Sul caso del pensionato morto dopo varie peripezie negli ospedali molisani, interviene l’ex Consigliere regionale Massimo Romano che su Facebook scrive:

“Ennesimo decesso di paziente molisano “tempo-dipendente”, costretto ad un viaggio della speranza alla ricerca di un posto letto di neurochirurgia. E’ tragicamente noto che negli Ospedali pubblici molisani non ne hanno lasciato neppure uno, zero, mentre alla Neuromed, includendo la neuro-riabilitazione e la terapia intensiva, ce ne sono ben 87.

Ne sarebbe bastato 1 per tentare, forse, di scongiurare la morte del 68enne di Macchiagodena, se solo dal Pronto Soccorso del Veneziale di Isernia fosse stato possibile ricoverarlo a Pozzilli, raggiungibile in pochi minuti e dove invece, per motivi allo stato non noti, sembra sia stato rifiutato. E così il trasferimento obbligato all’ospedale di Teramo, che dista 220 km a oltre 2 ore e mezza, dove è poi deceduto.

La banalmente tragica inesorabilità della morte si infrange solo nei casi in cui essa è evitabile: i molisani sono a rischio, perché, con questa organizzazione sanitaria, nei casi di patologie “tempo-dipendenti” l’evento morte è assolutamente prevedibile e perfino altamente probabile. Il Forum per la sanità pubblica lo ha denunciato immediatamente, impugnando al Tar Molise il Decreto 47/2017 che ha decretato la chiusura di neurochirurgia al Cardarelli, con un ricorso che stiamo patrocinando a titolo gratuito con i colleghi Mariano Morgese e Pino Ruta che si discuterà nel prossimo mese di novembre.

E mentre dell’ispezione ministeriale e dell’indagine della Procura di Larino sulla tragica morte del giovane larinese nel luglio scorso si sono perse le tracce, tutti continuano a far finta di nulla, politica e organi di controllo, Ministero della Salute compreso. E i molisani continuano ad essere esposti al rischio di morire in una corsa contro il tempo, alla ricerca di un posto letto perduto che è stato, però, assegnato a un privato a cui lo Stato, la Regione e la Asrem hanno lasciato (art. 3, co. 14, del protocollo d’intesa Asrem-Neuromed) il diritto di scegliere se e chi ricoverare, in base a non meglio precisati criteri di appropriatezza…”

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