Il riconoscimento dell’Area di Crisi Industriale Complessa era una misura richiesta per agevolare i mille addetti dell’ITTIERRE, insieme ai 700 lavoratori della GAM e ai metalmeccanici dell’indotto dell’auto. Le lotte condotte dal sindacato e sostenute dal territorio sollecitavano provvedimenti straordinari al Governo Nazionale per restituire una prospettiva di lavoro alle 3 mila unità della filiera tessile, della filiera avicola e del settore metalmeccanico.

L’obiettivo era quello di accedere a finanziamenti aggiuntivi finalizzati alla presa in carico del singolo lavoratore della GAM e dell’ITTIERRE, per individuare caso per caso opportunità di reimpiego, formazione, riqualificazione professionale, incentivi alla ricollocazione, scivolo pensionistico o altre opportunità tarate sui bisogni e sulle competenze di quelle persone. Purtroppo a distanza di 2 anni e mezzo dal Decreto di Riconoscimento dell’Area di Crisi Industriale Complessa del Ministero dello Sviluppo Economico, adottata con provvedimento del 7 agosto 2015, le uniche misure che si stanno definendo sono solo i soliti contribuiti in favore di imprese che non hanno alcun obbligo a riassumere i dipendenti dell’ITTIERRE e della GAM, e i soliti finanziamenti a pioggia per opere pubbliche in aree produttive deserte con svincoli, strade e collegamenti che servono solo a far guadagnare progettisti e ditte che danno in sub-appalto a prezzi stracciati i lavori da realizzare.

Il Contratto di Sviluppo con Amadori non si capisce se ci sarà o meno, e al di là di qualche esperienza positiva nel tessile con ModaImpresa e dell’allungamento della Cassa Integrazione alla GAM, per i lavoratori la Regione Molise non ha mai chiesto nulla al Governo, non ha mai pensato di costruire un percorso finalizzato alla loro ricollocazione occupazionale e non si è mai battuta a Roma per far capire la drammaticità di una crisi che ha messo in ginocchio la Provincia di Isernia e l’area di Bojano e del Molise Centrale.

Ieri pomeriggio una nostra delegazione è stata a Bojano con i lavoratori della GAM e della mobilità in deroga per assicurare sostegno alle loro lotte sindacali, ma è amaro prendere atto che la Regione Molise sia venuta meno ai propri impegni. Aver taciuto con Roma sull’Area di Crisi Bojano – Isernia – Venafro ha evitato alla Giunta Regionale di mettersi in contrasto con il Governo Nazionale, ma non saranno le declamazioni al vento del Presidente e degli Assessori che potranno assicurare un futuro alle famiglie e al territorio colpito dalla crisi.

Articolo precedenteRiflessione spirituale di don Emilio Cioffi: “Vigilia del Santo Natale”
Articolo successivoVenafro ricorda Ritamaria Matteo