di Rossella Mastrofrancesco

Quando si parla di Michele Iorio si potrà dire “ancora lui?” ma al di là di questo c’è un dato incontrovertibile: dalle misure in sanità al bilancio, dall’eliminazione della surroga ai provvedimenti per avere un centro Covid, ad oggi non c’è un solo settore dove le critiche mosse dall’ex presidente all’attuale governo regionale si sia rivelata la strada esatta.

Non è piaggeria. Specie se questo dato lo si fa risaltare a seguito di atti che ne determinano la presa di coscienza.

In pieno periodo Covid Iorio è stato l’unico consigliere regionale che si è battuto per avere un centro Covid a Larino. E’ stato l’unico che ha messo in evidenza la pericolosità per il sistema sanitario regionale a continuare ad avere un centro Covid misto al Cardarelli di Campobasso. “Rischiamo di far collassare l’intero sistema” urlava, cosa rara per lui, nei suoi interventi cercando di convincere i suoi colleghi. Ma parliamoci chiaro: che fossero di maggioranza o di opposizione, che fosse di centrodestra o centrosinistra o penta stellati, nessuno ci ha mai capito niente. Nessun altro ha avuto visione programmatica e lungimirante. Così oggi il Molise si ritrova senza un centro Covid e con il reparto ancora aperto al Cardarelli di Campobasso. La sanità pubblica intanto è collassata.

Vogliamo guardare ad un altro esempio?

Eliminazione della surroga. “Non si può applicare la modifica della legge elettorale retroattivamente. I tribunali ci costringeranno a riammettere i consiglieri che oggi state mandato a casa in maniera illegittima in barba a qualunque regola democratica” tuonava ad aprile 2020. E di fronte alla ragion d’onore che spingeva cinquestelle e centrodestra ad approvare un simile provvedimento in nome di un risparmio dei costi della politica, si vedeva persino bocciare l’emendamento con il quale sempre Iorio proponeva: “Se il problema è il risparmio, allora manteniamo i costi di un consiglio a 20 spalmandoli su 25 consiglieri”. Della serie: si sarebbe risparmiato senza che un’assemblea legislativa (che le leggi deve farle) violasse le norme dello Stato. Ed anche lì, il no di centrodestra e cinquestelle è stato unanime.

Così come la critiche mosse alla struttura commissariale dell’ultimo anno. “Signori, state commettendo un errore nei confronti di Neuromed e Cattolica”, perché lui la Gemelli SpA continua a chiamarla così di tanto in tanto. “Rischiare di far chiudere le due strutture produrrà seri danni ai cittadini molisani e all’intero sistema sanitario pubblico”. Niente, Toma e il suo sub Giacomo Papa si sono cimentati in trionfalistiche conferenze stampa, che manco avrebbero potuto convocare perché i commissari non sono politici e non devono dare spiegazioni di ciò che fanno. Stessa cosa vale per la struttura amministrativa che Toma ha costruito per sostenere il lavoro della struttura commissariale. Ha preso personale regionale fedele, gli yes man della regione per capirci, e li ha catapultati a fiancheggiare una struttura esterna alla Regione Molise. “Non potete farlo” urlava sempre Iorio in perfetta solitudine. “C’è un palese conflitto di interessi. La Regione non può pagare personale che lavora per una struttura esterna”. Eppure tra i reclutati c’era un avvocato, dirigente, che ben doveva sapere che non si sarebbe dovuta prestare a questi giochi di illegittimità. Ed oggi arriva la delibera di Giunta numero 73 approvata venerdì 17 marzo con cui la Giunta regionale (composta da altri scienziati della politica locale) approvano la soppressione di quella struttura amministrativa restituendo i dipendenti reclutati alla Regione Molise. Si saranno ravveduti? Vi chiederete. Invece no. La bocciatura bella e buona è arrivata proprio dal tavolo tecnico che pare abbia detto a Giacomo Papa e Donato Toma: “ma cosa state facendo? Vi rendete conto che state creando un conflitto d’interesse tra il ruolo di commissario e quello di presidente di Regione?

Ma tu guarda, esattamente quello che per mesi gli ha ripetuto Michele Iorio. Stavolta non in perfetta solitudine, ma con il sostegno del presidente del Consiglio regionale Salvatore Micone, il vice Gianluca Cefaratti, il presidente della Terza Commissione Aida Romagnuolo.

Allora, tra il pinocchio che pubblica sui social l’avvocato Giacomo Papa (riferendosi a Michele Iorio) e gli asini con cui l’avvocato Gianfederico Cecanese (sempre di centrodestra) descrive i componenti di questo governo regionale, appare chiaro che il primo non possa ambire ad alcun tipo di credibilità. Perché, per ripeterla alla Iorio, sulla sanità “ha sbagliato tecnicamente su tutta la linea” a danno dei molisani.

E sarò una voce fuori dal coro, ma non mi vergogno di dire: si stava meglio prima.

Articolo precedenteMail ed avvisi ingannevoli sul web da cui guardarsi in tempo
Articolo successivoSuperbonus, la Guardia di finanza scopre maxi truffa per 1,7 mld euro, 21 indagati