetta.

Abbiamo una RSA attiva e accreditata, che durante il periodo della piena emergenza epidemiologica ha servito l’intero territorio regionale; ora deve essere stabilmente tenuta in servizio. Occorre rendere strutturale l’operatività dei servizi diabetologici e radiologici, punti di riferimento per centinaia di pazienti che ogni anno usufruiscono di migliaia di prestazioni, aumentando le ore di attività e distaccandovi personale che goda della fiducia dei pazienti.

Gli ambulatori devono essere tenuti costantemente attivi, come pure i servizi sul territorio.
Ma SS. Rosario non significa soltanto gestire il gestibile; significa anche nuova programmazione, tanto più nell’attuale momento di emergenza e di recrudescenza dei contagi. Su questo deve esserci l’impegno della struttura commissariale per un rilancio del SS. Rosario come ospedale, sia con l’istituzione del Punto di Primo Intervento (che nel POS 2015/2018 non era previsto, se non per un breve iniziale periodo) sia con la previsione di strutture e servizi che, nell’ambito delle discipline mediche, possano integrarsi con quelli offerti dal “Veneziale” di Isernia, che da solo non riesce a fare fronte alle esigenze dei cittadini.

Per avere indicazioni chiare e tempi precisi circa l’attuazione del POS 2015/2018, nei prossimi giorni insieme a Gianni Vaccone incontreremo i vertici ASREM. Subito dopo, per discutere della programmazione da ripensare e del nuovo ruolo da dare quanto prima al SS. Rosario, chiederemo un incontro alla struttura commissariale. A tutti spiegheremo che Venafro non è più disposta ad aspettare. Auspico che su questi argomenti, che interessano l’intera nostra città, possiamo trovare l’unità di intenti con i diversi rappresentanti politici locali. Noi ci siamo, come sempre”.

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