Non è semplice trovare le parole per ricordare il vissuto politico, la militanza antifascista, l’impegno sindacale, l’attività professionale e quella intensissima della cooperazione sociale che lo vedeva tra i riferimenti più significativi a livello interregionale e nazionale.

Giovanni Cefalogli appartiene ad una stagione in cui il Noi veniva prima dell’Io, e nella quale porsi al servizio della parte più debole della società era una scelta di campo. Antifascista e strenuo difensore delle Istituzioni democratiche, era capace di ascoltare e sempre pronto al dialogo sociale ed al confronto costruttivo e responsabile. Il suo cammino non è stato mai solitario, rispettava le idee degli altri ma aveva convincimenti e ideali saldi che sapeva sia esporre che mettere in pratica in modo esemplare.

Ho avuto la fortuna di poterlo apprezzare come rappresentante e dirigente sindacale della CGIL del comparto sanitario, alla Camera del Lavoro di Isernia, alla Funzione Pubblica – CGIL e negli anni successivi di vederlo impegnato con la stessa passione alla guida della Federazione Provinciale e negli Organi di Direzione del Partito.

La sua curiosità intellettuale lo aveva spinto a proseguire il percorso professionale fino ad assumere ruoli rilevanti nell’insegnamento delle scienze infermieristiche e delle politiche socio-sanitarie di cui era uno degli esperti più bravi a non solo a livello regionale. Protagonista attivo della promozione di imprese cooperative, in particolare nel settore dell’assistenza e dei servizi socio-sanitari, Giovanni non faceva mancare il proprio contributo nei tavoli di partenariato per la redazione dei piani sociali e dell’attività di programmazione sanitaria.

Spronava le cooperative del settore a misurarsi con l’innovazione, l’aggiornamento continuo e con il miglioramento delle prestazioni offerte e della qualità dei servizi resi, senza mai dimenticare il ruolo cardine ed i diritti degli operatori del settore. Instancabile tessitore di rapporti è stato determinante sia per l’approntamento delle norme regionali sulla cooperazione e sia nell’approvazione della nuova legge quadro sulle politiche sociali, del Regolamento attuativo e dell’ultimo Piano Sociale Regionale.

Le sue intuizioni hanno consentito la sperimentazione di progetti innovativi come quelli dell’alfabetizzazione informatica per gli anziani o quelli dell’accoglienza umanitaria per i migranti. Un destino amaro l’ha portato via troppo presto alla sua famiglia, al mondo cooperativo e ai tanti amministratori, operatori, funzionari pubblici, dirigenti sindacali o semplicemente amici che lo cercavano per un consiglio, per un evento o per confrontarsi su una problematica.

La sua scomparsa ci priva di un riferimento umano, professionale e sociale di straordinario spessore, ma chi ha avuto, come me, l’opportunità di conoscerlo ed apprezzarlo fin dalla metà degli anni ottanta, ne custodirà gli insegnamenti e l’esempio. Grazie Giovanni!

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