di Tonino Atella
San Silvestro, ultimo dell’anno, e Venafro ritrova idealmente le proprie tradizioni popolari. Solo idealmente però, dato il covid che tanto impedisce purtroppo ! Ed allora sarà piacevole ricordare come la gente si divertiva e partecipava alla vita di paese sino a qualche anno addietro, a Venafro come altrove. Innanzitutto “ i sciuscie’ “, il tipico rustico paesano sempre saporito, mai passato … di moda e che le venafrane del terzo millennio hanno imparato a fare apprendendolo dalle loro nonne, e la lezione -visti gli esiti- è risultata quanto mai positiva e fruttuosa. Iniziamo con la realizzazione dei tipici “ sciuscie’ “. Si mette a bollire dell’acqua con all’interno bucce di mandarino, di arancio e un rametto di rosmarino per insaporire. Quindi si stende della farina con lievito sul tavolo di cucina o poggio di legno, bagnando il tutto con la predetta acqua ed aggiungendovi olio e sale. Si ammassa a lungo, amalgamando ogni cosa e sbattendo più volte l’impasto ottenuto, prima di lasciare a lievitare.
A questo punto si prende un grosso tegame e vi si mette abbondante olio extravergine d’olivo venafrano a bollire, prima di staccare pezzetti di pasta lievitata dando loro forma rotonda di biscotti, immergendoli finalmente a friggere nell’olio bollente. Intanto ci si è muniti di rametto d’ulivo per girare la pasta mentre frigge perché vengano fuori biscotti rotondi, badando che al centro non si attacchino. Qualche minuto, massima attenzione a girare il biscotto in cottura inserendovi il rametto all’interno perché non si attacchi e finalmente é pronto “ i sciuscie’ “, da tirare fuori dall’olio poggiandolo su una zuppiera a scolare e spargendovi sopra abbondante sale perché sia saporito al palato. Giusto qualche minuto, ma non molti …, e parte il primo assalto, pardon il primo assaggio del rustico principe venafrano, assolutamente gradito a tutti ! Quanti “ sciuscie’ “ Venafro quest’oggi mangia ? A centinaia, si creda, e saranno in tavola anche nel cenone casalingo di fine anno, occupando un posto di primo piano data la loro apprezzata squisitezza. Tutta qui la tradizione popolare del tipico rustico paesano venafrano ? Assolutamente no, perché “ i sciuscie’ ” hanno anche tanto di canzone popolare – la tipica e simpaticissima “ Sciuscie’ e p’ sciuscie’ …” – che un tempo comitive di giovani intonavano per stradine e piazze del centro storico e dinanzi a determinate case nel corso del pomeriggio e della prima serata dell’ultimo dell’anno portando allegria, sorrisi ed auguri alla famiglia prescelta perché l’anno nuovo fosse ricco di positività per tutti loro. Era anche l’occasione per decantare lodi e pregi della famiglia prescelta che volentieri accoglieva la festosa comitiva in casa, offrendo manco a dirlo “ sciuscie’ “ e una bottiglia di vino, perché si mangiasse e si brindasse alla loro salute. Cosa resta oggi di siffatta bellissima tradizione popolare? Purtroppo poco, causa il maledetto covid ! Ma la volontà dei giovani di Venafro è di tornare presto a cantare in coro “ sciuscie’ e p’ sciuscie’ “ per divertirsi, formulare auguri per l’anno nuovo e ricevere in regalo i saporitissimi “ sciuscie’ “. Nel frattempo comunque ne gustano, e in abbondanza, di quanti fatti a casa loro da mamma e nonna ! Ed allora buon appetito e BUON ANNO A TUTTI coi “ sciuscie “ venafrani !