Alla luce della drammatica situazione che sta vivendo la popolazione dell’Emilia Romagna a seguito del terremoto, i sindacati hanno ritenuto “utile e necessario” rinviare la manifestazione proclamata inizialmente per il 2 giugno al 16.

Dopo il terremoto che ha devastato l’Emilia e in particolare la zona del modenese, CGIL, CISL e UIL annunciano che la manifestazione proclamata inizialmente per il 2 giugno sui temi del lavoro, del fisco, della crescita e del welfare sarà rinviata a sabato 16 giugno. Ad annunciarlo i Segretari Generali di CGIL e CISL Susanna Camusso e Raffaele Bonanni e il Segretario Nazionale della UIL  Domenico Proietti nel corso della conferenza stampa che si è svolta presso la sede della CISL in via Po a Roma.

Inoltre, il 2 giugno, i leader delle tre Confederazione si sono recati nei territori colpiti dal sisma e hanno devoluto un’ora di lavoro in segno di vicinanza alle popolazioni terremotate. “Mai un terremoto è stato così caratterizzato dal mondo del lavoro, con il crollo di capannoni e lo stop delle attività produttive”, ha affermato il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso nel corso della conferenza stampa. “E’ importante – ha aggiunto – la messa in sicurezza del territorio, delle case, dei luoghi di lavoro, delle scuole, è necessario un intervento straordinario per far ripartire le attività produttive”.

Ai primi provvedimenti, varati dal Governo, secondo Camusso “si deve dare rapida continuità”. “Non condividiamo l’aumento del costo della benzina,” perchè ha spiegato la leader della CGIL “continuare ad intervenire sulle accise avrà solo effetti depressivi”. Le risorse necessarie per la ricostruzione, ha avvertito camusso  “le si cerchino da altre fonti” così da produrre “qualche elemento di equità”. Nel concludere il Segretario Generale della CGIL ha affermato come, contemporaneamente a tutto ciò sia necessario insistere “nel chiedere la deroga al patto di stabilità europeo. I tempi troppo lunghi – ha detto Camusso – rischiano di alimentare un’incertezza che colpirebbe non solo la popolazione ma che avrebbe conseguenze sulla struttura industriale e la tenuta del sistema”.

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