Lo scorso anno ci fu “la prima” e quest’anno puntuale ecco “il bis”. Di cosa trattasi ? Della ”Notte dei Fuochi” che il Comune di Venafro con apposito manifesto ha fissato per sabato 18 marzo, anticipando di un giorno la ricorrenza di San Giuseppe, ossia il 19 marzo, e conseguentemente la storica tradizione cittadina dei falò di San Giuseppe, protettore -è risaputo- della famiglia. Perciò niente “ Favor’ r’ San Giesepp’ “ (Falò di San Giuseppe) il  19 marzo, come consolidata tradizione, ricorrenza religiosa e … calendario prevedevano e prevedono, bensì l’innovativo appuntamento municipale della “Notte dei Fuochi”, anticipata di 24 ore e con legna fornita dal Comune, ossia al sabato, contando -si spera- su maggiore partecipazione ed afflusso di turisti e visitatori. 

Tutti concordi sull’innovazione di denominazione e giornata ? Nient’affatto, tanto che appresa la novità non è mancato qualche venafrano che ha chiesto direttamente al Sindaco Ricci il perché del cambio. E il primo cittadino avrebbe asserito che è bene festeggiare la ricorrenza tipica il sabato, ossia nella serata prefestiva, per avere più gente per le strade venafrane. Concordo sull’innovazione chi ha chiesto spiegazioni ? Nient’affatto, tanto che non si esclude più di qualche “favor” il 19 a sera, ricorrenza di San Giuseppe, in ossequio a storia, fede e tradizione. Ed allora l’idea conciliante : tutti pronti il 18 per l’innovativa “Notte dei Fuochi” ed altrettanto all’indomani per i tradizionali “ Favor’ r’ San Giesepp’ ” . Saranno felici gl’innovatori ; sorrideranno quanti amano ossequiare la tradizione ! Ma cos’erano una volta tali fuochi su piazze, vicoli e strade venafrane ? Rappresentavano la voglia della gente comune di ritrovarsi dopo il freddo inverno che costringeva a restare tappati in casa. Si stava finalmente una serata intera attorno ai “ favor’ “ al caldo, intrattenendosi a bere, cantare, ballare, parlare e mangiare assieme ad amici, conoscenti e parenti del rione sino a notte fonda. Una sorta di “Benvenuta Primavera !” nel solco della bella genuinità della tradizione popolare. Così come erano fanciulli e giovani dei vari rioni cittadini a raccogliere e custodire per settimane la legna poi da ardere per “i favor” di serata e nottata del 19 marzo, gareggiando tra i vari quartieri per il falò più grande e maggiormente duraturo. E per un anno intero ci si vantava tra le nuove generazioni per aver primeggiato in tale confronto “caldo” in strada. E scusate se era poco !

 

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