Michele Iorio

Cinquestelle, Pd, Forza Italia, Lega, Italia Viva, Udc-Noi con l’Italia. Ma anche Fratelli d’Italia per l’opposizione. Tutti tirati in ballo dall’ex presidente della regione per raggiungere un obiettivo: creare un’azione di unità nazionale per risollevare la sanità molisana chiedendo una tratttativa politica per portare aiuto al Molise. “Aiuto perché non abbiamo più la rete dell’emergenza. Aiuto per la mancanza di medici. Aiuto per stabilizzare il personale utilizzato con l’emergenza Covid che solo da noi è stato assunto a Partita Iva e quindi non rientra nel processo di stabilizzazione messo in campo dal governo. Aiuto per risolvere la situazione del 118”.

Michele Iorio parla a nuora, in Consiglio regionale, perché suocera (il governo nazionale) intenda.

Lancia il grido di allarme in Molise perché arrivi a Roma. L’obiettivo è trovare una “via di uscita allo stallo in cui è caduta la sanità molisana”.

Come? Attraverso l’intervento politico di tutti i partiti presenti nel panorama italiano.

Si rivolge al presidente Toma, principale attore protagonista visto anche il ruolo di commissario ad acta alla sanità ma l’intervento di Michele Iorio abbraccia tutto il panorama: consiglieri regionali, parlamentari e coordinatori dei partiti.

“La nostra regione, per dimensioni, non ha una economia di scala che possa rendere autonoma la nostra regione nella gestione dei costi dei servizi essenziali. Ne deriva che il sistema di finanziamento della sanità regionale deve partire dalla garanzia dei servizi ai cittadini. Il dialogo dunque deve avvenire sui tavoli politici perchè per i tecnici romani l’attenzione si ferma ai numeri. E i numeri i in Molise non tornano mai – afferma Iorio – L’unica via di uscita percorribile per il Molise è seguire la strada della politica. Mai come questa volta il governo nazionale può essere di aiuto al Molise. Un governo multicolore, dove ci sono in pratica tutti i partiti politici dello scenario nazionale. E’ lì che dobbiamo far sentire la nostra voce e chiedere aiuto. Aiuto perché non abbiamo più la rete dell’emergenza. Aiuto per la mancanza di medici. Aiuto per stabilizzare il personale utilizzato con l’emergenza Covid che solo da noi è stato assunto a Partita Iva e quindi non rientra nel processo di stabilizzazione messo in campo dal governo. Aiuto per risolvere la situazione del 118. Siamo noi dal Molise che dobbiamo portare la soluzione chiedendo a Roma di accettarla”.

Ed ancora: “La storia ci dovrebbe insegnare come affrontare il problema della sanità in Molise. Invece, dal dibattito in atto, i diversi attori sono tutti incentrati alla ricerca del colpevole del disavanzo contestato dal tavolo tecnico romano. Toma, concentrato ad indagare per scovare le responsabilità del governo Iorio, non si accorge che firmando il POS 2019-2021 si è comportato esattamente come il suo predecessore: Frattura non partecipò all’approvazione del Balduzzi come Toma ha accettato di firmare un POS che persino l’ex commissario Giustini si era rifiutato di firmare. Toma e Frattura. Entrambi “sotto ricatto” per la loro nomina a commissario hanno accettato di chiudere gli occhi dando un colpo di grazia al sistema sanitario locale che con la pandemia è ulteriormente peggiorato. Oggi come molisani viviamo sulla nostra pelle ciò che avevo anticipato più di un anno fa, quando dissi che mantenere il centro Covid all’ospedale Cardarelli di Campobasso avrebbe distrutto la sanità pubblica molisana. Sapete cosa vuol dire per la sanità lavorare solo in emergenza? Vuol dire trascurare i cittadini ricoverati. Cosa che nella pandemia poteva accadere per giorni, per qualche mese. Ma qui parliamo di circa due anni. Inutile dire che se il primario di rianimazione dell’ospedale di Termoli non è vaccinato, il commissario ad acta alla sanità non può pensare di rilasciare dichiarazioni in cui afferma che andava sospeso e che c’è stata una falla nel sistema. Il suo dovere è garantire che non ci siano falle nel sistema.

In questo caos generale di rimpallo di accuse tra Pd, 5stelle, centrodestra e chi più ne ha più ne metta, nessuno si preoccupa di individuare una via d’uscita”.

Insomma, nel rimpallo di accuse che in questi giorni hanno caratterizzato il dibattito politico locale, nessuno individua la via di uscita. Eppure “Siamo noi dal Molise che dobbiamo portare la soluzione chiedendo a Roma di accettarla” dichiara Michele Iorio che chiude lanciando un appello a Toma e a tutti i partici politici: “Se è vero che da Toma mi aspettavo che in qualità di commissario si rifiutasse di firmare il POS 2019-2021 per i danni che avrebbe prodotto al Molise, è altrettanto vero che mi aspetto che per una volta accetti una mia indicazione e, insieme agli altri colleghi del Consiglio regionale, facciamo ognuno la propria parte per intervenire a Roma”.

Articolo precedenteCln Cus Molise, Lucas è già una certezza. “Felice del momento che stiamo vivendo, sono qui per aiutare la squadra ad arrivare lontano”
Articolo successivoDati e contagi in Molise, 14 nuovi positivi, 3 ricoveri in malattie infettive: il bollettino ufficiale del 16 novembre 2021