Ahe! Vamos a la playa oh oh oh oh oh.
Ma quale messaggio passa leggendo questi monologhi totalmente lontani dalla realtà? Chiariamo prima un elementare concetto che fatica ad entrare in testa a chi parla a vanvera di sanità pubblica in questa Regione: i cd. tetti di spesa, a prescindere dal più generale principio di controllo della spesa pubblica, sono previsti già nel D. lgs. n. 502/1992, titolato: “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’articolo 1 della Legge 23 ottobre 1992, n. 421”. Se volete comprendere quanto in questa Regione siamo lontani da quelle disposizioni di legge non dovete fare altro che leggere quell’articolo, che costituisce l’ossatura sulla quale si formerà poi, anche il sistema regionale, e l’art. 32, comma 8 del Decreto lgs. 449/1997 nel quale espressamente si citano i tetti di spesa (comunque già previsti precedentemente) quale vincolo specifico per le Regioni. Adesso capirete che, se i vincoli di spesa risalgono al 1992, il Consigliere Greco fa sfoggio di vanterìa senza senso quando dice che i Consiglieri regionali del M5S avevano chiesto al Presidente Toma, quattro anni e mezzo orsono, cioè 25 anni dopo la legge, di mettere un limite al budget previsto per le strutture private accreditate. Piuttosto dovrebbe spiegare perchè quando erano al Governo, addirittura con un Ministro alla Salute e sottosegretari, non hanno imposto alla Regione Molise di rispettare una ben precisa legge dello Stato. Parimente è risibile che i Cinque Stelle chiedano alla Regione Molise una “…Commissione di indagine e studio sull’origine del debito sanitario nel Molise” e non l’abbiano istituita, almeno monocamerale, quando erano al Governo di questa nazione. Peraltro Toma Commissario ad acta lo ha nominato il Governo che vedeva al suo interno anche i Cinque Stelle. In ultimo: l’incompatibilità di Toma con l’incarico di Commissario ad acta per il rientro dal debito sanitario discende dal palese conflitto di interessi derivante proprio dall’attribuzione della responsabilità del nostro debito sanitario in capo allo Stato. Il Dott. Toma, nella qualità di Presidente della Regione Molise, avrebbe il dovere di aprire un contenzioso con lo Stato per il recupero di quanto versato dai cittadini molisani a titolo di rientro dal disavanzo sanitario, del quale unico responsabile, come già detto, è lo Stato. E’ ovvio che, da Presidente della Regione, non può servire lo Stato per far pagare ai molisani un debito che, giuridicamente, non grava su di loro. Ma dirlo a Greco è tempo perso, non si metterebbe mai contro i politici nazionali, e se davvero voleva difendere gli interessi dei molisani le nostre ragioni le avrebbe fatto valere almeno quando erano al governo. Ecco perché in Regione il M5S mena il can per l’aia cercando di oscurare le proprie responsabilità sul disastro della sanità regionale. E Conte ha la responsabilità maggiore di questa violenza istituzionale che fanno alla nostra Regione: Greco, infatti, è un giovane che si è trovato in un momento storico favorevole a ricoprire un posto senza avere alle spalle la necessaria esperienza, anche di impegno civile, per fare davvero quello che prometteva in campagna elettorale, ma Conte era il Capo del Movimento, aveva, ed ha, l’età in cui la “questione morale” o ce l’hai dentro o non ce l’hai; doveva imporsi per motivi di giustizia. Per lui non ci sono scusanti, considerando anche il modo in cui ha trattato il Molise nella questione del Contratto Istituzionale di Sviluppo.

 

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